CAFFE' SAN CARLO

quattro chiacchiere tra amici

Il CAFFE' SAN CARLO, situato nelle piazza omonima, pu� considerarsi uno fra i migliori salotti della vecchia Torino, e dal 1822, anno della sua apertura, � uno dei punti di incontro preferiti dai torinesi. L� si fermavano al mattino gli impiegati della citt� degli affari per il cappuccino e la brioche, pi� tardi, all'ora dell'aperitivo, ci si recava per il vermouth; al pomeriggio era immancabile la presenza delle 'madamin' che vi sostavano per la cioccolata coi pasticcini e per spettegolare un po'. Verso sera ci si riuniva per discorrere del Toro e della Juve, di Coppi e di Bartali, di De Gasperi e di Togliatti, il tutto per� senza alzare la voce, ma bens� con la flemma e la cortesia tipica dei torinesi. Dopo cena si passava a bere il 'bicerin' (una bevanda a base di caff� e cioccolato) prima del cinema o del teatro. La sera, sotto il monumento di Emauele Filiberto si davano appuntamento i giovani innamorati prima della passeggiata romantica che aveva come meta il parco del Valentino. Avrete capito che io sono un vecchio torinese nostalgico, anche se le circostanze della vita mi hanno portato a vivere altrove. Ora la mia intenzione sarebbe quella di incontrarci, anche se in modo virtuale, e discorrere di del pi� e del meno con lo stile di una volta.� Sar� possibile o � utopia? Staremo a vedere.� Siete tutti invitati e sarete tutti benvenuti.

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Post N° 188

Post n°188 pubblicato il 19 Novembre 2008 da arbhbyughito

LETTERA APERTA DI SABRINA DI GIULIO

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO

Gentile Dott. Marrazzo, sono una donna disabile di 43 anni, e da 14 sono malata di SLA, come il mio caro amico Luca Coscioni. Anch' io necessito di essere accudita in tutti i campi, avendo perso l'autonomia del mio corpo. Riesco ad avere autonomia solo con il computer.

Vivo con mio marito e mio figlio di 13 anni; da qualche anno per sopperire alla carenza di assistenza, avendo io bisogno di cure h. 24, si sono trasferiti da noi anche i miei genitori di 73 e 85 anni, che si
prendono cura di me per la maggior parte del tempo.

Il mio distretto sanitario di Vetralla e il mio comune di Monterosi, mi forniscono un servizio di assistenza domiciliare, 2 ore e mezza al giorno, per 5 giorni a settimana, che alleviano in parte il carico alla mia famiglia. Ora mi hanno comunicato che questo servizio dal 30 settembre verr� sospeso, perch� non arrivano i fondi regionali e da qualche mese, le assistenti stanno lavorando senza ricevere lo stipendio dalla cooperativa.

Le sembra giusto che una persona nelle mie condizioni di salute venga privata anche di quel minimo aiuto? E che le assistenti debbano lavorare tanti mesi senza essere
retribuite?

Certa e fiduciosa di una Sua tempestiva mobilitazione La ringrazio per la cortese attenzione e Le porgo cordali saluti

Monterosi 26/9/2008

Sabrina Di Giulio

Interrogato in proposito, il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo si � impegnato pubblicamente a far s� che l'assistenza� a chi � colpito da questa malattia verr� ripresa entro la fine dell'anno.

STAREMO A VEDERE.

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