tutto casa e lavoro
salute fisica- psichica del buon lavoratore-consumatore
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Sono stanco di ripetermi sull’importanza delle liberalizzazioni,
sull’apertura dei mercati ed eliminazione di monopoli e cartelli.
Ho voglia di cazzeggiare e pensare a quanto è ingiusto un mondo
che ha come valori primari la bellezza e la ricchezza,
l’apparire invece dell’essere.
Spesso bellezza ostentata grazie al chirurgo o estetista,
spesso ricchezza ostentata grazie a mutui e prestiti;
buttare l’auto, il cellulare in perfette condizioni
per inseguire l’ultimo modello, status symbol.
Ma come disse Machiavelli: il fine giustifica i mezzi.
L’importante è essere belli e ricchi.
ed invece mi rifiuto: non è l’abito che fa il monaco!!
Non è giusto vedere la fila all’ufficio della bella collega
compreso l’innamorato della moglie, il prete mancato o il gay
solo perchè rispetta i canoni fissati dalla pubblicità
mentre quella bassa e grassottella, magari più intelligente,
più colta e competente sul lavoro non se la caga nessuno.
Non è giusto vedere quello piantato dalla moglie
di presenza discreta ma triste, che non sa più sorridere
non riuscire a rimediare uno straccio di compagnia
mentre il palestrato che legge solo tuttosport e grande ballista
conoscendo i trucchi del mestiere ha l’imbarazzo della scelta.
E mi chiedo sempre ma perché non guardare oltre la facciata?
Ma chi l’ha detto che è più piacevole conversare con una bella,
ma chi l’ha detto che è più gratificante fare sesso
con quella che ha i tacchi alti, indossa la mini e porta la quarta?
Ma continuando a cazzeggiare non critico solo
chi giudica il piacere in base all’apparenza,
ma anche i tanti che vivono una vita virtuale
innamorati dell’amore o desiderosi di sesso.
Quanti colleghi si eccitano al pensiero di un appuntamento
rimediato in chat senza avere mai visto in faccia il-la partner;
quanti colleghi messagiano dolci paroline d'amore on line
senza mai aver udito, per mesi, la voce dell'interlocutore.
Ma io mi chiedo: uno sguardo, un tono di voce, il taglio di capelli, le mani
non spiegano quasi sempre meglio di un diluvio di parole testuali?
È proprio vero: spesso l’illusione ha più importanza della ragione;
per sopravvivere alle durezze del reale ci culliamo nel virtuale.
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