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Sto segnando da tempo con croci di fuoco l'atlante bianco del tuo corpo. La mia bocca era un ragno che passava nascondendosi. In te, dietro te, timorosa, assetata. Storie da raccontarti sulla sponda della sera, perché tu non sia triste, bambola triste e dolce. Un cigno, un albero, qualcosa che è lontano e gioioso. La stagione dell'uva, la stagione matura e piena di frutti. Io che ho vissuto in un porto e da lì ti amavo. La solitudine solcata di sogno e di silenzio. Rinchiuso tra il mare e la tristezza. Silenzioso, delirante, tra due gondolieri immobili. Tra le labbra e la voce, qualcosa va morendo. Qualcosa che ha ali d'uccello, fatto d'angoscia e d'oblio. Così come e reti non trattengono l'acqua. Bambola mia, restano solo gocce tremanti. Eppure, qualcosa canta tra queste parole fugaci. Qualcosa canta, qualcosa sale fino alla mia avida bocca. Oh poterti celebrare con tutte le parole della gioia. Cantare, bruciare, fuggire, come un campanile nelle mani di un folle. Mia triste tenerezza, in cosa muti all'improvviso? Quando o raggiunto il vertice più ardito e freddo il mio cuore si chiude come un fiore notturno.
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Come pesano...
COME PESANO QUESTE GIORNATE.
NON C E FUOCO CHE POSSA SCALDARE,
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SOLO IL VUOTO C E,
SOLO LE COSE GELIDE E SPIETATE
E PERFINO LE CHIARE STELLE
MI GUARDANO SCONSOLATE
DA QUANTO HO SAPUTO NEL CUORE
che anche l amore muore.
H. Hesse.
26/11/2008
Una giornata come tante, ma diversa da tutte e per sempre.....
Quel dolore che provi, che non riesci a capire da dove possa arrivare. Che non ti dà spiegazioni. Che ti sbatte giù come una grande onda che non avevi visto, che ti ha preso alle spalle, che ti travolge, che ti leva il respiro, ti fa ruzzolare sulla sabbia bagnata, su quei passi che ti sembravano così certi nella tua vita. E invece no.
PAPI MI MANCHI, MI MANCA IL TEMPO DI VIVERTI DI NUOVO, DI POTERTI DIRE QUELLO CHE ORA HO CAPITO.
è la voglia di essere ancora bambina, di essere amata, di tornare indietro, di non crescere, di avere bisogno del suo AMORE PURO.