In base ad un provvedimento che farà discutere è stato deciso che saranno
scarcerati tutti (o quasi) gli imputati per presunta pedofilia nella scuola scuola di Rignano. Il cosiddetto castello accusatorio è crollato e i giudici hanno deciso nel dubbio di scarcerare gli imputati: giusto sbagliato? Starà alla Giustizia non a me. Dico però che le vittime non sono state tutelate nè protette dalla curiosità morbosa dei mass media nè adeguatamente protette le loro famiglie: che strano popolo di garantisti che siamo, vero? Fino a ieri indignati oggi tutti ad applicare il motto: "meglio un colpevole fuori che un'innocente in galera". Motto che non vale per tutti, però. Non vale per i bambini di questo caso, per esempio, i quali hanno raccontato le storie (sembra con particolari addirittura delle case dov'erano portati) e che sono stati messi in esposizione (non in immagine ma in tutto il resto sì eccome) prima messi sull'altare dei martiri e poi dei persecutori (anche se inconsapevoli visto che al massimo hanno 5 anni); nè le famiglie che li hanno appoggiati e seguiti (anche se si scoprirà che era tutto un complotto di quest'ultime i bambini non c'entrano assolutamente). Ed ora? Abbiamo seguito con sguardo severo e indignato la vicenda non sentendoci al sicuro nemmeno più a scuola ma scommetto saremo prontissimi a incensare l'altro lato se davvero dovessero essere innocenti (e fin qui nulla di male per carità): ma qualcuno ha pensato ai bambini coinvolti? Che traumi hanno avuto (e continueranno ad avere) nella vicenda che li vede coinvolti? Quali saranno le loro reazioni quando diventati più grandi si renderanno conto di quanto accaduto? Ci sarà qualcuno che li seguirà costantemente anche allora, o saranno, come da italico vizio, quando i riflettori prima o poi si spengeranno abbandonati a se stessi e ai loro pensieri?
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