Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da tuttiscrittori
 

Vetrina d'Autore: in questa sezione pubblichiamo lavori di scrittori già noti, amici di tuttiscrittori.it, per loro gentile concessione.  in questo numero ci offrono "Rane fritte alla casalinga" di Sara Cerri

Sara Cerri è una scrittrice che ama raccontare dell’adolescenza e delle stagioni del mare. Ci parla di vita vera, di  malinconia e di tormenti, ma anche di speranza e di voglia di andare oltre. “Nel mare, come nella vita, ansie, paure e incertezze si superano così, tenendo la testa fuori”.
Spirito creativo, amante della musica e del teatro, ha fondato anche una compagnia teatrale che produce e presenta spettacoli  basati sull’antica tecnica delle ombre cinesi.
Ha pubblicato finora otto opere
(http://www.saracerri.it/libri.htm) e oggi regala – a noi e a tutti i nostri amici – questo delizioso racconto, “Rane fritte alla casalinga”, dimostrando anche altre brillanti doti… leggete leggete!

Rane fritte alla casalinga

Procuratevi alcune rane...

Durante quella notte si procurò facilmente quattro rane che vivevano da sempre ai margini di un laghetto artificiale nei pressi della loro nuova casetta in campagna e la notte erano solite gracidare echeggiando nell'aria silenziosa.

Legò le piccole prede una all'altra, passando attorno ai loro busti un leggero filo di ferro, facendo attenzione a non lacerare le parti di quei corpicini. Le nascose in un vaso di coccio, ricoprendole accuratamente con alcuni strati di cotone idrofilo perché ne ovattasse i clamori e se ne tornò a letto, tanto eccitata al pensiero del fantastico pranzetto che l'indomani avrebbe preparato, che non riuscì a dormire. Alle otto salutò premurosamente il marito sulla porta

di casa.

...Dopo aver risciacquato le vostre rane, mettetele in una pirofila con un

poco di vino bianco, sale, pepe, un po' di prezzemolo e un po' di cipolla

tagliuzzata e un nonnulla di noce moscata, mescolate bene e lasciatele così

per almeno un'ora...

Così fece, adagiando le prede molli e vive in quell'intingolo, mentre

cercavano di liberarsi attorcigliandosi con rapidi movimenti su se stesse e per

un'ora ne studiò il comportamento, spingendole prontamente verso il fondo,

ogni qualvolta cercassero di venire a galla.

... Trascorso questo tempo asciugatele leggermente, infarinatele, passatele

nell'uovo sbattuto e friggetele...

Fu colta da un attimo d'indecisione, poi tuffò le mani nella marinata unta e

profumata per acchiappare quelle bestie che continuavano ad agitarsi e a

dimenarsi; nell'afferrarle, per collocarle in un panno bianco e morbido, chiuse

gli occhi e sentì qualcosa di molto leggero tra il pollice e l'indice della mano

destra: una zampa anteriore era rimasta vibrante tra le sue dita. Subito pensò

che una rana mutilata non avrebbe figurato e subito ricucì il moncherino con

ago da lana e spago da cucina, distribuendo abili punti invisibili e non senza

difficoltà, tra gli schiamazzi e i moti inarrestabili della restaurata.

Riuscì a compiere le ultime istruzioni sciogliendo il filo di ferro e fermando gli

arti dei manicaretti con pinze da bucato; allora vide l'olio fumante che

attendeva l'ultima sua mossa, le liberò e le gettò dentro la padella una dopo

l'altra. Per evitare che saltassero, bastò adagiare sul perimetro della pentola

un banale para-schizzi, premendolo con forza per scongiurare l'ultimo

tentativo vitale delle bestie che si rattrappivano irrigidendosi negli ultimi istanti

della loro vivacità.

... Ponetele in un vassoio bianco, rotondo, circondate da un tappeto di verde

e fresca insalatina tagliuzzata e... buon appetito.

 

 
 
 
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