Creato da: dottor_orloff il 21/10/2004
Un piccolo diario personale su gli strani effetti che provoca il cinema sulla vita e viceversa...

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« AL OTRO LADO DEL ESPEJO ...Messaggio #40 »

"Alcune considerazioni provvisorie sullo Stato fondato sull'amore"

Post n°36 pubblicato il 24 Giugno 2005 da dottor_orloff

"Ma in che cosa consiste il dovere? Il messaggio di von Stein lo definisce chiaramente e lo determina con le parole diventate una divisa: "Nell'amore verso Dio, il re e la patria!" (...) Questa è la libertà, che secondo il messaggio deve rendere felice il popolo: la libertà nell'adempimento del dovere, la libertà morale. Come già l'eguaglianza del messaggio si differenziò essenzialmente da quella che la rivoluzione francese proclamò, così si differenzia anche la libertà. E' libero il cittadino sovrano del popolo sovrano, insegnò così la rivoluzione; è libero colui che ama Dio, il re e la patria, così insegnò il messaggio; colà è libero il cittadino sovrano, qui il suddito affezionato; colà libertà civica, qui morale".
"Il dovere dell'amore forma, come vediamo, il centro della libertà morale. Come si suole aggiungere senza contraddizione, il cristianesimo secondo la sua intima essenza è la religione dell'amore. Quindi anche la libertà morale, che si concentra nell'unica legge dell'amore, sarà il più puro e cosciente adempimento del cristianesimo. Chi non è nulla altro che amore, ha raggiunto il più alto vertice, è veramente libero!-così suona il Vangelo della libertà morale. Quando questa convinzione si destò nei cuori, e li riempì della beatitudine trionfante, allora la forza dei despoti dovette essere troppo piccola contro la violenza di un simile sentimento, e il cristianesimo nella sua forma più radiosa, cioè come amore, affascinando i popoli si scagliò con coscienza di vittoria contro lo spirito della rivoluzione. (...) Ma cerchiamo di conoscere un poco questo nemico della libertà rivoluzionaria, l'amore! Si suole contrapporre all'amore l'egoismo, perchè la natura dell'egoismo porta con sè questo, che colui che lo segue si comporta senza riguardo agli altri, ossia spietatamente.-Se ora mettiamo il valore dell'uomo nell'autodeterminazione, cioè nel fatto che egli non è determinato da una cosa o da un'altra persona ma egli stesso è il creatore di sè, e quindi è ad un tempo creatura e creatore, è verosimile che l'egoista resti più di tutti lontano da questo fine. Il suo principio suona così: le cose degli uomini esistono per me! Se egli potesse aggiungere: anch'io esisto per essi,-allora non sarebbe più un egoista. Egli mira soltanto ad afferrare l'oggetto dei suoi desiderii; per esempio, corre dietro ad una fanciulla per la quale arde, allo scopo di sedurre questo oggetto amato (poichè quella fanciulla ha per lui soltanto il valore di un oggetto), ecc. Non gli viene in mente di diventare un altro uomo per amore di quella fanciulla, di fare di sè qualche cosa per meritarla con ciò: egli è come è. Appunto questo lo rende tanto spregevole che non si può scoprire in lui nessuna formazione di sè e destinazione di sè. Ben altrimenti fa colui che sente l'amore. L'egoismo non cambia l'uomo, l'amore fa di lui un altro uomo. "Da quando egli ama, è diventato un tutt'altro uomo", si suole dire. Ma egli come amante fa anche realmente qualche cosa di sè, in quanto che estirpa da sè tutto ciò che non piace alla donna amata, volontariamente e devotamente si lascia determinare, e trasformato dalla passione dell'amore si orienta verso l'altra persona. Se nell'egoismo gli oggetti esistono soltanto per me, invece nell'amore anch'io esisto per essi: noi siamo l'uno per gli altri, e viceversa. Lasciamo però l'egoismo al suo destino e paragoniamo piuttosto l'amore con la determinazione di noi stessi, ossia con la libertà. Nell'amore l'uomo determina se stesso, dà a sè una certa impronta, diventa creatore di sè. Ma egli fa tutto ciò per amore di un'altra persona, non di sè medesimo. La determinazione di sè dipende ancora dall'altra persona; è in pari tempo determinazione per opera di un altro, è passione: l'uomo amante si lascia determinare dalla donna amata. L'uomo libero invece non si determina ne' per opera d'un altro ne' per amore di un altro, ma puramente da se stesso; egli comprende se medesimo, e in questa comprensione di sè trova l'impulso a determinare se medesimo: soltanto col comprendersi egli agisce ragionevolmente e liberamente. C'è molta differenza tra il venir determinati da un altro o da se stessi, tra l'essere un uomo innamorato o un uomo ragionante. L'amore vive di questo concetto, che ognuno faccia per amore di un altro quello che fa, e la libertà vive del concetto che ognuno faccia per amore di se stesso quello che fa; colà si spinge la deferenza verso un altro, qui io spingo me stesso. Pertanto l'amore e la libertà sono due concetti irreconciliabili. L'uomo che sente amore agisce per amore di Dio, dei fratelli, ecc., e in genere non ha volontà propria: "sia fatta non la mia ma la tua volontà", questo è il suo motto; l'uomo ragionante non vuol compiere altra volontà che la propria, e stima colui che ha una volontà sua, non colui che segue la volontà di un altro. Quindi l'amore non ha ragione contro la libertà, perchè soltanto nella libertà la determinazione di sè diventa verità".

"Ma come appare l'amore al cospetto della libertà? La sposa di Corinto pronunzia quelle orribili parole con cui viene rivelato l'atroce delitto dell'amore contro la libertà: "Qui avvengono sacrifizi, non di agnelli ne' di tori ma inauditi sacrifizi di uomini!" Sì, inauditi sacrifizi di uomini! Perchè ciò che precisamente fa dell'uomo un uomo, la libera volontà, l'amore lo caccia via dal suo trono sovrano, dichiarando che il proprio regno rende completamente felici, e lo fulmina, e sollevato sulle spalle di schiavi proclama l'onnipotenza della mancanza di volontà. Poichè cose simili non si possono dire in tutti i tempi, qui facciamo punto e rimandiamo a occasione più favorevole la dettagliata esposizione dei fenomeni dello Stato fondato sull'amore. Allora incontreremo dappertutto la tesi che l'uomo che ama non ha volontà ma soltanto desiderii, e vedremo quanto fosse profetica la grande parola del governatore di Berlino, conte di Schulenburg: "Il restare tranquillo è il primo dovere del cittadino!" Nelle braccia dell'amore la volontà riposa e dorme, e vegliano soltanto i desiderii, le "petizioni". Certamente, anche questa epoca del regime dell'amore conduce una lotta: la lotta contro gli uomini senza amore. Poichè la concordia degli animi è la sostanza dell'amore, poichè principi e popoli sono congiunti nell'amore, essi devono eliminare ciò che vuole allentare il vincolo dell'amore: cioè i malcontenti (demagoghi, carbonari, le Cortes in Ispagna, la nobiltà in Russia e Polonia, ecc.). Costoro infrangono la fiducia, la devozione, la concordia, l'amore; "teste inquiete" disturbano la tranquillità della fiducia,-il primo dovere del cittadino è quello di restare tranquillo!"


 
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