Creato da: dottor_orloff il 21/10/2004
Un piccolo diario personale su gli strani effetti che provoca il cinema sulla vita e viceversa...

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Post N° 108

Post n°108 pubblicato il 26 Agosto 2006 da dottor_orloff
Foto di dottor_orloff

AMORE TOSSICO è da considerare come un'unica, rara perla cinematografica prodotta con tale coscienza che stupisce nella sua sensibilità e durezza.
Questo ritratto del mondo dell'eroina nella periferia romana, racconta qualcosa che non esiste più.
Cesare, Michela, Enzo, Loredana sembrano dei ritratti perduti di un'umanità di un sentimento ormai perduto come tra l'altro le loro semplice vite (la maggiorparte degli interpreti, veri tossici, sono finiti veramente male). E vuoi la povertà dei mezzi ( il film è a bassissimo costo) e la durezza di molte immagini (le pere sono filmate in primissimo crudissimo piano), tutto rende nella sua tragicità di una storia come tante ne sono successe tra gli anni 70 e gli anni 80.
Non c'è nessun moralismo in tutto questo. Il film è divertentissimo, sboccato.
Ma è l'unico ritratto di come l'eroina ha rovinato un'intera generazione di giovani proletari, inquieti, dove la generosità e l'affetto sono l'unico rifugio di una vita tragica.
A molti è sembrato troppo vistoso o esplicito, ma il finale con overdose davanti al monumento di Pasolini a Ostia,è del tutto giustificato.
Anche perchè Pasolini, la cui cultura il film sembra totalmente debitore, è stato uno dei pochi cantori e raffiguratori di questo mondo, il mondo di gente brutta, povera e drogata che è stato totalmente rimosso dalla nostra cultura.
Presentato da Marco Ferreri al festival di Venezia nel 1983, per anni il film è stato uno dei pochi outsider del cinema italiano.

 
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