Un blog creato da blackcat23 il 08/05/2005

misunderstood

il viaggio,la musica,la follia....ilmio mondo alla ricerca della notte...

 
 
 
 
 
 

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IL MIO POETA...

 

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l'agata si mescola al metallo.

Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano s'inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,

vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa

un'aria sottile, un temibile profumo ondeggiano intorno al suo corpo bruno.

BAUDELAIRE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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non potevo evitare di soffocare il mio respiro...
i tuoi occhi hanno chiesto il mio aiuto...

sono solo in compagnia del tuo destino...(Jack the Ripper)

 
 
 
 
 
 
 

PABLO PICASSO...

"L'arte non è mai casta, si dovrebbe tenerla lontana da tutti i candidi ignoranti.
Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Sì, l'arte è pericolosa.
Se è casta non è arte."   (Pablo Picasso)immagine

 
 
 
 
 
 
 

 

 
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SIGUR ROS

Post n°57 pubblicato il 01 Novembre 2005 da blackcat23

"TAKK…" arriva tre anni dopo "( )". Vuol dire "grazie" e, a detta del cantante e chitarrista, Jonsi Birgisson, è un disco felice e ottimista. Ma con un'eredità scomoda. Quella di fronteggiare i paragoni con l'eccellente predecessore. Quasi la stessa eredita dello stesso "( )", che era riuscito però a ripetere senza problemi il successo dello sconvolgente "Ágætis Byrjun".

Non più indipendenti, passati a una major, non cambiano però mentalità e propositi. Al contrario, sembrerebbe un paradosso, nel nuovo lavoro manca una potenziale canzone da mainstreaming al livello di "Svefn-g-englar" (alta rotazione su Mtv) o "Njosnavélin" (colonna sonora di "Vanilla Sky"). Un po' come in "( )", troviamo dei brani con melodie tutt'altro che immediate, arrangiamenti compositi e avvolgenti, irrinunciabili vampate post-rock e shoegazer. Emerge però una minore propensione a dilatazioni che lasciano il posto ad aperture sinfoniche più frequenti e curatissimi inserti di archi e tastiere, sempre adeguati e mai eccessivi. Il suono Sigur Rós è ormai plasmato e inconfondibile. Altra novità significativa è rappresentata dal momentaneo abbandono dell'hopelandic, la lingua inventata da Jonsi che avevo reso inimitabile l'indecifrabile "( )" con le sue otto tracce senza titolo. Per il sollievo di qualcuno, questa volta, contro la loro indole, ("Trovare dei titoli per i nostri brani è una fatica alla quale rinunceremmo volentieri") hanno assegnato un titolo alle undici tracce che scorrono nei sessantacinque lunghi minuti di "TAKK…".

L'omonima apertura, un tripudio di campanellini, è il prologo ideale per iniziare a immergersi nelle atmosfere oniriche e rarefatte di un disco aperto dalla vellutata "Glósóli". Il singolo, che si manifesta in un chiarore intorbidito da un anomalo scratch di sottofondo e dal caratteristico stridore delle corde della chitarra pizzicate dall'archetto di violino. La tensione cresce fino ad esplodere ricordando da vicino i Mogwai. La voce si perde, disorientata tra i tuoni della devastante batteria di Orri e le distorsioni di una chitarra crudele e annebbiante. La celesta, elemento caratterizzante dell'album, chiude la scena e apre alla romantica "Hoppipolla", il brano più veloce e movimentato nell'incalzante ritmo scandito da piano e batteria. Tra fiati, violini e il falsetto ipnotico di Jonsi che sembra più che mai la risposta maschile a Björk. Nella sincopata "Með blóðnasir" i controtempi esaltano la linea melodica delle tastiere confermando la loro mai nascosta vocazione post-rock. Con "Sé lest" si ritorna a respirare aria di Islanda. Una lunga suite dove celesta, xilofono e voce sembrano raccontare una di quelle fiabe nordiche, eccentriche e angoscianti, tra gelidi controcori ed emozionanti sviolinate da lasciare senza fiato. Il tappeto di tastiere di Kjartan disegna paesaggi freddi e desolati. Suggestioni rievocative emergono in improvvisi pathos che si affievoliscono intimoriti fino alla liberatoria e festosa sinfonia finale tra walzer e Beatles di Sgt. Pepper. Sicuramente uno dei momenti migliori dell'album insieme a "Sæglopur" e "Gong".
La prima nasce da un piano caldo e new-wave che ricorda non troppo da lontano "Because the night" di Patti Smith, in cui si inseriscono i gorgheggi di Jonsi tra rumorini ambient e sognanti campanellini. Ammaliante. L'incantesimo è rotto dal brutale cambio di tempo innescato dal secco basso di Georg e dai timpani, spietati, che dilatano il brano in un fuoco confuso. Ma i violini spengono subito il fuoco nella nostalgica chiusura orchestrale. La seconda è un distillato di malinconia. Gli archi delle Amina (fedeli collaboratrici) aprono ad un arpeggio dream-pop. Rassegnato, poi disperato nei vocalizzi, il canto di Birgisson si inserisce in un'ossatura dark e claustrofobica. La base ritmica, dopo un breve solo che sembra uscito fuori da Kid A dei Radiohead, si spegne improvvisamente in un piano spettrale. Tutto si riaccende in un turbine da disastro naturale. Le dissolvenze di piano e archi fanno riemergere l'arpeggio che si lega con eleganza al brano successivo, "Andvari". Qui le reminiscenze Radiohead sono ancora più eloquenti, sia nell'accompagnamento che nel cantato, dove la malinconia si manifesta in un ipnotico e delicato lamento.

Completano l'album "Mílanó, dalla città in cui fu provata per la prima volta, toccante post-rock sinfonico che alterna soffusi sussurri a crescendo solenni, "Svo hljótt", apertura alla Pink Floyd e vertiginose accelerazioni che ne turbano la tranquillità e "Heysátan" (a dispetto del titolo, si traduce "balla di fieno"), minimalista tra tastiere sofferte e linea vocale pop per un inaspettato finale ambient. Sembra avere tutti i caratteri del brano lungo, lento e dilatato, invece sfuma dopo soli quattro minuti.

"TAKK…" conferma la grande abilità dei Sigur Rós di reinventarsi senza perdere la propria identità né ripetere copioni già scritti. Dagli anni novanta in poi l'impresa di realizzare tre capolavori tra i primi quattro dischi prodotti è riuscita solo a loro e a pochi altri artisti.

chissa come saranno!!!provo a scaricare qls!!!

vi faccio sapere!!bacetti black

Commenti al Post:
guardians41
guardians41 il 01/11/05 alle 20:27 via WEB
ASCOLTERO' QUESTA TUA PROPOSTA MUSICALE E TI FARO' SAPERE! BACIO STREGATO! :)ROB TVTB
 
Nekrophiliac
Nekrophiliac il 01/11/05 alle 23:12 via WEB
L'ho scaricato giorni fa e non sono rimasto deluso...
 
KoRn_78
KoRn_78 il 02/11/05 alle 13:49 via WEB
Mmm...anche per me è la prima volta con loro...ti dirò se m'è piaciuta! ;) Bashone fata-gattosa, Cla
 
guardians41
guardians41 il 04/11/05 alle 15:08 via WEB
CIAO GATTINA NERA HO SCARICATO ED ASCOLTATO TAKK DEI SIGUR ROS DEVO DIRE CHE E' UN GRAN BEL DISCO TANTE LE INFLUENZE NELLE OTTO LUNGHISSIME COMPOSIZIONI DI QUESTO DISCO (MEDIA DI CIRCA 8MINUTI): CI SONO ECHI CHE RICORDANO I RADIOHEAD (SOPRATTUTTO NELLE PARTI VOCALI) CI SONO LE RITMICHE CATATONICHE E ULTRADILATATE DEL POST ROCK E DELLO SLO CORE DEI LOW CI SONO ECHI CHE RICORDANO I PINK FLOYD E PIU' IN GENERALE DELLA PSICHEDELIA PIU' ETEREA MA CREDO CHE LA GRANDE FORZA DEI SIGUR ROS STA PROPRIO NEL RIUSCIRE A REINVENTARE TUTTE QUESTE LORO ISPIRAZIONI SECONDO LA LORO PERSONALE OTTICA ED ESPRIMERSI CON UN SUONO E UNO STILE UNICO NELL'ATTUALE MONDO ROCK. BACIO STREGATO :)ROB TVTB
 
 
blackcat23
blackcat23 il 06/11/05 alle 11:13 via WEB
miao rob,sono contentissima che ti siano piaciuti!!!scusa se nn ti ho risposto prima ma ho avuto da fare!!!!un mega bacione!!!black
 
n.cave
n.cave il 04/11/05 alle 19:50 via WEB
Mi apri un mondo nuovo! Ciao gattina nera!!!!
 
guardians41
guardians41 il 06/11/05 alle 11:23 via WEB
CIAOOOO GATTINA NERA UN BACIO STREGATO PER UNA MERAVIGLIOSA DOMENICA :)ROB TVTB
 
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immagine..la camera era nuda
come le nostre anime

da quella finestra vedo rispecchiare i miei stati inquieti
non oso entrare...

ho voglia di uscire,
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io non saro' mai tua....
tu...non mi cercherai...

 
 
 
 
 
 
 

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immagine..OH tu Dana,
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