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Sono uno dei 5 milioni di abbonati sky. Si è vero che grazie al terrestre ci sono tanti canali gratis in più ma sky fra serie tv, documentari, news ha una marcia in più. Senza contare nitidezza delle immagini che è nettamente superiore grazie all’hd satellitare. Quello che fa incazzare è che, nonostante si tratti di un servizio a pagamento, la pubblicità è massiccia.
Dedico alla tv un massimo di due ore giornaliere, al momento seguo criminald mind, national adventure ed history ma non mi faccio mancare le partite della mia squadra del cuore: la juve.
Tifoso fin dall’infanzia cominciando con lo scambio di figurine con il tempo sono diventato meno sfegatato ma adesso che finalmente Conte, dopo anni di magra, ci ha riportato ai vertici con il bel gioco è un piacere godersi lo spettacolo.
Ciò che però mi ha colpito maggiormente della sfida al vertice Juve-Udinese è stata il duello di 90 minuti fra Matri ed il portiere friulano Handanovic, entrambi bravissimi.
E come altre volte nel seguire le prodezze di diversi ex giocatori del Rimini targato Acori mi assale la rabbia nel constatare quale magnifica occasione noi riminesi abbiamo perso.
Beh si, perché tanti giocatori che tuttora militano in serie A sono del mitico Rimini dei lontani 2006/2007. Calciatori che rispondono al nome di Handanovic, Matri, Moscardelli, Ricchiuti, Jeda, Viviani, Righi e forse altri.
Un Rimini allenato dal semisconosciuto Acori, un Rimini gestito dall’immenso Bellavista, patron della Cocif; un imprenditore lungimirante e generoso che grazie alla competenza ed al capitale ha saputo creare una squadra che arrivo fino al 5^ posto in serie B.
Un Bellavista che aveva riempito lo stadio creando un entusiasmo contagioso che non si vedeva dai lontani anni in cui allenava uno sconosciuto Arrigo Sacchi: Arrivo a parlare di programmazione avente come obiettivo la prima serie A.
Ma arrivò il 21 maggio 2007 che portò la sua morte. Tutto finì con lui.
Gli altri imprenditori nel giro di poco tempo si defilarono fino a fare fallire e ripartire la squadra dalle serie inferiori.
E pensare che non mancano i quattrini a Rimini, capitale del turismo, dove gli sportelli bancari spuntano dappertutto. Ma negli anni nessuno a parte Bellavista ha avuto il coraggio di investire nel calcio casalingo nonostante Rimini è una vetrina ed un palcoscenico di prim’ordine con turismo balneare ma pure congressuale e fieristico e quindi annuale.
Sono così deluso che da allora non seguo più le vicende sportive del Rimini, non so neppure in che serie giochi!!
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