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Post n°14 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da unategolapercappello
segue a 1 La Divisione Servizi Sociali di Torino non solo non ha rivendicato all’Amministrazione Comunale l’importanza del servizio di consulenza tecnica esterna col quale collaborava da tanti anni, ma ha fatto di tutto per non informare e addirittura nascondere l’eliminazione di queste attività agli utenti diversamente abili e ai loro famigliari. La decisione della Giunta Comunale è stata quella di far condurre le attività fino a ieri proposte dai consulenti tecnici agli operatori ed educatori presenti nei Centri diurni, i quali però hanno altre mansioni e non hanno le competenze professionali specifiche per occuparsi di pittura, ceramica, fotografia e video, teatro, scenografia, danza e danzaterapia, psicomotricità, musica e musicoterapia, animazione, informatica, attività sportive. I consulenti tecnici sono in possesso di titoli di studio adeguati alle attività proposte, hanno professionalità, convalidata esperienza e si dedicano costantemente alla formazione tecnica auto-finanziata (convegni, seminari, corsi di aggiornamento, studi e ricerche personali), in relazione alla disabilità e alle specifiche patologie invalidanti delle persone inserite nelle attività. I Servizi Sociali, tramite i coordinatori delle Circoscrizioni, dovevano ricercare le competenze dei dipendenti delle diverse Divisioni dell’Amministrazione ed organizzare laboratori aperti non solo agli utenti del Centro dove il dipendente stesso lavora, ma anche a quelli provenienti dalle altre circoscrizioni.
Qual è il punto dell’attuale situazione? Ad oggi, ovvero dopo più di quattro mesi, pare che si siano individuati pochi dipendenti comunali (che si possono contare su di un palmo di mano) da destinare a tali attività (che non sono ancora iniziate!). Dipendenti che presumibilmente lasceranno un incarico per ricoprirne uno che, sebbene anche sulla carta dovesse risultare compatibile con eventuali attitudini, capacità o percorsi formativi fatti in passato, difficilmente potrebbe garantire comprovata esperienza, aggiornamento, continuità… Sappiamo che alcuni di loro hanno svolto in passato il loro lavoro per lo più in ufficio: quindi si troveranno a proporre attività alle persone disabili, senza mai aver lavorato con loro. Inoltre le problematiche logistiche e di trasporto non faciliteranno l’inizio di questo tentativo di mettere una “toppa” allo strappo inferto.
Intanto il tempo passa… A parte le solite occasioni di facciata come le “feste” dentro e fuori i Centri Diurni (“Festa di Natale ad InGenio”, Un Brindisi al Natale” al Semig con le ”autorità” cittadine, da Chiamparino in giù: offerte che hanno anch’esse un costo e che spesso sono lasciate cadere nel vuoto dai dipendenti dei Centri Diurni e dai famigliari delle persone disabili) cosa fanno gli ospiti dei Centri? continua (3) |
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