Dedali...

Era da quel giorno che non andavo in aeroporto.
Tendo a ricordare "le ultime volte", soprattutto quando mi ricordano momenti che mi hanno segnata in seguito...

L'emozione dei bambini nel vedere gli aerei è anche un pò la mia. Se c'è un Peter Pan in ognuno di noi, credo che egli sopravviva in me quando entro in aeroporto.

Ogni aeroporto ha un odore. E' particolare. L'ho sempre captato. E' tipico.
Essenza di partenze e di ritorni. Di partenze che diventeranno ritorni. Di ritorni che diventeranno partenze.

Ricordi. Quanti ricordi.
File interminabili al caldo di agosto.
Gente sopita sui trolley all'alba... davanti ai nostri check-in...
Un ambiente insonnolito che si esita ad immaginare nella frenesia di sole poche ore dopo.

Non so dire con precisioni se rivivere questa atmosfera, in particolare quella di Fiumicino, mi dia eccitazione o uno stato di eccitante malinconia. Ma ogni volta... il mio cuore palpita... a mezz'aria fra gioia e tristezza...

Rivedere la divisa che ora è nel mio armadio... ordinata come una reliquia... mi ha fatto immaginare di indossarla anche ieri. Quella stessa divisa che tante volte significava "aiuto", "casa"... "accoglienza" in tutte le lingue... Quella stessa divisa che mi faceva sentire una vip per tutte le volte che mi si fermava chiedendo informazioni, anche le più banali!
E camminare nuovamente, con atteggiamento di sereno orgoglio... come quando percorrevo quello stesso tragitto di giorno... incontro al sole cocente e all'alba... perdendomi nella nebbia...

La torre di controllo... moderno faro guida...
Il tuono sordo di un aereo in decollo...
Le lucine lontane di un aereo in atterraggio... col suo musino delicatamente minaccioso... col suo carico di pensieri... di microstorie... E che tante volte ho visto vicino a me mentre mandavo nella sua pancia... umani!

Innumerevoli valigie... tante formichine colorate... stracolme di mondo... adesivi terribili di posto lontani, solo per dire "io ci sono stato!"

Tanti volti conosciuti... altri mai visti...
Alcuni mi scrutano come un ritorno, con la curiosità con la quale si osserverebbe un fantasma...
Altri con il piglio del "meglio a te che a me!"...
Altri ancora... più sereni... i miei amici/colleghi di sempre... quelli che mi abbracciano se mi vedeno... quelli del caffè alle 5 di mattina...

Consideravo l'aeroporto la mia seconda casa. Evadevo in lui dai miei malesseri. Una casa ammobiliata di divertimenti e di affanni... Di soddisfazioni e di delusioni... Di distrazioni e di stanchezze...
Ricordi... quelli tanti...

Ma è dopo il distacco che nutro sempre più forte il desiderio di ritornarci... di fare di nuovo parte di esso... Del suo irrequieto e irrefrenabile respirare... palpitare... seguire i secondi preziosi...

E' essere parte di esso che mi fa sentire me stessa...