Tyki's Fantasy

La Leggenda del Dragone

 

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CAPITOLO XLVII

Post n°51 pubblicato il 15 Novembre 2008 da Tyki_Mikk
 

Ancora muti per lo stupore, i quattro ragazzi non furono in grado di proferire parola. Continuarono a guardarsi tra loro e a osservare l'uomo seduto al loro tavolo, come se lo avessero appena incontrato solo allora. Di certo l'idea che si erano fatti di lui sino a quel momento era molto diversa dalla realtà.
Olaf si spazientì ad aspettare una loro reazione.
"Seguitemi, vorrei parlarvi di una questione molto importante, non posso farlo qui." disse alzandosi in piedi e guardandosi prudentemente attorno: "Sempre che sia la vostra reale intenzione aiutare Northland..."
Vash lo imitò senza pensarci su e i suoi compagni si affrettarono a fare altrettanto, raccogliendo armi e bagagli. Solo allora si accorsero di quanto fosse veramente alto e robusto il capitano Hansson. Ander si biasimò per averlo confuso con un campagnolo qualunque, quando era evidente la sua stazza da guerriero. Ma dopotutto i pesanti mantelli invernali, che a Northland tutti portavano, rendevano difficoltosa qualsiasi osservazione sulle caratteristiche fisiche degli individui.
Probabilmente per lo stesso motivo una persona della sua importanza poteva starsene tranquillamente nella taverna anche durante l'ocupazione nemica, passando inosservata. Ma con i rischi che comunque correva, il cavaliere si chiese ugualmente perché si stesse trovando lì.
Dopo aver pagato e salutato l'oste, Olaf lasciò il locale e guidò i quattro giovani lungo la via che costeggiava il canale verso nord. Per niente rilassata, Sarah si chiese dove li avrebbe condotti. Il sole era ormai in parabola discendente e il freddo si faceva sempre più pungente. Seguendo lo sguardo dell'uomo, la ragazza si ritovò a osservare le navi attraccate alla loro destra.
"Questo canale è stato costruito molti anni fa'." spiegò lui, in modo da essere udito da tutti e quattro: "Una volta fuori dalla città, si congiunge al fiume, che a sua volta è navigabile sino al mare, a nord."
"E' sicuramente un buon vantaggio per i commerci..." affermò il cacciatore: "Ma perché ci sta dicendo questo?"
"Lo capirai tra un po', quando vi dirò tutto il resto..." tagliò corto Olaf: "E comunque potete continuare a darmi del tu. Nonostante la mia posizione, per me sono dettagli irrilevanti..."
Improvvisamente si fermò e salì su una delle navi, sotto lo sguardo vigile di alcuni uomini che attendevano a bordo. Inizialmente i ragazzi rimasero spiazzati, poi però si convinsero a seguirlo.
"Capitano...?" provò a obiettare uno dei marinai.
Olaf rispose con un gesto della mano, a confermare che i quattro erano con lui. Saliti sul ponte, proseguirono sino alla cabina, dove il gelo finalmente diede loro tregua.
"Eccoci qua!" esclamò liberamente Olaf, sedendosi sulla panca e invitando gli altri a fare altrettanto: "Quelli qui fuori sono ciò che resta dei miei uomini..."
I giovani viaggiatori si accomodarono come meglio poterono in quello spazio ristretto, senza diminuire l'attenzione che avevano per le sue parole.
"Come capirete, il mio compito è di proteggere ogni membro della famiglia reale di Northland..."
"Se ti trovi qui, significa che le voci sulla principessa..." cercò di dedurre Vash.
"Purtroppo è vero: la principessa Victoria Evelynn Karlsson è prigioniera di Feor!" dichiarò con immensa rabbia e frustrazione: "Appena mi accorsi dell'avvicinamento dell'esercito imperiale, la consegnai in custodia ad alcuni dei miei uomini più fidati, affinché lasciassero subito la città con la nostra nave. Io decisi invece di rimanere a coprire la loro fuga e a proteggere Dorthavn."
Batté incollerito il pugno sul tavolino di fronte a lui.
"Ma siamo stati ingannati tutti! Non ho idea di come abbiano fatto... Penso che alcuni feoriani si siano intruffolati in città di nascosto ben prima dell'attacco!" proseguì: "In men che non si dica, le truppe feoriane marciarono in città, senza che fossimo riusciti a preparare un'adeguata difesa... come se qualcuno avesse spalancato loro le porte!"
"E la principessa?" chiese Sarah trattenendo il fiato.
"Ecco perché credo che ci fossero delle spie a Dorthavn!" rispose lui: "So solo che la nostra nave non ha mai lasciato la città e che la principessa si trova ora in mano al Capitano di Feor!"
"E' una gran brutta situazione..." commentò il cacciatore, intravedendo la possibilità che i suoi peggiori timori stessero per realizzarsi.
"E' anche peggio!" si scaldò ulteriormente Olaf: "Fonti non ancora ufficiali sostengono che Feor ha intenzione di lanciare un ultimatum al Regno di Northland! Il loro capitano vuole sfruttare la principessa come ostaggio per chiedere la nostra resa incondizionata!"
"Ma è inconcepibile!" protestò Diana.
"No, non lo è! Sua Maestà re Karl è una persona di grande cuore! Ama molto le figlie e per loro sarebbe disposto a tutto!" rispose il capitano della Guardia Reale: "Non so chi sia, ma questo Capitano di Feor sembra abile e scaltro. E ho come l'impressione che conosca molto bene Northland!"
Vash non poté fare a meno di pensare a Jax. Anche se non era un Capitano di Feor, sapeva che il suo storico rivale era originario di quelle gelide terre.
"Sembra che stia aspettando solo la conferma dell'Imperatore in persona per lanciare l'ultimatum..." continuò Olaf: "Probabilmente già domani giungerà la risposta da Feor City!"
"Di conseguenza il momento di agire è adesso o mai più." concluse il cacciatore: "Direi questa notte..."
"Mi piace come ragioni, ragazzo!" esclamò l'uomo con un largo sorriso: "Sai il fatto tuo!"
"Che significa?!" intervenne Diana senza comprendere: "Come intendereste agire?!"
"Ma è chiaro: l'unica cosa che potremmo fare è portare in salvo la principessa!" rispose con convinzione Ander: "Questo è decisamente il genere di lavoro che apprezzo!"
"Esatto, vi sarei eternamente riconoscente se accettaste di fare questo per Northland!" precisò Olaf: "Ma sappiate che non sarà affatto facile: io vi aiuterei come potrei, ma non verrei con voi! Dovrei ultimare i preparativi per salpare, è chiaro che dovremmo fuggire immediatamente, una volta ritornati con la principessa!"
"Non importa, tu assicurati che la nave sia pronta e che il canale rimanga aperto al momento giusto." disse Vash: "Del resto me ne occupo io."
"Questo significa che accetti?" chiese l'uomo ritrovando un filo di speranza.
"Ehi, non penserai di prenderti tutta la gloria?!" si infastidì Ander: "Ovviamente verrò anch'io!"
"Andremo tutti! Dico bene, Diana?" domandò Sarah all'amica, che annuì prontamente.
Olaf li osservò uno a uno con nuova ammirazione, ma impensierito. Solo allora si accorse di com'erano giovani, troppo inesperti secondo lui per quello che si prefiggevano di fare. Si meravigliò di essere talmente disperato da aggrapparsi alla prima mano che gli era stata offerta. Dopotutto quella sembrava un'impresa folle, senza possibilità di riuscita.
Ma era l'unica cosa che gli restava da fare. Aveva fallito nel suo compito, era suo dovere rischiare quello che poteva per tentare di rimediare. Anche le vite altrui, pensò egoisticamante. Era per una buona causa.
"Entreremo in azione al calare delle tenebre..." esordì infine spiegando il piano: "La principessa è tenuta prigioniera al palazzo di Dorthavn. E' il luogo dove soggiorna la famiglia reale quando viene in visita in questa città, perciò la conosco molto bene. Vi preparerò una pianta dell'edificio."
"Credo che il problema maggiore sarà riuscire a entrarci..." obiettò Ander.
"Non preoccuparti... c'è un passaggio segreto che i feoriani non potrebbero mai scoprire!" lo rassicurò Olaf: "Sarebbe meglio se vi preoccupaste piuttosto di evitare spiacevoli incontri una volta all'interno..."
"Ecco perché sarebbe meglio se andassi da solo..." puntualizzò il cacciatore: "Meno siamo e meglio è."
"Ma se le cose si mettessero male sarebbe meglio l'esatto opposto!" protestò Ander.
"Ad ogni modo è probabile che tengano la principessa rinchiusa nelle sue stanze." proseguì il capitano della Guardia Reale, sorvolando sulla discussione: "Una volta che l'avrete liberata, rifate la stessa strada indietro sino al passaggio segreto. Non esiste altra via di fuga. Poi raggiungetemi al canale, dove ci imbarcheremo... e se Sol vuole, prima dell'alba saremo già abbastanza lontani da Dorthavn!"
Gli ospiti si osservarono tra loro in cerca di un qualche giudizio o obiezione. Ander studiò i volti delle ragazze, che si dimostrarono decise e risolute.
"Mi sembra che sia la cosa migliore da fare..." esclamò finalmente Vash.
"Ci sarebbe un'ultima cosa che vorrei farvi presente..." aggiunse Olaf: "Abbiate cura della principessa... come potrei dire... sapete, il rispetto dovuto al suo rango..."
"Capisco cosa intendi, lascia fare a me!" lo tranquillizzò Ander con un sorriso spavaldo.
Il cacciatore sospirò, chiuse gli occhi e scosse la testa sconsolato.

Sette figure furtive scivolarono nel buio delle vie di Dorthavn, quando ormai erano quasi ovunque deserte. Solo qualche soldato feoriano di ronda osava ancora sfidare quella gelida notte, troppo preoccupato a evitare l'assideramento per fare buona guardia. Per quanto fossero abituati a quelle temperature, nemmeno gli abitanti non si azzardavano a uscire dalle loro case. Ecco perché i sette poterono raggiungere indisturbati la zona orientale della città senza farsi scorgere da nessuno.
Avvolti in pesanti mantelli invernali e con i cappucci sulla testa china, venivano guidati dall'individuo più massiccio e imponente tra loro.
"Da questa parte!" sussurrò egli provando a trattenere la sua voce profonda e rumorosa: "Dentro quella casa!"
Sullo sfondo, al di là di quel gradevole isolato, abitato sicuramente da cittadini benestanti, si intravedeva la sagoma del palazzo di Dorthavn, un edificio di magnifica fattura, celata però alla vista dal buio della notte.
Il gigante incappucciato si accertò di non essere scorto da anima viva e attraversò la strada giungendo silenzioso sino alla porta dell'abitazione già indicata. Quando gli altri sei lo raggiunsero, bussò per quattro volte, evitando di fare troppo chiasso. Qualcuno li osservò brevemente dallo spioncino, per poi aprirgli prontamente. Una volta entrati, si tolsero tutti di dosso il cappuccio, mentre l'uomo presente all'interno richiudeva subito la porta.
"Qual è la situazione?" gli domandò con impazienza Olaf.
"Niente da segnalare, sembra che il nemico non sospetti nulla, capitano!" rispose la guardia che li aveva attesi in incognito.
Sarah si guardò attorno incuriosita. Si trovavano in una normalissima, tipica abitazione locale, graziosa e confortevole. La ragazza apprezzò il calore emanato dal rigoglioso fuoco del caminetto, ma si chiese perché si fossero fermati in un posto simile. Il palazzo, loro meta, si trovava nell'isolato adiacente. Ignorava però che era pieno zeppo di soldati dell'Impero.
Olaf porse ai ragazzi una brocca di vino bollente, preparato dal suo uomo per riscaldarli. Solo Ander ne accettò volentieri una tazza.
"Avete a disposizione poche ore, tenete presente che all'alba dovremmo essere già lontani!" ripeté l'omone con un'espressione dura e profondamente concentrata disegnata sul volto: "I miei uomini vi aspetteranno qui per aiutarvi a raggiungere la nave, quando sarete di ritorno!"
Olaf si diresse al centro della stanza, dove si inginocchiò per rimuovere una grande pelliccia d'orso, stesa sul terreno come tappeto. Sotto di essa comparve una botola. Una volta aperta, scese la scala sino in cantina, seguito dai quattro ragazzi. Qui indicò l'apertura del passaggio segreto, già preparata per loro. Era un cunicolo che permetteva il passaggio di appena una persona per volta e che solitamente doveva venire mascherato molto bene.
"Da qui in poi non dovrete fare altro che segiure il passaggio, per il resto vi ho già spiegato..." concluse il capitano della Guardia Reale, porgendo una torcia al cacciatore: "Confido nel vostro successo, poiché non ci sono in ballo solo le vostre vite, ma l'esistenza stessa del nostro regno! Siate molto prudenti, giovani guerrieri! Possa l'onnipotente Sol guidarvi in sicurezza!"
"Non possiamo garantire nulla, ma ci metteremo tutto l'impegno possibile per portare a termine questo incarico." lo rassicurò Vash entrando per primo nel passaggio.

"Dovremmo uscire qui, nelle cucine. Quindi questa sarebbe la via più breve per raggiungere le stanze della famiglia reale..." indicava Ander sulla mappa che gli era stata data.
"Non ha senso fare ora certe considerazioni, non possiamo sapere dove saranno appostate le guardie feoriane." lo rimproverò il cacciatore, continuando a guidare il gruppo lungo il corridoio sotterraneo: "Sicuramente nel palazzo si troveranno anche il Capitano di Feor e i suoi diretti sottoposti, bisognerà fare molta attenzione."
"Senti, Vash..." cambiò argomento l'amico: "Tu hai idea di come sia questa principessa? Credi che sia giovane e carina?"
"Non ne ho la più pallida idea..." rispose l'altro sovrappensiero: "Non fa differenza..."
"In città ho sentito dire che ha da poco compiuto diciasette anni..." spiegò Diana: "Pensi che sarà altezzosa e capricciosa?"
"Può darsi... A me basta che sappia stare zitta e che sia in grado di correre, qualora fosse necessario."
Camminarono più a lungo di quanto avessero potuto pensare, ma alla fine raggiunsero la parete rocciosa che li divideva dalle cucine del palazzo. Alla sua destra Ander scorse come previsto una leva, che una volta tirata fece aprire il muro come fosse una porta. Vash avanzò con prudenza e si ritrovò in una specie di deposito pieno di casse, botti e sacchi di provviste. Oltre a quella stanza scorsero finalmente la grande cucina. Era ormai passata la mezzanotte e non c'era nessuno.
"Adesso cercate di fare assoluto silenzio mentre mi seguite." sussurrò il cacciatore affinando i sensi: "Ander, dammi la mappa."
Il cavaliere obbedì malvolentieri, avrebbe voluto essere lui a guidare il gruppo venuto a salvare la principessa. Controllando i corridoi con molta prudenza e in ogni direzione, Vash iniziò ad avventurarsi tra le mura del palazzo, sempre tallonato dai tre compagni. Salirono di un piano senza scorgere nessuno. Alla fine delle scale però dovettero rallentare e mantenere il sangue freddo, perché i feoriani brulicavano un po' ovunque. I pochi che erano ancora svegli sembravano piuttosto stanchi e distratti, cosicché con un po' di pazienza e qualche leggera deviazione i quattro poterono proseguire verso la loro meta. Grazie alla mappa raggiunsero ben presto la scalinata successiva, quella che conduceva agli appartamenti della famiglia reale.
Le guardie di certo non mancavano, eppure sembrava tutto troppo facile. E anche se la fortuna per il momento si schierava dalla loro parte, Sarah non si sentiva affatto tranquilla. Ma forse era solo nervosa per la rischiosa situazione nella quale si trovavano.
Per proseguire attraverso uno spazioso salone, troppo aperto alla vista, Ander dovette giungere alle spalle di una guardia e stordirla. Si assicurò quindi di lasciarla in posizione seduta, come se stesse sonnecchiando. Il corridoio successivo li condusse davanti a una maestosa porta di pregevole lavorazione.
"Ci siamo." sussurrò Vash: "Secondo le indicazioni di Olaf, qua dentro troveremo la principessa. A quest'ora è probabile che dorma, state attenti a non spaventarla, perché se si mettesse a gridare saremmo nei guai."
Gli altri annuirono e il cacciatore premette lentamente la maniglia verso il basso. Cercando di non fare rumore, spinse la porta in avanti ed entrò furtivamente.
I quattro si ritrovarono in un'ampia e lussuosissima camera da letto. Furono colti di sorpresa, poiché i candelieri erano ancora accesi e la stanza completamente illuminata. Sul fondo di essa, davanti a una grande finestra, una figura femminile dai lunghi capelli chiari vi guardava attraverso, volgendo loro le spalle. Era una giovane donna, alta e carismatica, con addosso un lungo e magnifico vestito, degno di una principessa.

 
 
 
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Un blog di: Tyki_Mikk
Data di creazione: 15/04/2008
 

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