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« Stadio: primi passiA Bruxelles per lo scudetto »

Dechamps e lo spogliatoio

Post n°53 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da ultraphoto

VINOVO. Didier Deschamps è adirato, usa parole forti anche in tv dopo averlo fat­to davanti alla squadra, tra quattro mura. Per spiegare che è infuriato, sceglie l’ag­gettivo, anzi la parolaccia, che da francese italianizzato, sa quanto possa rendere be­ne l’idea. «Sono inc... ». Eppure ha il pregio di non perdere mai il controllo. Qualcosa di assolutamente straordinario per un alle­natore. Non smarrisce la freddezza, De­schamps, neppure quando deve commen­tare, davanti alle telecamere di Juve Chan­nel,
l’inaspettata cassa di risonanza che ha evidenziato il faccia a faccia nello spoglia­toio di lunedì scorso. Resta relativamente sereno, senza però nascondere un chiaro ri­sentimento: «Non mi piace che escano cer­te frasi, non ha senso riportarle sui gior­nali, trasmettere all’esterno la vita del gruppo. Negli spogliatoi si può dire di tut­to e non dovrebbero davvero uscire certe
frasi...». Freddo ma decisamente piccato. Qualcuno non rispetta la consegna del si­lenzio, qualcosa non funziona come do­vrebbe negli equilibri interni della squa­dra. Un altro allenatore al posto suo, uno a caso tra i predecessori o quelli che potreb­bero essere i successori, avrebbe reagito con molto, molto meno aplomb.

Perché il momento di Deschamps è deci­samente scomodo. E avrebbe offerto suo malgrado l’immagine di un tecnico che ini­zia a soffrire di solitudine se non fosse per un tempestivo intervento dell’ad Jean Claud
Blanc, ieri sera su Sky. Tempestivo, anche se forse lo sarebbe stato ancor di più qualche giorno fa. L’opera di stimolo eser­citata da «alcuni quotidiani» ha infine pro­vocato qualche effetto. «Da parte nostra c’è massima fiducia nei confronti dell’allena­tore che sta svolgendo un ottimo lavoro. Ha gestito bene il gruppo nonostante gli infor­tuni, anche se non ha mai potuto schierare la stessa difesa... Grande fiducia a Didier che ha guidato ottimamente la squadra nella prima parte della stagione, fiducia anche per l’esito finale e per il futuro, che sarà ancora con questo allenatore come del resto prevede il suo contratto. Deschamps fa parte totalmente del progetto che è sta­to presentato al Consiglio di Amministra­zione ». Così Blanc rimette in ordine la si­tuazione.
Sono le parole che Deschamps attende­va. Il disagio resta comunque evidente. Non ha fatto in tempo a confutare ( con l’aiuto di
Trezeguet) le voci che dipingono uno spogliatoio lacerato, che subito si è vi­sto costretto a prendere nota degli spifferi che dallo stesso spogliatoio soffiano verso l’esterno. E dire che l’insofferenza dell’alle­natore era addirittura precedente a questi ultimi sviluppi. Era direttamente collegata alla prestazione allegra dei bianconeri a Vi­cenza.
«Possiamo fare meglio di così. Sono ancora inc... per quello è successo sabato scorso. Ma ora c’è da pensare alla prossima partita, contro il Crotone, e a non commet­tere gli stessi errori di Vicenza». Dove la Juve cadetta ha vissuto una giornata esem­plare in negativo. «Dà fastidio buttare via due punti. Abbiamo tenuto l’atteggiamen­to giusto per un’ora, poi abbiamo mollato. Al primo gol del Vicenza sembrava ci fosse crollato il mondo addosso. Dobbiamo im­parare a non permettere agli avversari di rientrare in partita grazie ai nostri errori». Probabilmente Deschamps aveva previ­sto che proprio in questa fase della stagio­ne sarebbero emersi problemi sul piano psicologico. «Ma non si è trattato di pre­sunzione. Siamo calati psicologicamente, il calo è stato anche fisico. Tutto questo men­tre gli avversari prendevano fiducia. Biso­gna lavorare su questi aspetti, correggere queste imperfezioni sarà importante». La­vorare, lavorare e lavorare, come già aveva detto Blanc.
Viene il dubbio che alla Juve, in questo momento, manchi soprattutto un giocatore di personalità a centrocampo. Uno alla De­schamps, in poche parole. «Ma io sabato in panchina mi sono inc... esattamente come mi sarei inc... in campo. La partita la gio­cano i ragazzi, io cerco di prepararli a tut­te le situazioni che si possono incontrare nel corso dei novanta minuti. Ma non sem­pre è sufficiente». Non può bastare, specie se il rendimento della squadra non è co­stante nel corso di una partita. «Non riu­sciamo a restare aggressivi per tutti i no­vanta minuti. Così rischiamo ogni volta di buttare via il risultato». E che in questo modo la Juve rischi addirittura di non ri­salire in serie A, Deschamps lo aveva già detto all’interno dello spogliatoio. Tra spif­feri e venti di tempesta.

 
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