Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Piccole cose

Post n°20 pubblicato il 22 Novembre 2007 da tuttiscrittori
 

Un racconto di Raymond Carver.  Possiamo parlarne...

        In precedenza, quel giorno, il tempo era cambiato e la neve si stava sciogliendo in acqua sporca. Rivoletti di quell’acqua scorrevano sulla finestrella bassa che dava sul retro. Le macchine passavano frusciando sulla strada che si stava facendo sempre più buia. Ma si stava facendo sempre più buio anche dentro casa.

            Lui era in camera da letto e riempiva la valigia di vestiti quando lei apparve sulla soglia.

            Sono proprio contenta che te ne vai! Sono proprio contenta!, disse lei. Mi senti?

            Lui continuò a mettere le sue cose nella valigia.

            Brutto figlio di puttana! Sono proprio contenta che te ne vai! Scoppiò a piangere. Non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, vero?

            Poi notò la foto del bambino poggiata sul letto e la prese.

            Lui la guardò e lei si asciugò le lacrime e lo fissò per un po’ prima di voltarsi e di tornare nel soggiorno.

            Riportala qua, le disse lui.

            Pigliati la tua roba e levati di torno, disse lei.

            Lui non rispose. Chiuse la valigia, si mise il cappotto, si guardò intorno in camera da letto prima di spegnere la luce. Poi andò in salotto.

            Lei era in piedi sulla soglia del cucinino, con il bambino in braccio.

            Voglio il  bambino, disse lui.

            Ma sei matto?

            No, ma il bambino lo voglio lo stesso. Poi farò venire qualcuno a prendere le sue cose.

            Tu questa creatura non la tocchi, disse lei.

            Il bambino si mise a piangere e lei gli scostò la copertina dalla testa.

            Oh-oh, disse, guardando il bambino.

            Lui fece un passo verso di lei.

            Per l’amor di Dio!, disse lei, arretrando nella cucina.

            Voglio il bambino.

            Vattene via!

            Lei si girò e cercò di tenere il bambino riparato in un angolo dietro la stufa.

            Ma lui si avvicinò. Allungò le braccia oltre la stufa e mise le  mani sul bambino.

            Lascialo andare, disse.

            Va’ via, vaì via!, strillò lei.

            Il bambino si era fatto tutto rosso in faccia, e urlava. Nella lotta fecero cadere un vaso di fiori appeso dietro la stufa.

            Lui allora la spinse contro il muro, cercando di farle mollare la presa. Teneva stretto il bambino e spingeva con tutto il suo peso.

            Lascialo, disse.

            Non fare così, disse lei. Fai male al bambino, disse.

            Non gli faccio male, no, disse lui.

            La finestra della cucina non dava alcuna luce. Nella penombra lui cercava di allentare le dita di lei strette a pugno con una mano, mentre con l’altra stringeva per un braccio, vicino alla spalla, il bambino che urlava.

            Lei sentì che stava per cedere e aprire le dita. Sentiva che il bambino le veniva sottratto.

            No!, gridò nel momento in cui le sfuggì la presa.

            L’avrebbe avuto lei, il bambino. Cercò di afferrarlo per l’altro braccetto. Riuscì a prenderlo per il polso e tirò con forza.

            Ma anche lui non voleva mollarlo. Sentì il bambino scivolargli dalle mani e tirò anche lui con molta forza.

            In questo modo, la questione fu risolta.

(tratto dal libro "Da dove sto chiamando")

 
 
 
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Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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