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« Casalpusterlengo discari...Multa Eni Spa, clienti beffati. »

Mercato libero, contraddizioni e disservizi.

Post n°7 pubblicato il 31 Agosto 2011 da santino.gobbi
 

Mercato libero Telecom, Enel, Eni, conclusioni.

Curioso vedere alcuni degli effetti della liberalizzazione e del mercato libero. Chi ci guadagna? Chi ci perde? Tutti meno l'utente.

 Conclusioni  post 3, post  4, post 5

 I fatti citati nei post 3, 4, 5 non sono un'eccezione. Casi simili sono all'ordine del giorno.  Gli Enti e le Società che offrono servizi, sono in una posizione dominante, considerano e rendono il cittadino un soggetto debole e indifeso, che spesso è costretto a subire un torto piuttosto di continuare un conflitto. Per avere il rimborso, dalle Poste Spa, di 12 Euro (post 1), è stato necessario impegnare persone, inviare e-mail, fare telefonate, subire derisioni e solo dopo 120 giorni la conclusione, fortunatamente, positiva. In caso contrario non mi restava che adire le vie legali. Valore della causa? Euro 12,00.

Questa volta mi è toccato Telecom e compagni; il signor Alberto è incappato in Enel;, la signora Giovanna in Eni; altri hanno aspettato mesi prima di potersi collegare ai servizi di telefonia, elettricità e gas; altri ancora,  pagano  acconti esagerati per letture stimate e devono attendere mesi per i rimborsi.

Dati della Federconsumatori rilevano che in Italia circa il 20% dei contratti, attivati da venditori, sono falsi o non firmati con il beneplacito delle varie società di vendita di gas, elettricità e telefonia. L'Autorty per l'energia ha annunciato che, da settembre prossimo, inizierà una verifica sulle aziende del Mercato libero e alla fine sanzionerà chi non dovesse risultare in regola. La stessa Federconsumatori sostiene che la montagna ha partorito il topolino; infatti, se io pago una sanzione devo decurtare l'importo dalla pensione. Le sanzioni alle aziende, anche se salate, non servono a niente. Agli amministratori non decurtano i compensi e le società pagano ma, non cambiano la politica truffaldina, anzi, faranno il possibile per aumentare le tariffe.

Certamente è azzardato far coincidere la mancata tutela dell'utente con l'introduzione del Mercato Libero; di fatto però le cose sono cambiate notevolmente da quel momento e l'utente è tutelato solo a parole, nonostante l'istituzione delle varie Autority.

Il regime concorrenziale tra i nuovi operatori doveva portare vantaggi per gli utenti, sia per tariffe, sia per qualità. Riguardo alle tariffe, sono stabilite proprio per non compararle e quando sembra di avere capito tutto, ti trovi gabbato. Per la qualità, non mi degno di commentare, basta viaggiare in internet e con qualsiasi motore di ricerca, inserite "lamentele e nome dell'operatore".

  E' poi vero che nel mercato libero sono entrati nuovi operatori?  Intanto analizziamo la nuova terminologia introdotta.  Mercato libero: possibilità di alcuni operatori di gestire, nel nostro caso, servizi pubblici essenziali . Distributore: soggetto proprietario o concessionario della rete, alla quale, sono collegati i clienti finali. Opera ancora in regime di monopolio.  Fornitore: operatore che, concorda con il cliente, gli aspetti commerciali (consumi, fatturazione).

Queste precisazioni fanno parte delle regole del nuovo mercato dove, la parità di trattamento tra gli operatori e la piena trasparenza, dovrebbe permettere la libera concorrenza a vantaggio dei consumatori. Liberalizzazione, mercato libero, libera concorrenza, concetti economici che non hanno ancora trovato una precisa connotazione nel nostro quotidiano, anzi, fanno percepire un gattopardismo da parte dei monopolisti dei vari settori. Come consumatore, non mi pare di assistere ad una discesa dei prezzi determinata dalla libera concorrenza e temo che non ci sarà mai, del resto, sono stati liberalizzati o privatizzati settori a domanda rigida ( l'offerta fa il prezzo e non la domanda). Così è per la benzina, le assicurazioni, le banche, le autostrade, le telecomunicazioni, il gas, l'energia elettrica, dove l'incontro tra domanda e offerta non ci sarà mai e il consumatore è costretto a subire il "prezzo imposto", impotente, mentre per gli offerenti, i guadagni si moltiplicano.

 Per Telecom, Enel, Eni?  Uno spasso. Cessato il regime monopolistico, lo Stato nomina le Autority per controllare tutto e tutti. Telecom, Enel ed Eni devono trovare i nuovi equilibri. La separazione, tra produzione e fornitura, in un primo tempo disorienta e poi si risolve tutto creando nuove società partecipate al 100%. Proliferano, i CdA, i Collegi Sindacali, i Revisori dei Conti, gli Organi di Controllo. Prima della privatizzazione pochi "manager di stato" e "tanti italiani", hanno contribuito alla nascita di uno stato moderno. Dopo si moltiplicano a dismisura i "manger di stato", anche perché la nomina degli amministratori e della dirigenza è ancora una prerogativa dei partiti.

 Ma perché si è arrivati ad una visione diversa dell'economia politica? Prima, settori ritenuti importanti dovevano essere necessariamente controllati dallo Stato. Poi, con la caduta del muro di Berlino e anche a causa del collasso prodotto da "Tangentopoli", la critica allo"statalismo" diventa una strategia programmatica nelle forze politiche e nell'opinione pubblica. Gli eccessi dello statalismo e le rigide politiche di bilancio, imposte dall'Europa, contribuiscono ad evidenziare i costi e gli sprechi di regimi clientelari e corrotti, maturati nella cultura dello statalismo.

Negli anni novanta, nuove formazioni politiche, esaltarono la critica allo statalismo. La Lega Nord e Forza Italia scesero in campo all'insegna della lotta allo statalismo (chi si è dimenticato di "Roma ladrona) e rivendicarono: una più ampia libertà d'impresa, l'alleggerimento dell'imposizione fiscale e la contrazione delle prestazioni assistenzialistiche. Arrivate al governo nel 1994, queste forze politiche, dovevano gettare le basi, per la liberalizzazione del mercato, delle professioni, del commercio e delle industrie dei settori chiave dell'economia politica.

Ma contraddizione vuole che, solo quando hanno governato le forze di opposizione, le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno preso il volo e per quello che  ci riguarda:

1997 Governo Prodi privatizzazione Telecom;

1999 Governo D'Alema vende Telecom;

1992 Governo Amato trasformazione in Spa Eni;

1995 Governo Prodi privatizzazione Eni;

2000 Governo Amato II separazione societaria Eni Decreto Letta;

1992 Governo Amato I  trasformazione in Spa Enel;

1999 Governo D'Alema da Enel nasce Terna  separazione societaria Decreto Bersani.

 Mi viene in mente le lotte dei socialisti Pietro Nenni e Riccardo Lombardi, che nel 1962, aderirono al governo Moro ed approvarono, con l'appoggio esterno del PCI,  la nazionalizzazione dell'Enel.

Non posso dimenticare anche che, poco tempo fa, c'è stata una consultazione referendaria sulla privatizzazione dell'acqua potabile e gli italiani, a larga maggioranza hanno abrogato una legge dei liberisti. Chissà quale esito avrebbe dato un referendum sulla privatizzazione della Telecom, dell'Eni e dell'Enel.

 Ormai, lasciamo andare, i giochi sono fatti, ma non è male ripercorrere brevemente le vicende.

 Con la nazionalizzazione dell'Enel, lo Stato ha inglobato oltre 1.200 imprese elettriche, pagandole tanto e subito. Tra queste fu liquidata la SIP, Società Idroelettriche Piemontesi e l'operazione gettò le basi per la nascita di Telecom, allora SIP Società Italiana per le Telecomunicazioni. L'Eni era già statale;  quindi, gli italiani, per 35 anni sono stati proprietari delle imprese che operavano nei settori strategici: telecomunicazioni, energia e idrocarburi. Gli italiani "partecipavano" allo sviluppo delle infrastrutture, al ripiano delle perdite, al salvataggio di imprese controllate o partecipate. La rete elettrica, quella del gas e quella delle telecomunicazioni arrivarono in ogni dove e soprattutto dove i privati non avrebbero mai investito una lira.

La pappa è pronta, ora che le infrastrutture sono fatte, chi, se non un privato, può garantire la libera concorrenza, la trasparenza di gestione e soprattutto un servizio di pubblica utilità? Le cessioni, inoltre, non potranno che produrre effetti positivi al Bilancio dello Stato e sicuramente ridurranno il debito pubblico; ma quando mai! Ma queste imprese sono appetibili? Un attimo, prima sfoltiamo i dipendenti e così, dal 1986 al 1992, Telecom, Enel, Eni, dimezzano gli organici (circa 260.000 dipendenti), si creano nuove società "spezzatino" e soprattutto cerchiamo di "cambiare per non cambiare".

Proviamo a ragionare meglio con un altro esempio.

Come già accennato, nel 1992 il Governo Amato I,oltre a Eni e Enel, ha autorizzato la costituzione  in Società per azioni anche per  le Ferrovie dello Stato. Al momento, non sono state lanciate OPV (offerte pubbliche di vendita) quindi, l'unico azionista è il Ministero dell'Economia e Finanze, in pratica tutti noi contribuenti. Pensate che prima della costituzione in Spa, dal 1986 al 1992, "il carrozzone dipendenti ", che era formato da circa 200.000 unità, è stato ridotto a circa 100.000 ed i governi, ogni anno dovevano provvedere al ripiano delle perdite. (nel 2006 la perdita è stata di 2 miliardi di Euro). Dal 2007 il cambiamento. Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (GFSI) è in attivo. L'applicazione del diritto privato alle società del Gruppo ha dato buoni frutti. Ma, attenzione, lo "spezzatino" è pronto; anche per GFSI sorge l'obbligo di separare le infrastrutture dalla gestione (si ripete Distributore e Fornitore). Ecco allora le nuove società. Nel 2000 si crea Trenitalia Spa che cura la gestione delle  merci e dei passeggeri. Nel 2001 tocca a Rete Ferroviaria Italiana Spa che si interessa delle infrastrutture poi, per ogni settore, viene creata una società ad hoc. (fonte wikipedia.it)

Guarda caso, il Sig. Luca Cordero di Montezemolo (LCM), ha aggiunto la propria voce al coro dei no alla manovra "lacrime e sangue". Molto semplicemente, in alternativa, propone (sulla stessa linea anche Giuliano Amato) la vendita del patrimonio statale che vale 500 miliardi e la liberalizzazione di poste e trasporto ferroviario. LCM è proprio disinteressato, a lui preme il bene degli italiani tanto è che è disposto a far pagare ai veri ricchi e lui è tra questi, una patrimoniale permanente per i redditi superiori ai 10 milioni di Euro.

Però è la proposta di liberalizzazione del trasporto ferroviario la vera chicca. Infatti, risulta che LCM, con propri treni, proporrà percorsi superveloci, quindi dovrà entrare in competizione con Trenitalia Spa, ma, per fare questo è necessario il Mercato libero nel settore trasporto ferroviario.  Stavamo aspettando l'uomo nuovo ed è arrivato e grazie alla liberalizzazione del trasporto ferroviario, farà viaggiare, i propri treni, utilizzando le infrastrutture di Rete Ferroviaria Italiana Spa. Aspettiamo ansiosi un'OPV e con noi sicuramente anche LCM.

 Con Telecom, Enel e Eni è avvenuto o sta avvenendo la stessa cosa. Con il Mercato libero, gli italiani cessano di essere i proprietari al 100% delle imprese monopolistiche. Le "mucche" sono pronte da mungere.

Per Telecom viene consentita la scalata ai privati, senza fare uso della "golden share" (potere di tutelare l'interesse della collettività in caso di vendita di azioni), praticamente una svendita senza che lo Stato possa intervenire sulle scelte strategiche pur in presenza di una privatizzazione.

Per Enel ed Eni al momento è diverso; la Repubblica Italiana non è più la proprietaria, oggi il capitale azionario è in mano ad investitori individuali (35%), ad investitori istituzionali (35%), Ministero Economia e Finanze (20%) e Cassa Depositi e Prestiti (10%).

Più che imprese a cui preme il benessere sociale, sono diventate dei prodotti finanziari. Al 70% degli azionisti interessa poco che tipo di servizio verrà svolto, la preoccupazione maggiore sarà la tenuta del titolo in borsa e non solo. Il 30% è ancora di tutti i poveri italiani, ma immaginiamoci se si potrà scontentare i salvatori della Patria che hanno risposto all'OPV disinteressatamente.   

 
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Commenti al Post:
pasquino44
pasquino44 il 08/09/11 alle 23:46 via WEB
Per la terza volta ho scritto un commento e non e partito.
(Rispondi)
santino.gobbi
santino.gobbi il 09/09/11 alle 17:26 via WEB
è arrivato "per la terza volta" gli altri non si vedono. Ho visto quello su FB. ciao tino
(Rispondi)
pasquino44
pasquino44 il 10/09/11 alle 17:26 via WEB
Ho scritto un quarto commento e non è partito, scommetto che questo arriverà, comincio ad avere un brutto sospetto che forse mi porterà a "bannare" libero per sempre. Ciao Pino.
(Rispondi)
robypiccol63
robypiccol63 il 09/12/11 alle 09:48 via WEB
Siamo stufi per non dire altro, non vorrei essere volgare, questi nuovi sacrifici che ci vengono imposti siamo anche disposti a farli ma chi ci dà la certezza che serviranno a risolvere il problema causato dalla politica spazzatura si perchè dovrebbero creare delle agenzie anche per la politica e sicuramente verrebbero declassati a spazzatura, questo vale non solo per la nostra politica ma a livello mondiale.Come si fà a discutere tra di loro solo per una questioni di voti mentre la gente si impoverisce sempre di più, non è più consentito che la Germania o la Francia comandino il nostro futuro solo per non perdere le elezioni.Chiudo dicendo solo una frasuccia cari politici fate in modo che i nostri sacrifici servino o sono cazzi amari.p.s a cosa ci serve poi la politica questo ancora non l'ho capito. Roby
(Rispondi)
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