Creato da Il_Secondo_Cuggino il 02/01/2008

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Il pollo di gomma con la carrucola in mezzo

Post n°36 pubblicato il 03 Aprile 2008 da Il_Secondo_Cuggino
 

I tempi delle superiori si passavano sparando minchiate atroci e battute di una bassezza sconvolgente.
Si discuteva di "massime metafisiche"...il filosofo Piattone era uno dei più citati.
Si elaboravano battute pecorecce per battere ogni record.
Si sviluppavano modi moderni e alternativi assai per distrarre, oltre che se stessi, la parrte più deviata della classe dalle interessanti e formanti lezioni che i professori decidevano di propinarci. Insomma...evito di raccontarvi tutte le minchiate che facevamo...tipo prenderci a "bazzokate" dai lati opposti della classe durante lettere...

Il Raffa era uno degli elementi più interessati a frequentare questi laboratori formativi.
Come dimenticare le scene fantastiche in cui, rischiando la vita, leggeva durante le ore di fisica "LA vera storia di Caligola"?
Si assisteva ad uno spettacolo fatto di sgargianti colori e mutevoli espressioni...Il Raffa, con il fido Buso al suo fianco che sudava freddo nel terrore che il vicino di banco venisse sgamato trascinandolo nel baratro di doloro conosciuto come V.G., iniziava a leggere e puntulamente soffocava le risate.
Quindi iniziava a soffocare lui. Diventava violaceo (vi assicuro che per il Raffa è una impresa!) e a sudare e lacrimare.
Avvenendo questo solitamente durante le ore di fisica, Il rischio era altissimo. E non vi sto a spiegare il perchè. Ancora una volta si riassume in due parole: V.G.

In onore del Raffa quindi ora posto un astratto assai pecoreccio e dalla comicità molto relativa. Ma so che almeno una persona apprezzerà! Se poi saranno più numerosi i fedeli di Caligola...beh allora inizierò a chiedervi dei soldi! Beccati sto salto nel passato Oste Ciccio Bastardo!!!!

"...Dopo quattro lunghi giorni di viaggio, gli avventurieri, circondati da una grande quantità di animaletti odiosi, giunsero alfine in un luogo abitato. La gente di quel villaggio aveva l’aria molto cordiale (come del resto i cannibali che accolsero i protagonisti al loro arrivo a Cuba), e quello che sembrava il loro capo si avvicinò a loro. Matty™ fu trattenuto a stento dal massacrarlo con il suo martello da fabbro, mentre si fece avanti Mark™ (che, pur essendo una larva, era quello del gruppo dotato di maggiori doti diplomatiche), facendosi largo tra due ali di rane dalla bocca larga che avevano improvvisato un balletto molto fichetto per celebrare l’incontro. «Salve!», disse l’uomo, «Io sono il vecchio saggio™ del villaggio. Da dove venite, o forestieri?». Mark™: «Non vedo come tu possa definirti saggio, o vecchio rincitrullito™ del villaggio, dato che ci chiedi da dove veniamo, e sai benissimo che veniamo dalla foresta, avendoci chiamato “forestieri”! Su, Matty™, massacralo con il tuo martello da fabbro». E così il buon vecchio Matty™ fece. Mentre i nostri divoravano il cuore del vecchio saggio™ del villaggio, da dentro una capanna si levò una voce: «Vi prego, stranieri, non fateci del male! È ovvio che il vecchio saggio™ del villaggio voleva sapere da quale terra lontana venite... quale è la vostra origine, insomma... sì,... beh... avete capito, no?». Nel frattempo, le rane dalla bocca larga si erano vestite da Squadroni della Morte e avevano devastato metà delle capanne del villaggio, ucciso molti vecchi e bambini e stuprato tutte le donne. Mark™, esaltato da tanta potenza distruttrice, urlò a gran voce: «NOI SIAMO GLI EMISSARI DEL SUPREMO ER PRESIDENT!». L’uomo che poco prima aveva parlato uscì strisciando dal suo riparo, e, sempre strisciando, si avvicinò al gruppetto, poi, con molta riverenza, baciò i piedi a tutti (tranne, ovviamente, a Mark™, a cui baciò, ancora più ovviamente, le protuberanze), e parlò: «O sommi, mandati dagli dèi, forse voi potete aiutarci! Noi siamo un popolo pacifico, e pure un po’ sfigato, e non abbiamo nemici (se escludiamo le rane dalla bocca larga e tutte le popolazioni dei villaggi nel raggio di 30 Km dal nostro), tranne i terribili Pescatori di Gamberetti della Costa! Costoro sono gente mooolto cattiva, dei veri e propri cattivoni, che tutte le settimane ci assaltano e ci sparano addosso i loro capperi del naso! Capite? I CAPPERI DEL NASO!! È veramente terribile!». Mark™: «E voi, che cosa avete fatto loro per meritare una tale ferocia? - poi, rivolto a Matty™- Dai, uccidine ancora un paio...». L’uomo, con aria da innocentino: «NOOOI? NIEEENTE! ...beh, insomma... diciamo poco... relativamente poco, rispetto ai capperi del naso... Ma sì, abbiamo cacato nel loro mare, dopodiché i loro fottuti gamberetti, mangiando la nostra fottuta merda, hanno cominciato a cacare fottuta merda, e così,... sapete come vanno queste cose, no?... la catena alimentare e così via... i fottuti gamberetti hanno cominciato ad assumere sapore di fottuta merda... Ma questo non cambia le vostre posizioni nei nostri confronti, vero?». Mark™: «Ok, siete delle vittime della società. Cercheremo di aiutarvi, ma poi, forse, vi massacreremo tutti.» Caligola™: «Ehi, fottuto creatore, che si fa?». Mark™, dopo averlo pestato per benino (giusto per non perdere l’abitudine): «Propongo di cercare di evocare Er President, poi, se non vuole aiutarci, chiameremo Van Gorn, che è una mezza pippa, ma dovrebbe bastare». Dopo queste parole, gli avventurieri guardarono verso il cielo, aspettandosi di veder scendere Van Gorn per la punizione, ma evidentemente il supremo era ancora impegnato nell’ufficio del superiore.
Un po’ a malincuore, temendo qualche terribile punizione divina, Matty™ si vestì da sommo sacerdote di Er President [non avendo la minima idea di come fossero vestiti i sommi sacerdoti di Er President (del resto non è neppure noto se Er President avesse o meno dei sommi sacerdoti), il nostro baldo eroe si limitò ad addobbare i suoi luridi stracci da pezzente con delle foglie di palma], dopodiché cominciò il solito balletto americano fichissimo (tipo break dance) necessario per l’evocazione e per tutte le altre cose riguardanti la potente divinità . Dopo circa dieci minuti di balletto, Matty™ cominciò ad accasciarsi per i crampi, ma in quel momento avvenne un fatto straordinario: il cielo si squarciò di nuovo e dall’immensità sfrecciò nel villaggio il Salvatore. I nostri eroi dissero entusiasti: «Oooh, il Salvatore! Ti prego, aiutaci tu!». «Ma cca vulite? Je sunghe Salvatore ‘u mariuolo.», e detto questo se ne andò, e tutti si accorsero di essere rimasti senza portafogli e senza autoradio. Dopo che Macumbo ebbe dato il cambio all’esausto Matty™ ed ebbe ballato per un altro quarto d’ora, il cielo si squarciò per l’ennesima volta. Cielo™: «Ma allora non avete capito un emerito cazzo! Il prossimo che vuole passare lo sommergo di fialette puzzolenti!». Ma dovendo uscire SUP-Er President in persona, il Cielo™ ritirò tutto e rimase squarciato senza replicare. «O grande supremo, aiutaci ad aiutare questi rompicoglioni, altrimenti ci cacheranno nelle provviste! Già che ci sei, evita di usare i demoni dell’altra volta, che, onestamente, ci stanno un po’ sul cazzo (inoltre i lettori desiderano delle novità)», dissero in coro i nostri eroi. SUP-Er President, dall’alto della sua magnanimità, diede loro una miccetta , dicendo: «Mortali, state ben attenti, perché questa miccetta è MAGGICA! Il suo potere distruttivo è devastante, ma dovete agire come vi dirò io: prima di usarla dovete ingoiare questi frutti MAGGICI e concentrarvi», e, così dicendo, porse loro quelle che sembravano delle comunissime cipolle. Dopo queste poche parole, SUP-Er President volò via verso il suo trono celeste, portandosi via le rane dalla bocca larga come pagamento (una volta giunto a destinazione, Egli appiccicò loro delle alucce squamate e le fece diventare i suoi Angeli dell’Apocalisse Dispensatori di Morte™).
I quattro si fecero accompagnare dall’uomo verso il villaggio dei Pescatori di Gamberetti della Costa, e fecero il loro ingresso camminando molleggiati come dei veri duri, sputando per terra e cacando sui fiori. «Ehi, voi, bastardi mangiatori di fottuti gamberetti cacosi! Adesso ve la facciamo vedere noi!», disse l’uomo che li aveva accompagnati, dopodiché si defilò molto velocemente in un cespuglio. I nostri, vedendo arrivare verso di loro una ventina di energumeni incazzati come pochi e armati fino ai denti, cercarono di nascondere con dell’erba la merda che avevano appena fatto sui fiori, ma i Pescatori di Gamberetti della Costa continuavano ad avanzare, per cui decisero di passare al contrattacco: mangiarono le cipolle date loro da SUP-Er President, e dopo pochi secondi sentirono le loro pance gonfiarsi. Capendo cosa stava per succedere, si misero in posizione e cominciarono a petare generosamente. Quando l’aria fu satura del gas maleodorante, accesero la miccetta e la gettarono verso gli aggressori. L’esplosione fu effettivamente devastante, ed annientò quasi tutto il villaggio, ma purtroppo nemmeno i nostri restarono illesi: scaraventati indietro dall’onda d’urto, si accorsero che la bestia dal culo sporco che si era unita a loro da pochi minuti (ma che aveva fatto in tempo a mangiare le super-cipolle) si stava contorcendo al suolo per il dolore, a causa del ritorno di fiamma che la stava bruciando dentro. Si allontanò rantolando e soffrendo in maniera indicibile per andare a morire in disparte, proprio di fronte al nascondiglio dell’uomo del villaggio, il quale si impressionò moltissimo e si suicidò sul posto infilandosi un rametto di betulla nel cervello.
Dopo essersi ripresi dalle grasse risate causate da questa scena, gli eroi rimasti si accorsero con terrore di un edificio che era rimasto in piedi: trattavasi, purtroppo, del Tempio del chihuahua letale cattivissimo, la feroce divinità un tempo loro amica. Quando videro il cagnetto in carne ed ossa uscire dal tempio con aria famelica, provarono a giocare la carta della tenerezza: si inginocchiarono e lo chiamarono affettuosamente con le braccia aperte. In pochi secondi il chihuahua fu su di loro: vedendo Caligola™ si diresse correndo verso di lui, poi spiccò un balzo, ed il sole si riflesse sul suo lucido pelo. Gli altri rimasero commossi nel vedere la scena: Caligola™ si preparò ad accogliere il cagnolino, il quale, a sua volta, si attaccò con i suoi dentini aguzzi ad un braccio del suo ex compagno di avventure. Poi ballarono un po’ insieme e Caligola™, giacendo, continuava a sbattere continuamente il braccio a cui era attaccato il suo fedele amico contro dei sassi, per poi gridare ancora saltellando qua e là.
Ma distogliamo per un attimo lo sguardo da questa allegra scenetta e volgiamolo ad oriente... l’oceano! Questa immensa distesa azzurra che dalla notte dei tempi è simbolo del viaggio di ricerca di una propria realtà interiore, della stessa vita così densa di pericoli, scelte e tesori sommersi ma, soprattutto, così piena di pesci e gamberetti cacosi... Il sole stava tramontando e inondava dei suoi riflessi bordò e aranciò l’infinito ondeggiante sul quale già si specchiavano orgogliose le prime stelle del vespro. I nostri eroi guardavano sognanti lo spettacolo, un leggero vento muoveva le loro chiome arruffandole... i loro occhi spaziavano e ponevansi superbi, come di fronte a una qualche leggendaria opera d’arte o deliziosa fanciulla, su ogni dove cercando di carpirne ogni segreta e intima bellezza... Matty™, profilo all’orizzonte, si sentiva quale l’antico padre di Roma, Enea, pronto a partire per le terre del Lazio... Mark™, simile nel volto ad un nume (e nel corpo ad una larva) rivolto all’imbrunire, sospirava... Macumbo mangiava sabbia tremando... il chihuahua ululava alla luna nascente... Caligola™ piangeva e singhiozzava tenendosi il braccio sanguinante e una bestia dal culo sporco cacava felice vicino ai suoi nuovi amici.
All’improvviso un onda anomala trasportò con se l’unico peschereccio sopravvissuto all’esplosione che aveva devastato porto, villaggio e popolazione del villaggio e lo depositò con dolcezza sulla spiaggia dopo averlo fatto rimbalzare contro la tempia di Caligola™, uccidendolo.
Le bestemmie che uscirono dalla bocca del ragazzo morente spezzarono il momento magico riportando i nostri eroi alla realtà che, in fin dei conti, non era nulla di eccezionale. La spiaggia era squallida e sporca; il mare, pieno di cadaveri di pescatori, puzzava di merda di gamberetto; il sole era pallido, dal colorito malaticcio e il cielo coperto dai fumi dell’esplosione e dell’incendio che stava divorando il villaggio.
Mark™ prese la parola: «Questa barca è un dono degli dèi!» (il non aver usato il singolare sarà motivo di sventura per la compagnia? Lo scoprirete solo proseguendo... N.D.N.) «Ora possiamo finalmente ritornare verso casa! Ritornare a Roma!».

MW

 
 
 
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