Creato da gipsy.mm il 05/09/2011
sognare è come volare
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Idah Saidan Wa Sanah Jadidah, o meglio: Buon Natale!
Cosa fa più male nel sentito collettivo, “l’uomo bomba”
Oppure l’incomprensione che nasce dalla tomba
Dei valori umani, quelli che ci rendono fratelli
Travalicando ideologie e colore delle pelli?
Da ogni angolo del pianeta s’alzano grida di dolore
Voglia di riscatto di chi domanda pane ed amore.
Rispondono i fucili che regalano la guerra
Le multinazionali che si spartiscono la terra
Padroni, governanti, avventurieri, facile guadagno
Novelli negrieri, non affamano per natural bisogno
Lo fanno per potere di grandezza, fama, potenza.
Per costoro non c’è legge al di fuori della forza
Alla quale tutto è sottomesso che nasca dai denari
Oppur dall’armi, nel portar dolori, non sono avari.
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Primo novembre, giorno di festa
nella stanza, con la finestra aperta.
Gocce di pioggia entrano briose,
l’eco tra le piante: parole tempestose.
Nello spazio buio sono apparsi lumicini
danzano tranquilli, in frotta, a me vicini.
scintillio di luci, riverbera il calore
e la gioia che prorompe dentro il cuore.
abbracci e baci, la notte sfuma,
le scintille si spengon nella bruma.
Avanza l’ultimo bagliore rosa
vestito col bianco abito da sposa,
mi lascia un bacio, il volto sorridente,
sparisce anch’esso, con gli altri, nella mente.
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Sono io, forse, caduto all’inferno
or che un angelo mi tiene per mano?
Al diavolo dice: “lascialo andare”
Al cielo implora: “che torni a sognare”
Gli occhi umidi, pieni di pioggia
Leniscon del fuoco, l’insana voglia,
io combattuto tra braci infuocate
e l’elegia di infantili risate,
io che mi lavo con la lussuria,
lui che implora ed urla alla furia,
lui che sprona ad alzare la testa
fuor dall’inferno, tornare alla festa.
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La mia rana canterina
s'è svegliata stamattina,
Tutto il giorno sulla foglia
A sperar che qualcun la voglia
Passa un’ape laboriosa
Sempre in giro, senza posa
Sopra i fiori, la vicino
Si ferma per un riposino.
La ranocchia canta felice
La chiama e poi le dice
“presto vieni, apetta gialla,
vieni qui, giochiamo a palla”
Non lo posso certo fare
Latte e miele vo a cercare.
La regina, mia madrina,
l’ha ordinato stamattina
La ranocchia indispettita,
gia scordata la partita,
con un salto s’è tuffata
sotto la foglia s'è rifugiata
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S’è creata un’osmosi fatale
tra amore vero e quello banale
ogni flusso è ormai rovesciato,
lo stomaco duole, manca anche il fiato.
Sentimenti gettati alle ortiche,
la carne sanguina per le ferite,
la mente ha perduto ogni nesso
e le membra son tese nel sesso.
Questa linfa che linfa non è
Va al contrario e fugge da me.
Vorrei vedere dentro i tuoi occhi
brillare il ricordo di antichi balocchi,
sopra un campo di margherite
sfogliare l’ore delle nostre vite
andando a ritroso ed urlando ti amo
ad ogni petalo cercando la mano
di chi aprì i miei occhi sul mondo
ed or si riflette sui petali attorno
Vorrei, ma lo so, io non posso
Riavvolgere il tempo sopra se stesso,
guardare gli occhi grandi di mio padre,
chiedere il perdono di mia madre,
stringere l’amata fortemente al petto,
piangere con lei sull’amor diletto
ed i figli che non ho goduto
portarli con me sopra il mio prato.
In mezzo a quelle margherite
per poter curare tutte le ferite
per tornare ad essere me stesso
dentro il presente che ho fuggito…
Adesso!
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Inviato da: gipsy.mm
il 16/07/2023 alle 09:52
Inviato da: acquasalata111
il 15/07/2023 alle 19:21
Inviato da: acquasalata111
il 17/06/2023 alle 22:01
Inviato da: gipsy.mm
il 16/06/2023 alle 19:07
Inviato da: acquasalata111
il 16/06/2023 alle 17:35