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CAPITOLO XLVIII

Post n°52 pubblicato il 25 Novembre 2008 da Tyki_Mikk
 

Ancora un po' incerti, forse increduli di essere giunti a destinazione così facilmente, i quattro fecero qualche altro passo verso il centro della stanza. Infine Vash decise di chiamare la giovane donna usando un tono calmo e rassicurante.
"Principessa..." sussurrò abbastanza forte da essere certo che udisse: "Siamo qui per portarvi in salvo!"
Essa si voltò con leggera sorpresa, ma per niente spaventata. Ritta in un atteggiamento di superiorità, rivolse loro uno sguardo freddo e alttezzoso con scrutanti occhi blu. Vash resse lo sguardo assumendo però un'aria interrogativa, mentre Diana vedeva con disappunto le proprie supposizioni realizzarsi. Anche se era solo una prima impressione, la principessa sembrava proprio come se l'era immaginata.
"Chi siete voi?!" domandò in modo diretto e brusco: "Dove vorreste portarmi?!"
La sua voce risuonava decisa e sicura, come se non temesse assolutamente nulla dall'inaspettata intrusione di quattro sconosciuti. Era piuttosto alta per una donna e aveva un volto severo, persino un po' rude. Ma era anche dotata di un genuino e selvaggio fascino.
"Veniamo per conto della Guardia Reale di Northland..." spiegò il cacciatore.
Quella situazione lo rese inquieto e si interruppe per riflettere. L'istinto l'ammoniva a mantenere maggiore prudenza e decise di rimandare le spiegazioni. Le si avvicinò di qualche altro passo.
"Aspetta!!" esclamò improvvisamente Ander, afferrando la spalla dell'amico.
"Lascia perdere, non è il momento per le formalità..." si spazientì lui, fraintendendolo: "Dobbiamo sbrigarci!"
"C'è qualcosa che non mi convince affatto..." espresse invece i suoi dubbi il cavaliere: "Questa donna è sicuramente vestita molto bene, ma non ha un comportamento degno di una principessa..."
"Come ti permetti, razza di insolente!!" tuonò lei indispettita.
Ander però non si fece intimidire.
"Non usa certo un linguaggio migliore del nostro e ha le movenze che sembrano quelle di una paesana qualunque, piuttosto che di una dama di corte." continuò, vedendo crescere la preoccupazione sulle facce corrucciate dei compagni: "E oltrettutto... ha un'aria famigliare!"
Assumendo uno sguardo truce, la principessa alzò improvvisamente la mano destra e schioccò le dita. Alle spalle dei quattro ragazzi fecero irruzione altrettanti uomini, che una volta entrati nella camera, ne richiusero la porta sbarrandola.
"Notevole... Hai un ottimo spirito di osservazione!" si complimentò la donna: "Direi che non ha più senso proseguire con la recita..."
"Non illuderti, non avresti alcun futuro come attrice!" sorrise il cavaliere spavaldo.
"Pazienza, tanto siete comunque caduti in trappola!" constatò lei con compiacimento: "Me l'aspettavo che sarebbe venuto qualcuno per salvare la mocciosa, così ho preparato un gradevole benvenuto per gli ospiti... con tanto di sorpresa!"
Le ragazze si guardarono attorno sentendosi afferrare dal panico. I quattro uomini che li accerchiavano, portavano tutti lo stemma della Deathforce.
"Mocciosa? Da quel che ne so, è più giovane di te di un solo anno..." puntualizzò il cavaliere: "Dico bene... Kaejis?"
Lei si tolse la parrucca dai lunghi capelli, svelandone degli altri, sempre biondi, ma decisamente più corti e meno curati. Con una mano si aggiustò la frangia, che ricadde sulla parte sinistra del viso, coprendolo quasi del tutto. Iniziò quindi a strapparsi di dosso le vesti, eleganti ma naturalmente ingombranti. Sotto di esse indossava il già noto completo militare feoriano.
"Adesso sì che mi sento a mio agio!" dichiarò sollevata: "Devo ammettere che è una grossa sorpresa ritrovarmi di fronte un traditore e un cadavere... Non ti pare strano, Steiner? Anche se la notizia della tua scomparsa mi era sembrata sospetta sin da subito... Neanche un incapace come te sarebbe morto così facilmente!"
"Eri preoccupata per me, cara?" ribatté lui con sottile ironia.
"Fossi in te, non mi darei tante arie..." lo minacciò Kaejis: "Avrò il piacere di ammazzarti per davvero, questa volta!"
"Ora capisco come avete fatto a cogliere di sorpresa Dorthavn..." rifletté Vash a voce alta: "C'eri tu dietro a tutto questo!"
"Già, questa è la mia città natale, la conosco piuttosto bene!" dichiarò la donna senza un minimo di vergogna per le sue azioni: "Sono stata molto scaltra a occuparla evitando quasi del tutto spargimenti di sangue... Ma per me è stato un gioco da ragazzi!"
"Dove si trova la principessa?!" la interrogò il cacciatore, tradendo nella voce l'irritazione.
"Huh?! Figurati se te lo dico!" rispose: "Hai un bel coraggio a opporti a Feor, non ti basta essere un vile traditore, Vash?!"
"Ma senti da che pulpito viene la predica!" replicò lui: "E' cotro la tua gente che stai combattendo!"
Lei scoppiò a ridere, dimostrando che di quell'argomento non le importava nulla. Ma pure il cacciatore sapeva che la sua era una provocazione inutile. I Guerrieri Deathforce erano mercenari che provenivano da ogni parte del mondo e il più delle volte tagliavano ogni legame con le loro terre di origine. Non erano rari i casi in cui essi le detestavano, a volte le odiavano sino al punto da essere trascinati a veri e propri giuramenti di vendetta. Ed era facile capirne il perché: infatti quasi nessuno dei Guerrieri Deathforce serbava dei ricordi felici del proprio passato.
"Aiuterò l'Imperatore a sottomettere Northland! Sarà il mio omaggio per chi ha creduto in me!" affermò con pura convinzione: "Perché forse non l'avrete ancora capito: io, Kaejis, sono il più giovane dei Capitani di Feor!"
I due ragazzi strabuzzarono gli occhi per la sorpresa. Effettivamente si accorsero allora che la donna non indossava la divisa Deathforce, ma quella di un ufficiale dell'esercito imperiale. Leggendo l'incredulità delle loro espressioni, lei li derise di gusto.
"Sorpresi, eh?"
"Per forza! Ci sarebbero molte persone più adatte di te a questo ruolo!" la stuzzicò prontamente Ander: "L'unica ragione che potrei trovare è che tu sia stata scelta come rincalzo di altri, che hanno rifiutato l'incarico..."
"Dimmene uno!" digrignò lei i denti per l'offesa.
"Per esempio... Jax!"
Lei tornò inaspettatamente a sorridere.
"Come, non lo sapete?!" si fece di nuovo beffe di loro: "Jax è il nuovo Gran Maestro Deathforce!"
Quella notizia fu decisamente più sconcertante. Vash e Ander rimasero come paralizzati, per lunghi secondi le loro compagne attesero invano una loro reazione. Soprattutto il cacciatore non riusciva a trovare le parole per esprimere le sensazioni che provava in quel momento.
"Non ci credo, non è possibile!!" esclamò infine Ander: "Che fine ha fatto il vecchio Den Jaal?!"
"Si era rifiutato di obbedire al volere dell'Imperatore, continuando a sostenere che la Deathforce fosse indipendente e neutrale. Mesi fa dovette fuggire per evitare di essere giustiziato." raccontò Kaejis con biasimo: "Adesso è un ricercato, proprio come voi due!"
"Jax è il Gran Maestro..." sussurrò Vash ancora incredulo: "Questa è pura follia!!"
"Non sono stata mica io a eleggerlo!" si giustificò il Capitano di Feor: "Ma credo che fareste meglio a preoccuparvi per voi... Se non gettate subito le armi e vi arrendete docilmente, sarò costretta a uccidervi qui e subito!"
Solo allora Vash osservò veramente gli uomini che li accerchiavano. Nonostante lo stemma, non ne riconobbe nessuno. A eccezione di uno.
"Maestro Erwin, lei qui?!" si rivolse a lui esitante: "Come può accettare di sottostare agli ordini di Jax e Kaejis?!"
"Questa è la vita, mio caro Vash!" spiegò egli con indifferenza: "Un giorno sei il loro insegnante e quello succesivo un loro subordinato..."
Erwin Roddenbath era l'uomo che lo aveva addestrato per la maggiorparte del tempo, quando era ancora un Allievo Deathforce. Vash aveva perfezionato le sue abilità combattive proprio grazie a lui, che gli aveva anche svelato tutti i segreti del mestiere. Tra i Maestri era certamente quello al quale era stato più legato.
"Sono felice di ritrovarti qui!" proseguì l'uomo: "Non potevo chiedere di meglio! Finalmente ho la possibilità di riparare ai miei errori!"
Intuendo che si trattasse di qualcuno d'importante nel passato del cacciatore, Sarah studiò il Maestro Deathforce con curiosità. Doveva avere passato i trenta e aveva un fisico scolpito nel marmo. Nella destra impugnava una lunga spada sottile, nell'altra uno scudo di forma quasi triangolare. Parlava mantenendo un tono calmo e naturale, ma la sua ultima frase suonava come una minaccia. Nonostante tutto sarebbe stato pronto a mettere fine alla vita del suo ex allievo con le sue stesse mani. E Vash di questo non dubitava affatto.
Anche se dovevano essere dei nuovi arrivati, gli altri tre rimanevano pur sempre dei Guerrieri Deathforce e per i quattro intrusi sarebbero stati avversari estremament pericolosi. Ander pensò la stessa cosa dell'amico, cioè che avrebbero dovuto evitare alle ragazze di affrontarli direttamente.
Due di loro erano armati di lancia, mentre il terzo, apparentemente disarmato, indossava una lunga veste e dei guanti da stregone.
A quanto pare non avete intenzione di arrendervi..." constatò Kaejis: "Questo significa che per voi è giunta la fine!"
Al segnale del capitano i suoi uomini attaccarono. Vash e Ander spinsero le ragazze indietro, preparandosi a dover combattere contro due avversari ciascuno. Sapevano bene di dover dare il massimo, o non sarebbero durati che pochi secondi. Il cacciatore si trovava nelle condizioni peggiori, perché di fronte a lui aveva il suo vecchio maestro, un combattente estremamente abile ed esperto.
Il fragore delle spade che si incrociavano riempì in breve la stanza, Vash però si limitò a parare i colpi di Erwin, troppo preoccupato di tenere d'occhio gli altri, per non farsi cogliere alle spalle. Ma inspiegabilmente Kaejis e lo stregone rimasero immobili a osservarli combattere.
Ander intanto doveva ricorrere a tutta la sua attenzione per respingere gli affondi dei due lanceri, e nonostante le suppliche di Diana, che voleva aiutarlo, rifiutò assolutamente di coinvolgere le compagne.
"Sei migliorato molto, Vash! Ma non mi sorprende, ho sempre detto che tu eri uno speciale... " si congratulò il Maestro durante lo scontro: "Però i tuoi progressi non bastano ancora a battermi! E purtroppo per te non ti concederò più l'occasione di rifarti!"
La smorfia del cacciatore indicava con evidenza che il suo avversario era un osso davvero troppo duro. Pur usando la sua lunga spada con una sola mano, costringeva il giovane a una difesa impegnativa e appena questo cercava di contrattaccare, lo scudo di Erwin era pronto a nascondergli ogni suo punto vitale.
"E' vero che non ho più nulla da insegnarti..." rivelò il Maestro, che non sembrava per nulla affaticato: "Ma è altrettanto reale che a te manca qualcosa... Non riuscirai mai a primeggiare tra i migliori! Sei un freddo calcolatore e combatti con la testa piuttosto che con l'istinto! Lo sacrifichi quando tieni a bada anche le tue passioni! Hai delle ottime qualità, che però non risultano sempre quelle vincenti... Quindi non sarai mai all'altezza di Jax!"
Dicendo così, calò con violenza la spada sulla sua guardia, facendolo barcollare all'indietro. Vash era a corto di fiato, ormai vicino al limite e Sarah se ne accorse con orrore. Avrebbe voluto fare qualcosa, ma era chiaro come il sole che contro guerrieri di quel livello, l'unica cosa che poteva ottenere era di gettare via la sua vita anzitempo.
Udì allora una voce sommessa e si voltò verso l'uomo dal lungo abito. Stava movendo rapidamente le mani mentre recitava sottovoce una formula magica. La ragazza capì che anche lui puntava al cacciatore e incoccò subito una freccia nella sua direzione. Ma il dardo non andò a segno, perché Erwin intervenne a respingerlo con lo scudo.
"Avanti, finiscilo!" ordinò il Maestro al guerriero mago.
"Fulmen: vetitum movimenti!"
Dalle mani di questo scaturirono delle scintille, proprio mentre Vash si stava rimettendo in piedi a fatica. Stremato qual era, fu investito in pieno dall'attacco magico, che lo schiantò contro il muro, bloccandogli i movimenti di braccia e gambe.
"Un incantesimo paralizzante?!" si chiese Sarah stupita.
<Maledizione!!> pensò il cacciatore con frustrante impotenza: <Sono inchiodato alla parete, non riesco più a muovermi!!>
"Vedi?" disse Erwin con tono pacato: "Ti sei preoccupato di difendere te e i tuoi compagni, mentre avresti dovuto dare sfogo a tutte le tue abilità per cercare di sconfiggermi. E adesso sei finito, non hai più scampo..."
Ed era vero. Lo stregone gli si stava avvicinando con tutta calma per infliggergli il colpo di grazia, mentre era immobilizzato e del tutto inoffensivo.
"VASH, NO!!"
Sarah corse verso di lui disperata, ma accorgendosene, il Maestro Deathforce l'afferrò per il colletto e la sollevò da terra, come fosse un bambino. Dopo un attimo di sorpresa per l'umiliante modo in cui era stata facilmente neutralizzata, la ragazza iniziò a gridare, scalciare e graffiare. Erwin provò allora ad afferrarle le braccia.
"Smettila, o potrei anche decidere di non risparmiarti!" brontolò scocciato.
Nel frattempo grazie all'aiuto di Diana, che si era unita allo scontro nonostante il suo divieto, Ander era riuscito a togliere di mezzo temporaneamente uno degli avversari, assestandogli un forte calcio allo stomaco. Si concentrò quindi sull'altro e stava per avere la meglio, quando la ragazza di Tunsea lo avvisò del pericolo che correvano Vash e Sarah. Decisero allora di intervenire entrambi, ma sulla loro strada si intromise il Capitano di Feor.
"Credete che possa lasciarvi passare?" ghignò malignamente Kaejis: "Ehi, voi due! Volete iniziare a fare sul serio?"
L'ultima frase era rivolta ai guerrieri che avevano affrontato il cavaliere di Eyrie. Essi obbediriono al capitano e lo raggiunsero prontamente. Ander e Diana avevano ora ben tre avversari da fronteggiare, non c'era modo per loro di soccorrere i compagni. E il tempo di Vash era agli sgoccioli.
"E' un peccato, avrei preferito un destino diverso per uno dei miei migliori allievi di sempre..." affermò Erwin con sincero disappunto: "Ma non ci posso fare niente... la colpa è tua, non avresti dovuto tradire la Deathforce!"
Aveva reso inoffensiva Sarah, che continuava a gridare disperatamente, mentre il guerriero mago sfilava dalla manica un pugnale e lo avvicinava alla gola del cacciatore.
Costui stava disperatamente cercando di scuotersi e liberarsi ricorrendo a tutte le forze del suo corpo, ma ognuno dei suoi arti erano attaccati saldamente al muro da un potente incantesimo. Sapeva che per quanto potesse essere forte, nessun essere umano sarebbe riuscito a liberarsi da esso con i soli muscoli e si rendeva pure conto che quando la magia avrebbe iniziato ad affievolirsi, per lui sarebbe stato già troppo tardi. Eppure non poteva arrendersi.
<No! Non può finire qui, in questo modo!> cercò di scuotersi vanamente Vash: <Cosa ne sarà degli altri se li abbandono e mi lascio uccidere?!>
Non era la prima volta che si trovava faccia a faccia con la morte, ma non era mai stato così strenuamente attaccato alla propria vita. In quel momento sarebbe stato disposto a tutto pur di riuscire a sopravvivere e a salvare i suoi compagni da una fine certa. Un misto di emozioni lo assalirono selvaggiamente e ben presto ne fu sopraffatto. Iniziò a divincolarsi fuori controllo, quasi come un animale.
<Devo liberarmi!!> ruggì dentro di sé: <Non importa se è impossibile, non mi interessa tentare di farlo!! IO DEVO FARLO!!!>
"Credevo che avessi una maggiore dignità, Vash." lo rimproverò l'ex istruttore: "Non ti metterai mica a piangere?"
"VAAAAAASH!!!" strillò Sarah grondando lacrime.
Ma effettivamente anche il cacciatore sentì un liquido caldo scendergli dagli occhi e tuttosommato se ne stupì. Non ricordava più l'ultima volta che aveva pianto. Eppure i volti che vedeva di fronte a sé non avevano un'espressione di scherno, anzi... erano impalliditi e sbigottiti.
"Che significa?!" domandò sconvolto lo stregone, che era a un passo da lui: "Che razza di maledizione è mai questa?!"
Ognuno nella stanza si era improvvisamente fermato a fissare il cacciatore, amici e nemici, tutti con lo stesso sguardo sbigottito di chi vedeva qualcosa di realmente unico e spaventoso.
Vash infatti non se ne rendeva conto, ma sul suo viso stavano scendendo lacrime di sangue. I suoi occhi erano divenuti rossi e le pupille si erano ristrette e allungate verticalmente.
"Per la gloria di Sol...! Non sei umano!!" si sforzò di dire il Maestro Deathforce, non riuscendo a credere ai propri occhi: "Muoviti, tu! Vuoi sbrigarti a tagliargli la gola o no?!"
A quell'ordine il guerriero mago si riprese e cercò di rimediare subito. Ma la sua mano armata non si mosse.

 
 
 
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Un blog di: Tyki_Mikk
Data di creazione: 15/04/2008
 

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