Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Post n°163 pubblicato il 15 Maggio 2009 da tuttiscrittori
 
Foto di tuttiscrittori

 

Latitanza degli scrittori, ovvero essi stessi negano la loro stessa parola. Non la riconoscono quindi si rivelano mal disposti ad accettarne la naturale destrutturazione a seguire la lettura, evitano di scendere in campo e poco o nulla si comprende un atteggiamento simile, tanto meno lo si giustifica. Pensano, costoro, esauriti gli argomenti circa i lavori presentati? Ebbene, sbagliano. E di grosso. Ché da dire ce n’è eccome. Con quali e quante risorse può lavorare un blog di scrittura, ovvero proporre testi in lettura e ricavare da quest’ultimi materiale che venga definito cultura? Uso di proposito i termini “lavorare” e “materiale”, in buona sostanza la parola, seppur in ambito più alto rispetto ad elementi diversi, è comunque materia da plasmare. E sulla quale lavorare, prima e dopo il prodotto finito. Il quale non esaurisce la sua completa  potenza una volta che è reso pubblico, bensì la rafforza, la incanala, la sviscera. Un brano, quando è edito, non sta lì solo per fare bella mostra di sé, nemmeno il più interessante e ben scritto, sta lì per essere discusso, affinché altri ne nascano. Parlarne, dunque. Pena, la sterilità, la perdita, la disaffezione alla parola medesima. In un botto: il silenzio. E il silenzio fa male, sempre e comunque e dovunque. Se manca vis critica a produrre dibattito, dibattito langue e non c’è ragione di calcare lande semi deserte. Vengano, in primis gli autori e poi i lettori: non si è tra gli uni né tra gli altri quando pagina sbianca.

 
 
 
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