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PETMAN, IL ROBOT PER LA GUERRA

Post n°23 pubblicato il 01 Dicembre 2009 da themagicallife
 

È un robot e si chiama PETMan: intraducibile, a meno di non volerlo chiamare animale-uomo-da-compagnia-molto-fedele... A dirla tutta non è neppure un robot, ma un robot-a-metà: ecco l'ultima creatura di Boston Dynamics.



Il robot PETMan non è un fedele-uomo-da-compagnia, come lascia intendere il nome. La nuova creatura di Boston Dynamics è un crash-test dummy, un manichino, per test in scenari di guerra. È l'ultimo tassello di un progetto da svariati milioni di dollari voluto dai militari Usa per testare l'efficienza di armi ed equipaggiamento in situazioni di combattimento reale. Il peso della guerra è da sempre la croce della robotica e dell'intelligenza artificiale, che non avrebbero potuto arrivare dove sono oggi senza i soldi dei soldati.
Mezzobusto meccanico, cammina a 5 chilometri l'ora in modo fluido e naturale, avrà statura, aspetto e movenze di un soldato reale, sarà in grado di muoversi sulle proprie gambe e di procedere strisciando  non c'è spinta capace di farlo incespicare o cadere. Una serie di sensori misureranno le condizioni di stress in una simulazione del comportamento di un essere umano, sudorazione compresa.
L'umanoide robot realizzato nei laboratori di Boston Dynamics, presentato ufficialmente al pubblico, è l'ultimo tassello di un progetto da 26 milioni di dollari finanziato dai militari Usa, che volevano un sistema per mettere sotto stress abbigliamento ed equipaggiamento dei soldati in azione. Proprio come un manichino per i crash-test delle auto, il signor petman-soldato-qualunque indosserà i moderni marchingegni per uccidere o proteggersi dal fuoco dei nemici e, grazie alla sua capacità di muoversi come un umano, dirà quanto un nuovo equipaggiamento aiuti o metta in difficoltà il soldato che si muove in ambiente ostile.
Non è difficile pensare pero' ad un ipotetico ulteriore e prossimo utilizzo reale, in un campo di battaglia, di centinaia di androidi "agguerriti"
...è il caso di dirlo...ammetto che mi fa paura pensarlo...


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