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Leggende Siciliane.
Post n°257 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da mrjnks
Il triangolo del Basso Tirreno, compreso fra le coste Campane, l’arcipelago Eoliano e lo Stretto di Messina fino all’Etna, ha una rilevanza particolare, già a partire dalla mitologia classica, Omero lo citava già nell'Odissea con Sirene e mostri (Scilla e Cariddi) Ciclopi e Dei (Eolo e Vulcano con la sua fucina all'interno dell'Etna), per l’eccezionalità di certi suoi fenomeni naturalistici, dove la luce metafisica può generare un rarissimo effetto ottico conosciuto come "Fata Morgana", o dove “il mare è mare” come disse Stefano D'Arrigo. L’uomo sin dalla notte dei tempi ha conferito un alone magico e fiabesco a questo luogo. Molte sono le leggende Siciliane, parecchie evocano il mare. Forse quella più suggestiva di tutto l`immaginario siciliano è quella di Colapesce. Essa è ambientata a Messina, ma si è diffusa in una vasta area, anche fuori della Sicilia. Parla di un certo Nicolò o Cola, giovane bello e robusto,la sua gioia era d'immergersi profondamente nell'acqua e, quando vi si trovava dentro, si meravigliava anche lui come non sentisse il bisogno di ritornare alla superficie se non dopo molto tempo. Poteva rimanere sott'acqua per ore e ore, e quando tornava su, raccontava alla madre quello che aveva visto: dimore sottomarine di città antichissime inghiottite dai flutti, grotte piene di meravigliose fosforescenze, lotte feroci di pesci giganti, foreste sconfinate di coralli e cosi via. La famiglia, a sentire queste meraviglie, lo prendeva per esaltato; ma, insistendo egli a restar fuori di casa, senza aiutare i suoi fratelli nella dura lotta per il pane, e vedendo che egli passava veramente il suo tempo dentro le onde e sotto il mare, come un altro se ne sarebbe andato a passeggiare per i campi, si preoccupò e cercava di scacciare quei pensieri strani dalla testa del figliuolo. – Bel mestiere che sai fare tu! Un Angelo che passava udì la madre ed esaudì il suo desiderio. Cola pian piano vide modificarsi il suo corpo e prendere certe fattezze tipiche dei pesci tanto che poteva stare a lungo nell`acqua, nuotare per molte miglia, giocare con gli altri pesci, indicare la via migliore ai naviganti e disincagliare le reti dei pescatori. Pertanto fu chiamato Colapisci Un giorno il re (Federico II? Guglielmo II?) per metterlo alla prova buttò in acqua degli oggetti preziosi e gli chiese di recuperarli. Qualcuno sostiene ch'egli non è morto Cè chi sostiene che Cola tornerà in terra quando fra gli uomini non vi sarà nessuno che soffra per dolore o per castigo. Un anonimo cantastorie ha dedicato una canzone che è fra le cose più belle ispirate dalla leggenda di Colapisci. - Maistà, maistà, sugnu ccà, sugnu ccà, *- Maestà, maestà, sono qua, sono qua, Vi lascio con questa canzone in dialetto siciliano ma di semplice comprensibilità... A la prox.. Sayonara ..... |