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Post n°3 pubblicato il 14 Settembre 2013 da falena_blu7
Quando giunse con quel pacchetto tenuto tra le mani fu il mio sguardo a fermarsi nel suo, e fu così che lo tenni nella memoria per tutto il tempo che venne dopo.
Me lo diede senza smettere di guardarmi. Fu sorprendente scoprire la boccetta di olio profumato all'arancio. Sapevo già cosa sarebbe servito e ne sarebbe stato. Le sue mani scolpirono il mio corpo, e io sentivo crescere il brivido prepotente farsi strada. Nulla mi impedì di schiudere le labbra e offrirle alla sua bocca che le prese insieme al mio respiro. Scostò i miei capelli dal collo e ci pose le dita, che lente lambivano la mia pelle. La sua non lasciava la mia bocca. Immaginavo i suoi occhi chiusi immersi nel desiderio. E come narra il tempo di cose andate, quelle di quella volta furono ancora da provare e riprovare dopo un bacio dato con intraprendeza a generare il solco di un momento senza fine, rimasto appeso tra la voglia di dire e quella del fare. Furono le sue mani unte di olio d'arancio a segnare la mia pelle. Le parole accompagnavano i dettagli del suo desiderio, e il pensiero valicava confini segreti sepolti nei suoi occhi. Fu un viaggio verso i confini che circoscrivono il piacere. Le sue mani itineranti a spalmare le gocce di olio, che lasciate cadere volutamente sul mio ventre accompagnavano il percorso a segnare le mie cosce. I palmi delle sue mani attraversano il mio corpo, mentre i suoi occhi guardavano i dettagli nel profondo dei miei. Cresceva l'impeto della sua eccitazione che chiedeva soddisfazione, ma che tralasciava ancora in questo viaggio nel mio corpo. Il momento giunse. Mi sfiorò con le dita, e poi il polpastrello sul mio clitoride lo muoveva sicuro e deciso. Inarcai i fianchi e il ritmo delle sue carezze aumentava, mentre un suo dito si faceva strada in me. I miei gemiti si fecero forti. Chianandosi affondò il suo viso tra le mie gambe e assaporò il mio lago e danzò seguendo una melodia sfrenata. Le mie mani strinsero la sua testa inseguendo il ritmo della sua bocca. E godetti. E lui splendidamene asservito guardò il mio viso impudico che si concesse al piacere. So che se quella volta, se avessi aperto gli occhi e lo avrei guardato, lui non avrebbe più potuto fare a meno di me |
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