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Un blog creato da unategolapercappello il 26/09/2010

Tegola per cappello

Perché anche un diritto negato oggi ad uno solo sarà un altro diritto negato a molti domani!

 
 

PERCHè CI CHIAMIAMO COSì?

 

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BOLLINO NERO AL COMUNE DI TORINO (5)

Post n°11 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da unategolapercappello

segue da 4

 

Non è accettabile (ed un tempo nemmeno tanto di centro-SINISTRA) assumere 16 nuovi dirigenti e tagliare posti di lavoro precario (e che non ci si nasconda dietro alla motivazione riduttiva “è il normale turn over” )! Non è ammissibile discutere sul reddito che percepivano gli ex consulenti tecnici, lavoratori professionisti precari sottopagati senza alcuna assicurazione e diritto: se era tanto, se era poco, … “mica vivevate di questo”.

Certo può risultare sorprendente a chi è abituato a guadagnare tanto che alcuni cittadini riescano a sopravvivere anche con così poco: sì, cari* Chiamparino, Borgione e Pia (per citare quelli con cui siamo riusciti a parlare), alcuni di noi vivevano anche con quei pochi euro al mese che percepivano da quelle attività che svolgevano presso i “vostri” Centri Diurni… Ovviamente avevano altri lavori a progetto, attività e laboratori saltuari e così via (spesso finanziati dal “Pubblico”, quindi quest’anno la situazione sarà MOLTO dura su tutta la linea, quando non drammatica!!!), ma la parte sostanziale del loro reddito annuo proveniva dai laboratori svolti con i “vostri” ragazzi disabili…

 

Fra noi, c’era chi faceva magari solo otto ore mensili di attività nei Centri Diurni per le persone diversamente abili, ma alcuni ne facevano anche più di sessanta!

Ma non è solo una questione di quantità ma soprattutto di qualità!

 

Noi ex consulenti tecnici, compresi quelli che avevano poche ore di attività (e che quindi non possono certo essere tacciati di essersi mossi per interesse economico personale), ci siamo mobilitati in questi mesi per cercare di informare e per trovare soluzioni alla grave situazione per PASSIONE, SENSO CIVICO e MORALE, perché vogliamo DIFENDERE I DIRITTI DEI DISABILI E DEL NOSTRO LAVORO CON LORO, per avere ancora la possibilità di relazionarci con loro, di fargli esprimere e sviluppare abilità e potenzialità grandi, che solo preparati, esperti e sensibili professionisti possono riconoscere ed agevolare!

 

Certo può sembrare incredibile o perlomeno strano venire a conoscenza dell’esistenza di persone, spesso laureate e pluritrenta/quarantenni, apprezzate e conosciute nel proprio settore specifico (artisti di arti visive, attori e registi di teatro, musicisti, danzatori, terapisti ed educatori, psicomotori e cognitivi, allenatori sportivi, animatori, ceramisti, scultori, psicologi ed informatici, etc..) che nel Duemila riescono a (soprav)vivere con molto meno di mille euro al mese, senza chiedere sussidi o aiuti, senza mutua, senza contributi pensionistici, soltanto della loro arte e professionalità messa al servizio della collettività (pubblico, disabili, bambini, ragazzi, malati, anziani) per un corrispettivo economico esiguo.

 

Noi chiediamo GIUSTIZIA per i disabili e RISPETTO per le nostre professionalità!

 

Altro che il laconico e lapidario “Eh va beh!” che ci ha detto il caro* Sindaco Chiamparino all’ingresso del Sermig, di risposta al nostro volantino e alla nostra denuncia di lavoratori precari messi in strada, prima di andare a fare la sua comparsata al “Brindisi di Natale” al Sermig. EVVABBEE? Evvabbee, un corno!

Questo più che un punto di vista o una battuta di cattivo gusto, è parso uno sberleffo ingiusto ed inammissibile!

 

*…”cari” anche nel senso economico del termine, perché VOI costate davvero tanto alle casse comunali: il vostro reddito annuo dichiarato è uno sproposito se confrontato a quello del lavoratore medio italiano. Ci permettiamo questa considerazione solo perché vi siete sentiti autorizzati a mettere i puntini e fare le pulci alla nostra situazione economica!

 

continua (6) Per proseguire la lettura del documento clicca precedenti

 
 
 

BOLLINO NERO AL COMUNE DI TORINO (6)

Post n°10 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da unategolapercappello

segue da 5

Questo sarà solo un punto di vista, ma quello di PERSONE e PROFESSIONISTI che con passione hanno portato avanti attività con i disabili, progetti attenti alla relazione, ai bisogni del singolo, tesi alla realizzazione di risultati talvolta poco percettibili dalla collettività, ma speciali ed importanti per la persona diversamente abile.

Professionisti che, grazie alle loro esperienze e conoscenze personali, sono riusciti a portare altri validi collaboratori (volontari) per progetti specifici (vedi ArtePlurale) e ad organizzare momenti per dare maggiore visibilità alla creatività e capacità dei disabili all’interno di spazi “per tutti”, anche prestigiosi: teatri, gallerie e luoghi espositivi, concorsi, manifestazioni artistiche e sportive, etc… Molte iniziative erano in progetto e in programmazione nel 2011 e resteranno buone occasioni mancate!

 

É il punto di vista di chi ha portato magari per poche ore al giorno, alla settimana  o al mese un po’ di sollievo, di evasione e di chi ha creato occasioni di sostegno, incontro, partecipazione ed apprendimento a tante persone disabili presenti sul territorio cittadino.

 

Anche se fosse un solo ospite dei Centri Diurni ad avere giovamento da un’attività proposta (es. psicomotricità o musicoterapia, nel caso delle patologie gravissime ed invalidanti), anche quello più compromesso, quello che per dirla in maniera semplicistica “non fa niente”, allora togliergli questa possibilità non sarebbe solo ingiusto: sarebbe CRIMINALE!

 

“Evvabbee”, lo diciamo noi! Consigliamo di ripensare, e anche alla svelta, (caso per caso, attività per attività, centro per centro) l’eliminazione indiscriminata delle attività, andando a recuperare l’INDISPENSABILE, se proprio non si riesce a pensare al NECESSARIO!

 

Non ce la siamo sentita di BRINDARE al Natale coi Servizi Sociali, ma d’altronde non ci avevano comunque nemmeno invitato, sicuramente non eravamo graditi…

 

Sai che paura! Sai che reazionari ed antagonisti questo manipolo di Don Chisciotte!!! Queste educate “novizie sentinelle” armate con il loro arnesi di lavoro: disponibilità, ascolto, impegno, professionalità e poi sorrisi, mani, braccia, cuore e cervello, e nella peggiore delle ipotesi colori, pennelli, strumenti musicali!). Non c’è nulla da brindare per il nuovo anno e per le politiche sociali del Comune di Torino per i disabili, per come sono state prospettate.

 

Quest’anno porterà le primarie e le elezioni: se questa è la deriva alla quale si vuol far andare i Servizi Sociali e i Centri Diurni, se questa è l’attenzione ai disabili, ai lavoratori comunali ma soprattutto a quelli precari, se questa è la politica dell’esclusione e della reclusione, anziché quella della coesione, inclusione e libertà, allora forse il Centro Sinistra (il Partito Democratico in particolare) e l’Amministrazione Comunale tutta, avranno anche loro davvero dei grossi problemi. Ma questo è solo un punto di vista, democratico!

 

continua (7)

 
 
 

BOLLINO NERO AL COMUNE DI TORINO (7)

Post n°9 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da unategolapercappello

segue da 6

 

In questi mesi ci siamo sentiti soli, abbandonati:

 

-          dalla cooperativa (sociale!) “Il Sogno di Una Cosa”, per la quale lavoravamo, che non ha voluto accordarci solidarietà e sostegno, non per mancanza di stima (riconosciuta magari in passato a parole), ma per biechi interessi di comodo e per ottusa negligenza morale;

 

-          dalla maggior parte del personale dei Centri Diurni, operatori ed educatori, lavoratori comunali sotto ricatto, impauriti o demotivati;

 

-          dalla maggioranza dei dipendenti, coordinatori, dirigenti delle Circoscrizioni e della Divisione Servizi Sociali;

 

-          da quei tanti che avevano collaborato insieme a noi in tanti progetti e che tanto ci avevano incensato (es. InGenio i quali non ci hanno rivolto neppure una parola di commento, un sincero ed ufficiale “ci spiace di questa situazione”;

 

-          dai troppi rimasti in silenzio e che hanno accettato i fatti con rassegnazione, remissivamente;

 

-          dagli organi d’informazione cittadini (tra cui La Stampa, Torinosette, la rubrica Specchio dei tempi). Da cittadini e lettori ci auguriamo che anche questa volta non si tirino indietro ma che  diano notizia della situazione e la commentino!

 

Cosa avremmo dovuto fare? Avremmo dovuto lasciare al loro triste destino i disabili ospiti nelle strutture comunali, tacere, restare in silenzio, come continua a fare da troppi anni buona parte della popolazione italiana? Questo è un punto di vista di OPPOSIZIONE. Quella che né il nostro Sindaco Chiamparino, né la parte politica che rappresenta è più in grado di fare, da tempo. Opposizione a un progetto di smantellamento di tutto ciò che è pubblico: servizi sociali, welfare, istruzione, giustizia, etc…

A questo punto non vogliamo più rivolgerci al Sindaco, ai politici, agli amministratori e dirigenti dei Servizi Sociali, a chi elegge come priorità i numeri ed il bilancio delle casse comunali a svantaggio dei più deboli e dei valori sociali, ma ai nostri concittadini e a tutti coloro che avranno voglia di informarsi davvero per capire, aldilà delle facciate, come sono costretti a vivere i disabili ed i professionisti precari che lavoravano con e per loro.            

Ci rivolgiamo a tutti coloro che capiranno che il disagio di alcuni potrebbe diventare domani quello di molti  e che è più importante difendere i loro diritti oggi per non essere privi dei propri domani. E quindi, concittadini/e, vi chiediamo solidarietà per una rivendicazione che riteniamo legittima sperando che questa nostra mobilitazione serva da risveglio delle coscienze e infonda a tutti il coraggio e la convinzione che le cose possono cambiare, che lottare contro le ingiustizie è importante, anche se impegnativo!

Nonostante le angherie e il menefreghismo che da più parti ci è stato riservato, siamo ancora determinati e disposti ad offrire il nostro contributo umano e professionale ai Servizi Sociali ed Associazioni di Torino, per aiutarli a rispondere alle reali esigenze e diritti delle persone diversamente abili della nostra città.

Speriamo che su questa brutta vicenda non ci sia solo un punto, l’enorme bollino nero del Comune di Torino, ma un punto e a capo, ovvero che ci siano persone interessate ad aggiungere nuove pagine a questa storia, per volgerla al positivo!

 

Una tegola per cappello

coordinamento consulenti tecnici attività per disabili

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diritti e DOVERI

Post n°5 pubblicato il 02 Novembre 2010 da unategolapercappello

"IL POETA HA IL DOVERE DI PARLARE PER QUELLI CHE NON SANNO ESPRIMERE ED ESPRIMERSI..." Alda Merini

 
 
 

GIU' LE MANI DAI SERVIZI SOCIALI!

Post n°4 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da unategolapercappello
 

Giovedì 7 ottobre 2010, presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, si è svolto un incontro promosso dai Gruppi Consiliari di Regione, Provincia e Comune di Torino del Partito Democratico, aperto a tutti i cittadini. L’evento è stato annunciato da numerosi manifesti, che riportavano il seguente testo: “Cota e Ferrero. Giù le mai dai servizi sociali! Tagli ai bilanci, criteri di riparto ingiusti, consorzi a rischio”. Sono intervenuti, introdotti da Roberta Avola (Sindaco di Piossasco), Stefano Lepri (Consigliere Regionale), Dina Bigotto (consigliera della Provincia di Torino), Andrea Giorgis (capogruppo Pd nel Consiglio Comunale di Torino), Marco Borgione (Assessore alla Famiglia, Salute e Politiche Sociali del Comune di Torino), Amalia Neirotti (Sindaco di Rivalta e membro del Consiglio Direttivo Regionale ANCI Piemonte) e Mauro Perino (Direttore del Cisap Consorzio intercomunale dei servizi alla persona di Collegno).

Tutti gli interventi, peraltro condivisibili, hanno avuto come bersaglio Roberto Cota, Presidente della Regione Piemonte, Caterina Ferrero, Assessore alla Tutela della salute e Sanità, Edilizia sanitaria, Politiche sociali e Politiche per la famiglia, ed il Governo Italiano. Peccato che negli interventi non sia stato mai nominato un altro responsabile (o perlomeno esecutore inerte) dei tagli a disabili, anziani, bambini e famiglie (categorie citate anche nei manifesti dell’evento), ovvero il Comune di Torino.

Poiché se sono vere le gravi responsabilità della Regione Piemonte, in merito alle politiche sociali, il Comune di Torino sta seguendo lo stesso modello del Governatore Cota, ovvero tagliare risorse alle categorie più deboli.

Sono emblematici, a questo proposito, due esempi: la chiusura della casa di ospitalità di Via Ghedini (per persone Senza Dimora, anziane, fragili e in condizione di salute precaria) e l’eliminazione delle attività proposte ai disabili di tutti i Centri Diurni di Torino, dai consulenti tecnici (lavoratori precari della Cooperativa Sociale “Il Sogno di una Cosa”).

Fortunatamente i promotori dell’evento di giovedì 7 ottobre, hanno riservato la possibilità ad alcune persone del pubblico, di intervenire sul palco. Hanno portato la loro voce, fra gli altri, un esponente del Coordinamento “Una tegola per cappello” (ex-consulenti tecnici della Cooperativa “Il Sogno di una Cosa”) e due esponenti del Csa, il Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base. Dal palco le persone del pubblico hanno chiesto a voce unanime (anche al Comune di Torino) di ripensare i tagli alle risorse destinate alle categorie più deboli. I cittadini chiedono alle forze di sinistra di differenziare le proprie politiche sociali, rispetto a quelle della destra. Non è accettabile assumere 16 nuovi dirigenti e tagliare posti di lavoro precario!

In questa situazione drammatica per la nostra Città, è opportuno che le persone sensibili a queste tematiche si uniscano alla denuncia delle associazioni dei genitori disabili e degli educatori dei Centri Diurni del Comune di Torino, i quali si preparano ad una manifestazione in Piazza Palazzo di Città, in data 25 ottobre 2010 dalle ore 16.30. Gli educatori hanno dichiarato lo stato di agitazione ed hanno denunciato, fra le altre cose,  che la decisione di tagliare le attività dei consulenti tecnici (comunicata pochi giorni prima della ripresa dei laboratori), non ha preso in considerazione né la perdita di reddito dei tecnici impegnati, né l’impatto dell’improvvisa interruzione sugli utenti disabili e sulla programmazione dei servizi diurni. A ciò si aggiunge che le famiglie delle persone disabili non sono ancora state informate.

 
 
 
 

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