Tyki's Fantasy

La Leggenda del Dragone

 

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CAPITOLO XXXIII

Post n°36 pubblicato il 25 Maggio 2008 da Tyki_Mikk
 

Lo sguardo di tutti era posato sul pallido volto del giovane assassino. In tutta risposta, i suoi freddi occhi dorati li fissavano con risolutezza.
"Eliminerò ogni intruso che si azzarderà ad attraversare questa via."
Sarah e Diana rabbrividirono, mentre i due compagni rimasero impassibili e vigili.
"Chi diavolo sei tu?!" lo interrogò rudemente Vash: "Perché porti il marchio del L.I.R.S.?!"
Ma Keith rimase in silenzio. Non aveva l'autorizzazione a parlare di ciò e comunque non avrebbe saputo rispondere. In fondo erano le domande che egli stesso si poneva. Per momenti interminabili rimasero tutti fermi in attesa. Poi, senza alcun tipo di preavviso, il ragazzino biondo unì le mani, palmo contro palmo.
"Vuole evocare la magia!" esclamò prontamente Ander: "Vash, non dobbiamo permetterglielo!"
I due giovani guerrieri estrassero subito le armi e si lanciarono verso l'avversario. Ma questo fu sorprendentemente rapido.
"Tenebrae: Aequa Mutatio!!"
In apparenza non accadde nulla, ma i due compagni non si illusero. Sicuramente non si trattava di semplici parole dette a caso. L'assassino aveva usato un incantesimo e senza concedere loro il tempo d'impedirglielo. Movendosi a una velocità persino maggiore a quella del loro ultimo incontro, Keith comparve in un lampo a un passo da Ander, pronto a ferire. Il cavaliere lo evitò per un puro colpo di fortuna, quasi senza volerlo, poiché non lo vide nemmeno arrivare.
Vash si precipitò in soccorso dell'amico, ma il ragazzino biondo parò il suo fendente con l'altra lama e contrattaccò immediatamente con la prima. Soltanto i riflessi, o forse addirittura l'istinto, salvarono il cacciatore, che si difese con il proprio bracciale.
Vedendo i compagni in difficoltà le ragazze si apprestarono a intervenire. Sarah scoccò una freccia su Keith, ma con troppi scrupoli e poca convinzione. Questo la evitò agilmente spostandosi di lato e quindi si allontanò di alcuni metri per ristudiare la situazione con calma.
"Com'è possibile?!" domandò Diana, sorpresa dalle capacità del loro avversario: "Come fa a essere così rapido...?! E come ha potuto parare lo spadone di Vash con una sola mano?! E' solo un ragazzino!!"
Lui la osservava con il suo gelido sguardo da rapace, senza battere ciglio.
"E' dotato della magia dell'oscuità..." spiegò Ander senza perderlo di vista: "E' l'elemento con le maggiori capacità offensive. Ha usato una tecnica magica per aumentare la propria forza e la velocità. State in guardia, è molto pericoloso!"
Keith nel frattempo fissava Sarah, ma in maniera profondamente diversa dall'ultima volta. Allora lui aveva vacillato, osservandola con curiosità e incomprensione. Adesso aveva però lo sguardo freddo e calcolatore di chi studiava come togliere di mezzo qualcuno. A un tratto alzò la mano destra verso di lei.
"Tenebrae: Daemonis Raptio!!"
Dal braccio del giovanissimo assassino comparve una decina di tentacoli neri che si allungarono subito nella direzione della ragazza bionda. In breve questi l'afferrarono, avvolgendosi saldamente attorno al suo corpo, sino a immobilizzarla.
<<Di nuovo!! Ma come può richiamare la magia così rapidamente?!>> si chiese Ander stupefatto: <<E' pazzesco!!>>
"Presto, liberatela!!" gridò Vash ai compagni: "Quell'incantesimo le sta assorbendo le energie!!"
Il cavaliere tentò di tranciare i lunghi tentacoli con la scure dell'alabarda, ma questi continuarono a ricostituirsi appena dopo. Sarah intanto gemeva dal dolore, la morsa su di lei continuava a stringersi con l'intenzione di stritolarla. Sentiva le proprie energie scemare in fretta.
"Usate la magia!!" suggerì il cacciatore che intanto correva verso l'assassino per cercare di fermarlo.
Diana iniziò a invocare il suo potere, ma accorgendosene, Keith la caricò senza perdere tempo. Vash si mise sulla sua strada cercando d'intralciarlo, però il pallido biondino lo scansò con la solita rapidità, raggiungendo così la ragazza mora. Le sferrò un violento calcio allo stomaco, facendola rotolare a terra per una lunga distanza.
"Fulmen: Electrosagitta!!"
Una serie dei dardi magici di Ander, scagliati in rapida successione, si abbatterono sui tentacoli, falciandoli fino all'ultimo. Il cavaliere sapeva che il loro avversario non sarebbe riuscito a fermare pure lui contemporaneamente a Diana e ne approfittò. Diresse quindi i suoi attacchi magici su Keith, che li schivò sempre grazie alla sua elevatissima agilità. Alla fine, esausto, Ander si arrestò ansimante. Senza permettere un attimo di tregua al nemico, Vash braccò l'assassino, costringendolo a un corpo a corpo.
"Aspetta!!" tentò di avvisarlo l'amico: "L'incantesimo non ha ancora esaurito i suoi effetti!!"
"Non importa, non posso perdere contro un ragazzino!!" ruggì l'altro.
Keith e Vash iniziarono a duellare scambiandosi rapidi attacchi e contrattacchi, sotto lo sguardo affaticato di Ander. Le ragazze erano entrambe a terra prive di sensi. Ormai lo scontro si era ridotto a un duello tra l'assassino e il cacciatore. Il ritmo era elevatissimo e ben presto il respiro di Vash iniziò a farsi pesante. Sfruttando gli ultimi istanti del suo vantaggio, Keith riuscì a eludere la guardia dell'avversario, infilzandolo al fianco del'addome e premendo in profondità.
"Vash!!" gridò Ander impotente.
Un rivolo di sangue scese a lato della bocca dell'amico. L'assassino credette di averlo ormai in pugno. Ma un attimo dopo si accorse di non riuscire più a estrarre la lama dal suo corpo. Il cacciatore gli aveva afferrato la mano con la propria, stringendola in una morsa ferrea. Keith reagì tentando di colpire con l'altra lama, prontamente respinta però da quella dello spadone. Quindi, per un lungo attimo i duellanti rimasero a fissarsi.
"Io non mi farò certo sconfiggere da te!!"
Detto così, il cacciatore sferrò una potente testata sulla fronte dell'avversario. Confuso e barcollante, Keith cadde all'indietro, finendo a terra.
<<Ah! Che testa dura!>> pensò Vash tenendosi la fronte dolorante.
Si accasciò in ginocchio, provando a estrarre la lama che ancora gli trapassava il corpo da parte a parte. Strinse i denti e tirò con forza per l'impugnatura. Dopodiché lasciò cadere l'arma insanguinata a terra. Respirava a fatica, mentre il liquido rosso fouriusciva pulsante dalla ferita.
Prima che potesse riprendersi, Ander puntò la cuspide dell'alabarda alla gola dell'assassino. Questo si guardava attorno ancora visibilmente intontito e spaesato.
"Non muoverti, o sei morto!" gli intimò il cavaliere.
Gradualmente, recuperando la lucidità, Keith realizzò quale fosse la sua situazione. L'effetto magico su di lui era ormai svanito, rendendolo così più debole di quanto lo fosse stato prima di averlo invocato. Le sue energie, sia fisiche che spirituali erano ormai quasi allo stremo. E nel frattempo persino le due ragazze avevano ripreso conoscenza e si stavano rimettendo in piedi, ristabilendo lo svantaggio numerico iniziale.
"Adesso getta quell'arma e rispondi alle mie domande!" gli intimò Ander.
Nella mano sinistra infatti, Keith si accorse allora che impugnava ancora Phobos. Senza pensarci su troppo, il pallido ragazzino la usò per allontanare la punta dell'alabarda che gli minacciava la giugulare, con un movimento rapido. Si tuffò subito su Deimos, la lama stesa a terra, coperta di sangue. Infine, rimessosi in piedi, sparì ancora prima che i suoi nemici potessero capire le sue intenzioni.
"Ho abbassato la guardia per la stanchezza e mi è sfuggito!" spiegò Ander frustrato: "Ho sottovalutato quel moccioso..."
"Non è affatto un semplice moccioso." disse Vash: "E' in grado di usare la magia praticamente senza doverla invocare. In questo modo ha un enorme vantaggio nella velocità di esecuzione." fece una pausa: "Non ho mai visto nulla del genere!"

Sarah stava finendo di curarlo con la propria magia, più intensa ed efficacie del solito, nonostante non le fossero rimaste molte energie. Sedevano tutti ai bordi del sentiero, ancora provati dallo scontro appena avvenuto.
"Non è affatto giusto!!" si lamentò Diana: "Perché la magia di quel ragazzo è così potente?! Nessun elemento dovrebbe prevalere sugli altri!"
"E infatti è così... ma ogni elemento ha le sue caratteristiche." le rispose il cavaliere: "E' vero che la magia dell'oscurità ha enormi potenzialità offensive, ma tutto ciò ha un prezzo..."
La ragazza di Tunsea lo fissò con aria interrogativa.
"Che vuoi dire?" domandò lei: "Ha forse un costo elevato in energia spirituale?"
"Sì, ma non solo." intervenne Vash: "Quella oscura è la magia del sacrificio!"
Diana e Sarah lo guardarono intimorite. Non capivano ancora cosa intendesse dire, ma il suo tono indicava qualcosa d'inquietante. Attesero con impazienza affinché si spiegasse meglio.
"L'oscurità fornisce un potere maggiore, ma pretende sempre qualcosa in cambio." proseguì il cacciatore: "E' vero che l'assassino ha aumentato la propria forza e velocità, ma con esse si è amplificata anche la sua vulnerabilità. In fondo l'ho messo quasi fuori combattimento con una sola testata."
Sarah rifletté attentamente su quelle parole. Quel ragazzino biondo era pronto a rischiare davvero molto, solo per cercare di eliminarli. Come se la sua vita non valesse nulla in confronto al compimento dei suoi obbiettivi.
"Credetemi, ragazze... siete fortunate a non possedere quel tipo di magia!" recuperò l'attenzione Ander: "Gli incantesimi più potenti dell'elemento oscuro sono davvero terrificanti, questo è vero! Ma lo sono ugualmente per chi li usa!"

Solo verso sera giunsero in vista di Fort Karadan. Per potersi avvicinare, attesero che calasse il buio, come propose Ander. Diana rimase sorpresa nel scoprire che il cavaliere conoscesse molto bene quel luogo e chiese delucidazioni a riguardo. Prima di risponderle Ander fissò Vash, che però gli restituì un'espressione indifferente.
"Beh, ci sono stato parecchi mesi fa. Vi ero stato stanziato per alcune settimane... molto noiose!"
"Cosa?!" sussultò la ragazza mora: "Com'è possibile, non eri mica un soldato feoriano?!"
"Più o meno... diciamo di sì." rispose il cavaliere notando quindi le facce sconvolte delle compagne: "Ehi! Perché adesso mi guardate così... come se fossi un nemico?! Sia chiaro, non sono feoriano e non combatterò mai più per loro!! Su questo ci potete giurare!!"
"Come facciamo a entrare?" chiese Vash con indifferenza, distogliendolo dal discorso.
Ander sospirò un po' seccato e dopo aver raccolto i propri pensieri, si apprestò a illustrarli ai compagni.
"Ovviamente non ho trascorso inutilmente il mio tempo in questo posto." spiegò con qualche nota di vanto: "So qual'è il difetto di questa fortezza pressoché inespugnabile, ho una buona osservazione per questo genere di cose, sapete?"
Guidò i compagni nel buio della notte, sino a raggiungere il lato ovest delle mura, quello protetto dalla parete della montagna, che in parte dovettero scalare. Le mura qui si inerpicavano su di essa, ma proprio per questo motivo non occorreva che fossero particolarmente alte. Da quel lato la fortezza aveva un'ottima difesa naturale.
"Come potete vedere, qui le mura hanno appena tre metri d'altezza circa. Ovviamente nessun esercito sarebbe in grado di attaccare in questo punto senza essere avvistato e decimato ben prima." osservò il cavaliere: "Ma ciò non vale per un piccolo manipolo di uomini che tentasse di entrare di nascosto e con il favore della notte..."
"O perlomeno questo è ciò che pensi tu." lo interruppe Vash.
"Uomo di poca fiducia!" si stizzì l'altro.
"Lasciamo perdere..." proseguì il cacciatore: "Ragazze, rimettetevi i mantelli dei soldati feoriani. Non so quanto ci sarà davvero utile travestirci da loro questa volta...speriamo bene!"
A Fort Karadan sarebbe sicuramente stato difficile farsi passare per soldati feoriani senza insospettire nessuno, ma era molto meglio tentare questa soluzione, che rischiare di finire dritti in mano al nemico. Venire rinchiusi nelle prigioni di quella fortezza avrebbe significato di certo la perdita della libertà e di ogni speranza.
Una volta cambiatisi, i quattro giovani lasciarono il riparo della boscaglia per avvicinarsi silenziosamente alle mura. Ander legò il suo grosso coltello da caccia a un'estremità della corda che aveva sempre con sé, quindi attese finché non fu sicuro che non ci fossero guardie sulle mura sopra di loro. Soltanto allora vi lanciò abilmente il pugnale, ben oltre, dopodiché tirò la corda a sé. A quanto pareva, sapeva benissimo cosa fare, perché il pugnale si incastrò in un qualche punto, permettendogli di salire sulle mura. Una volta arrivato, il cavaliere fece cenno ai compagni di seguirlo. Sarah si tirò su per la corda un po' goffamente, ma Vash attese appositamente di salire per ultimo, così poté aiutarla. In breve si ritrovarono tutti sul cammino di ronda.
"Per prima cosa vediamo di scendere subito da qui!" sussurrò Ander agitato: "Possono starci solo le guardie di turno, se ci beccano, per noi è già finita!"
Si diressero con prudenza giù per la scala più vicina, proprio mentre una delle sentinelle ritornava nella loro direzione. Sembrava piuttosto vigile, ma i ragazzi fecero appena in tempo e Sarah si sentì sudare freddo. Giunti nel piazzale centrale davanti al maschio della fortezza, si strinsero di fianco alla parete di un magazzino. La zona era deserta e il loro pareva proprio un bel colpo di fortuna, pensò Ander.
"Allora, le prigioni si trovano nei sotterranei. Vi ci condurrò io che conosco la strada." disse sempre a bassa voce: "Voi cercate solo di seguirmi e di non guardarvi troppo attorno. Dobbiamo stare attenti a non destare sospetti. Perciò comportatevi come se foste a vostro agio in questi luoghi."
Dal portone della fortezza in quel moento uscirono due soldati, che vedendo i quattro, si diressero subito verso di loro.
"Cosa ci fate qui, voi?!" parlò uno dei due: "Non avete sentito il nuovo ordine?! E' scattato il coprifuoco ed è vietato uscire a tutti!"
<<Dannazione, proprio ora doveva avvenire il cambio dei turni di guardia?!>> pensò Ander, maledicendo la sfortuna.
Pensò a trovare a una scusa credibile e mise prontamente un braccio attorno al collo di Diana, la quale non si oppose. Era troppo spaventata dall'idea che venissero smascherati.
"Su ragazzi, chiudete un occhio per una volta! Volevamo solo appartarci in questa notte magnifica..."
L'idea delle coppiette sembrò convincente e nonostante tutto i due soldati ammiccarono divertiti.
"Mi dispiace..." disse l'altro feoriano: "Ma se vi copriamo, rischiamo anche noi una punizione! Niente di personale, però dobbiamo fare rapporto..."
Come si voltarono in direzione della fortezza, Vash e Ander gli piombarono subito alle spalle. Il cavaliere colpì il primo alla nuca con il manico del pugnale, mentre il cacciatore stordì l'altro con un pugno. Prive di sensi, le due guardie vennero legate e imbavagliate. Ander si preoccupò di nasconderle nel punto più buio e lontano dal passaggio degli altri soldati.
"Perché non gli abbiamo chiuso la bocca per sempre?" gli domandò Vash contrariato.
"Non ce n'è bisogno e poi non vorrai far disperare Sarah, no?" rispose l'altro.
"Sarà... ma così è rischioso."
Sarah però ringraziò di cuore il cavaliere per il suo atto di pietà e questo fu per lui il premio migliore. I quattro ragazzi si fermarono davanti al portone di entrata della fortezza.
"Bene!" esclamò infine Ander: "E adesso entriamo!."

 
 
 
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Un blog di: Tyki_Mikk
Data di creazione: 15/04/2008
 

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