VINOVO. Didier Deschamps è adirato, usa parole forti anche in tv dopo averlo fatto davanti alla squadra, tra quattro mura. Per spiegare che è infuriato, sceglie l’aggettivo, anzi la parolaccia, che da francese italianizzato, sa quanto possa rendere bene l’idea. «Sono inc... ». Eppure ha il pregio di non perdere mai il controllo. Qualcosa di assolutamente straordinario per un allenatore. Non smarrisce la freddezza, Deschamps, neppure quando deve commentare, davanti alle telecamere di Juve Channel,
l’inaspettata cassa di risonanza che ha evidenziato il faccia a faccia nello spogliatoio di lunedì scorso. Resta relativamente sereno, senza però nascondere un chiaro risentimento: «Non mi piace che escano certe frasi, non ha senso riportarle sui giornali, trasmettere all’esterno la vita del gruppo. Negli spogliatoi si può dire di tutto e non dovrebbero davvero uscire certe frasi...». Freddo ma decisamente piccato. Qualcuno non rispetta la consegna del silenzio, qualcosa non funziona come dovrebbe negli equilibri interni della squadra. Un altro allenatore al posto suo, uno a caso tra i predecessori o quelli che potrebbero essere i successori, avrebbe reagito con molto, molto meno aplomb.
Perché il momento di Deschamps è decisamente scomodo. E avrebbe offerto suo malgrado l’immagine di un tecnico che inizia a soffrire di solitudine se non fosse per un tempestivo intervento dell’ad Jean Claud Blanc, ieri sera su Sky. Tempestivo, anche se forse lo sarebbe stato ancor di più qualche giorno fa. L’opera di stimolo esercitata da «alcuni quotidiani» ha infine provocato qualche effetto. «Da parte nostra c’è massima fiducia nei confronti dell’allenatore che sta svolgendo un ottimo lavoro. Ha gestito bene il gruppo nonostante gli infortuni, anche se non ha mai potuto schierare la stessa difesa... Grande fiducia a Didier che ha guidato ottimamente la squadra nella prima parte della stagione, fiducia anche per l’esito finale e per il futuro, che sarà ancora con questo allenatore come del resto prevede il suo contratto. Deschamps fa parte totalmente del progetto che è stato presentato al Consiglio di Amministrazione ». Così Blanc rimette in ordine la situazione.
Sono le parole che Deschamps attendeva. Il disagio resta comunque evidente. Non ha fatto in tempo a confutare ( con l’aiuto di Trezeguet) le voci che dipingono uno spogliatoio lacerato, che subito si è visto costretto a prendere nota degli spifferi che dallo stesso spogliatoio soffiano verso l’esterno. E dire che l’insofferenza dell’allenatore era addirittura precedente a questi ultimi sviluppi. Era direttamente collegata alla prestazione allegra dei bianconeri a Vicenza.
«Possiamo fare meglio di così. Sono ancora inc... per quello è successo sabato scorso. Ma ora c’è da pensare alla prossima partita, contro il Crotone, e a non commettere gli stessi errori di Vicenza». Dove la Juve cadetta ha vissuto una giornata esemplare in negativo. «Dà fastidio buttare via due punti. Abbiamo tenuto l’atteggiamento giusto per un’ora, poi abbiamo mollato. Al primo gol del Vicenza sembrava ci fosse crollato il mondo addosso. Dobbiamo imparare a non permettere agli avversari di rientrare in partita grazie ai nostri errori». Probabilmente Deschamps aveva previsto che proprio in questa fase della stagione sarebbero emersi problemi sul piano psicologico. «Ma non si è trattato di presunzione. Siamo calati psicologicamente, il calo è stato anche fisico. Tutto questo mentre gli avversari prendevano fiducia. Bisogna lavorare su questi aspetti, correggere queste imperfezioni sarà importante». Lavorare, lavorare e lavorare, come già aveva detto Blanc.
Viene il dubbio che alla Juve, in questo momento, manchi soprattutto un giocatore di personalità a centrocampo. Uno alla Deschamps, in poche parole. «Ma io sabato in panchina mi sono inc... esattamente come mi sarei inc... in campo. La partita la giocano i ragazzi, io cerco di prepararli a tutte le situazioni che si possono incontrare nel corso dei novanta minuti. Ma non sempre è sufficiente». Non può bastare, specie se il rendimento della squadra non è costante nel corso di una partita. «Non riusciamo a restare aggressivi per tutti i novanta minuti. Così rischiamo ogni volta di buttare via il risultato». E che in questo modo la Juve rischi addirittura di non risalire in serie A, Deschamps lo aveva già detto all’interno dello spogliatoio. Tra spifferi e venti di tempesta.