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« Lui | Quel piacere » |
Post n°2 pubblicato il 04 Settembre 2013 da falena_blu7
Lo vidi. Era lì, seduto al tavolo di fronte al mio con l'aria scanzonata mentre consumava il gelato, che dimorava nella coppa contornata di frutta. Portava la palettina da gelato alla bocca con lentezza, e quando la raggiungeva posava il suo sguardo su me in un modo così suadente che scuoteva i miei sensi. Gustava il gelato dando risalto alle mandibole coperte da una fitta barba incolta. Passava la lingua sulle labbra per dare conferma al piacere che provava. I suoi occhi neri fissavano i miei. Sentivo addosso ogni gesto che solo con le intenzioni del suo sguardo riusciva a regalarmi, generando lungo la mia schiena brividi che scorrevano simili al movimento sinuoso di un serpente che copre il suo percorso, avanzando determinato. Immaginavo la sua bocca accarezzarmi. Immaginavo il suo respiro crescere, e sfiorarmi il collo. Immaginavo sentirmi stringere dalle sue braccia e la sua voglia premere forte. Fu la sua voce a scuotermi dal mio sogno ad occhi aperti. Mi aveva raggiunta e aspettava che la mia mano tocasse la sua. Gliela porsi e fu in quel momento che in me si ripropose prepotente il serpeggiare di quel brivido che non si era ancora spento, ma che si riaccendeva prepotente. Accavallai le gambe e le strinsi più che potevo. Sentii piacere. Ero conscia di quanto umide fossero le mie mutandine. Sapevo che lui lo intuisse e fu allora che sfiorò il mio braccio. Quello che generò fu simile a un lento tormento dal quale non riuscivo a sottrarmi e che speravo non smettesse, ma che perseverasse andando oltre. Immaginavo le sue carezze generose. Immaginavo le sue mani decise immerse su me e i miei sensi rispondere. Immaginavo invadermi dentro dalla sua bocca. Immaginavo il tormento del suo darmi e lasciarmi. Immaginavo le mie suppliche a prendermi. Immaginavo quanto forte e intenso fosse il mio piacere. Ero dentro al momento di diletto unico e straordinario, che solo la mente riesce a generare dietro il desiderio e attraverso l'immaginazione. L'uomo che avevo di fronte teneva la mia mano nella sua, e con l'altra sfiorava il mio braccio, mentre il suo sguardo era riuscito a soggiogare la mia voglia.
Sei determinato, sei tenero, sei ammaliante, e godo a saperti tra le mie cosce. Ti raggiungo nel mezzo della notte, e ti travolgo, e ti appago |
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Tuttavia, rammenta che sta sempre in mezzo al sogno e alla realtà la veridicità delle cose.