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1519, Ebrei e Rimini

Post n°23 pubblicato il 13 Marzo 2019 da ilrimino

Nel 1519, dietro istanza di frate Orso dei Minori di San Francesco, in obbedienza anche ai Ťdecreti del Sacro Concilioť, sono ripetuti gli ordini del segno distintivo impartiti il 13 aprile 1515.
Quel giorno il Consiglio generale ha approvato allunanimitŕ ladozione di tre provvedimenti: chiedere licenza al papa di bandire gli Israeliti; far loro pagare le spese per i soldati a piedi ed a cavallo Ťqui condotti, e trattenuti per guardia de gli Ebreiť medesimi; ed infine stabilire Ťche nellavvenire volendo detti Ebrei continuare lhabitatione in questa Cittŕ, portassero il capello, o la beretta giallať.
Per le donne il successivo 28 aprile č introdotta la regola di recare una benda gialla in fronte, facendo loro nel contempo divieto di porre sul capo i mantelli secondo (aggiungiamo noi) lusanza comune della nostra popolazione di sesso femminile.
Gli Ebrei richiedono di non essere costretti alla berretta ed alla benda gialle (secondo il sesso), ma di recare semplicemente un segnale sul mantello. (Il precedente piů antico risale al 1432 quando Galeotto Roberto Malatesti aveva ottenuto da papa Eugenio IV un Ťbreveť che introduceva per loro il Ťsegnoť di distinzione obbligatorio.) La cittŕ ricorre al papa Ťda cui fu commandato, o che quelli partissero da Rimini, overo obbedissero alla Cittŕť.
I tre punti del 13 aprile 1515 hanno una premessa di tutti rispetto negli atti del Consiglio generale, che č perň dimenticata dagli storici (Clementini prima e Carlo Tonini poi). In tale premessa si dice che gli Ebrei erano visti in cittŕ come Ťinimiciť.
Carlo Tonini, nel riferire i provvedimenti del 13 aprile 1515, premette che Ťla cittŕ era in tumulto per cagione degli Ebreiť. Riferisce che Ťfu proposto di sbandeggiarli, quali nemici della religione e promotori di scandali nel popoloť, chiedendone licenza al pontefice. Conclude che Ťin causa di questo tumulto fu fatto venire un numero di cavalli di lieve armaturať, la cui spesa Ťvolevasi fosse fatta pagare agli Ebrei, alla cui difesa appunto erano venuti que militiť.
Il passo di Clementini sui soldati Ťcondotti, e trattenuti per guardia degli Ebreiť, ha portato Carlo Tonini a scrivere di un Ťtumulto per cagione degli Ebreiť (del quale non cč traccia nel testo di Clementini). Tonini aggiunge che i militi erano stati chiamati in cittŕ a Ťdifesať degli Israeliti, e quindi da considerarsi a loro carico. Clementini aveva parlato di Ťguardiať, termine il quale oltre che difesa (di una parte lesa) puň significare anche controllo (e repressione di facinorosi).
Se il passo di Tonini sul Ťtumulto per cagione degli Ebreiť significa che erano stati essi a provocare una sommossa, tale affermazione non ha nessun legame logico con quella successiva, relativa allintervento di truppa forestiera per proteggerli (Ťalla cui difesa appunto erano venuti que militiť).
Questo controsenso non ci sarebbe nella peggiore delle ipotesi, che cioč quel Ťper cagione degli Ebreiť significasse che la loro sola presenza in cittŕ (che li considerava Ťnemiciť) aveva provocato una rivolta popolare arginata dallautoritŕ manu militari per salvaguardare lordine pubblico.
Nel 1548, Rimini anticipa il ghetto ebraico, poi istituito da papa Paolo IV il 17 luglio 1555.

Lettera al "Corriere Romagna", 11 febbraio 2019

1. Storia degli Ebrei a Rimini.
2. Rimini e gli Ebrei, archivio.
Rimini. Gli Ebrei cacciati nel 1615. 12.09.2015.

Antonio Montanari

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