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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 21 Maggio 2007 da Shanea

(il giorno seguente quando la giovane si sveglia Kir si è già alzato ed è seduto accanto al fuoco immobile a fissare le fiamme)
Nefer: Beh almeno non rischieremo di farci male.
Kir
: Oh per farci male, ci faremo male comunque, anche il legno fa male…..ma per lo meno non rischiamo di ucciderci.
Nefer: (si siede e lo osserva in silenzio)
Kir: (parla all’improvviso) Non so perché ti ho raccontato tutte quelle cose…..in fondo non ti conosco neppure.
Nefer: (si alza e si avvicina) Forse ne avevate solo bisogno. E poi è più facile parlare con chi non si conosce. Gli altri li si conosce troppo bene, e si possono immaginare con precisione le loro reazioni. E questo ci spaventa. (scuote le spalle) Non so perché, ma per me è sempre stato così.
Kir: (rimane in silenzio e mescola la cenere del fuoco con un bastone) Mia moglie mi diceva sempre che quello che facevo era giusto, che sapeva quanto fosse rischioso, anche per loro, ma che non sarei stato l’uomo che amava se mi fossi tirato indietro, che io non ero fatto così. Diceva che la vita la rischiavano ogni minuto che passava indipendentemente da ciò che facevo io, e che se fossero morti avrebbe comunque avuto la sicurezza che avrei continuato a lottare……(scuote lentamente la testa) No, non avrebbe preferito non conoscermi. Diceva che anche se avesse saputo che sarebbe di certo morta non avrebbe cambiato nulla della sua vita. (alza lo sguardo ad incontrare quello della giovane) Ma non cambia nulla……lei parlava di se stessa non di nostro figlio.
Nefer: (annuisce senza parlare)
Kir: Non posso cambiare ciò che è successo……a volte vorrei solo lasciarmi andare.
Nefer: (dolcemente) No, non potete cambiarlo, ma se non vi arrendete forse riuscirete ad impedire che succede a qualcun altro. (non aspetta la risposta e si dirige verso il lago)
(torna poco dopo con i vestiti tutti bagnati e due pesci in mano. Prende una grande pietra piatta e la appoggia sopra le fiamme, poi prende uno dei frutti rimasti e lo taglia col pugnale a fette. Fa a pezzi il pesce e appoggia tutto sulla pietra)
Kir: (parla all’improvviso) Non mi arrendo infatti. E’ solo un desiderio che rispecchia la mia stanchezza, ma a cui non cederò mai. (fa un sospiro) Ho visto troppa morte, troppa sofferenza, Nefer. (i suoi occhi si perdono lontano per un momento poi si rimettono a fuoco e si posano sul cibo, le sue labbra si tirano in un leggero sorriso) Rimedi al fatto che non abbiamo pentole?
Nefer: (ricambia il sorriso) Cerco di arrangiarmi. Probabilmente verrà una schifezza.
Kir: Beh fino a che ci metti la frutta……
Nefer: Oh no. E’ buono così. In realtà la frutta non era esattamente questa….di mele non ce n’erano…..ma come gusto ci assomiglia perciò…..
Kir: Mele eh?
Nefer: Già. E dato che conosco questa parola direi che esistono anche da voi.
Kir: Certo. Ma cosa intendi?
Nefer: Beh ovviamente la vostra lingua non ha nulla a che fare con la mia. Io la capisco e la parlo solo grazie all’aiuto della creatura magica diciamo, per esempio so che qui non esiste la frutta che io chiamo “ciliegia” perché non sono in grado di trovare il corrispondente nella vostra lingua.
Kir: Capisco. Mi pare giusto. E com’è la “ciliegia”?
Nefer: Beh…..(si blocca pensosa) E’ piccola e rossa. Ha un gusto un po’ aspro ma dolce. E se ne mangi troppe ti viene il mal di pancia (sorride)
Kir: Eh eh….(indica i frutti sulla pietra) E quelli da te esistono?
Nefer: (scuote la testa) No. E sinceramente se non ne fossi stata certa per via delle mie percezioni….con quel colore li avrei sicuramente considerati velenosi.
Kir: Una vera fortuna. (sorride) Non credo che ci metteranno molto a cucinarsi. Poi riprenderemo il nostro allenamento ragazza. Oggi useremo dei bastoni.

 
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