Un fico per ridere

La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di arrivare a se stesso. Finisca poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. H.Hesse

 

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Il principio di indeterminatezza

Post n°68 pubblicato il 11 Ottobre 2008 da verdepalude

Una delle cose più interessanti che mi è capitato di studiare, quando ancora pensavo che da grande avrei fatto il chimico, è il dualismo onda particella. L'espressione sta a significare che alcune particelle elementari, come il fotone o l'elettrone  mostrano una natura doppia: appaiono sia come dei corpuscoli che come delle onde.
E' un pò come se nello stesso oggetto coesistessero la natura vaga e sfuggente dell'onda del mare e quella solida e concreta del sasso che sta ad attenderla sulla spiaggia.
Una delle conseguenze più appassionanti di questa doppiezza è il principio di indeterminatezza di Heisenberg. Questo principio ci dice che è impossibile conoscere allo stesso tempo la posizione e la velocità di una particella. In pratica se io provo a cercare un elettrone in rotazione intorno al suo nucleo, non lo troverò. Più penso di essere lì lì per acchiapparlo, più lui è altrove.

Mi viene da pensare che questa indeterminatezza si applichi bene a me.
Più penso di aver capito ciò che voglio, più mi confondo.
Più penso di sapere chi sono, più mi perdo.

Tutto questo mi fa venire in mente un verso di Guccini:

...Noi corriamo sempre in una direzione, ma quale sia e che senso abbia, chi lo sa?

 
 
 

Una Vespa, oltre l'orizzonte ...

Post n°67 pubblicato il 26 Settembre 2008 da verdepalude

Lo so che questo blog si sta trasformando in una specie di elenco di necrologi. Però ci sono delle vite che mi colpiscono. Mi danno la sensazione di non essere passate invano.

Pochi giorni fa è morto Giorgio Bettinelli .

Forse a molti il suo nome non dirà niente, ma se qualcuno di voi conosce un pò il mondo delle vespe (lo scooter, non l’imenottero), saprà che Giorgio è stato il più grande vespista di tutti i tempi.

In sella alla sua vespa ha girato tutto il mondo. E uso la parola “mondo”, non tanto per dire.

La sua avventura inizia un giorno, quando monta in sella a una vespa PX 125 bianca a Roma e parte.

Quando si ferma, 24.000 km dopo, è a Saigon.

Ma è solo l’inizio. Subito dopo si fa altri 36.000 km dall’Alaska alla Terra del Fuoco. Poi va da Melbourne a Città del Capo (52.000 km). Poi semplicemente viaggia attraverso il mondo senza fermarsi per 150.000 km. Dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. Di passaggio da Katmandu, conosce una ragazza cinese, la monta sulla sella della sua vespa e la porta in Italia, dove la sposa.

Si trasferisce in Cina, dove passa gli ultimi anni a viaggiare in lungo e largo alla scoperta dell’Impero di Mezzo. Ed è proprio in Cina che qualche giorno fa è morto, a 53 anni.

Nel corso della sua avventura ha imparato sei lingue (inglese, indonesiano, spagnolo, portoghese, russo, francese).

Ha scritto vari libri, è stato intervistato un numero incredibile di volte (pare che qualcuno abbia contato 634 interviste) ed è andato in onda su Cnn, Discovery Channel e su una marea di televisioni nazionali e locali in 134 paesi di cinque continenti.

 

Mi piace salutarlo con sue parole, riprese  da uno dei tanti blog che lo hanno celebrato in questi giorni.

Rimango altre quattro ore in sella, e guido finché il sole è già quasi al tramonto, secondo una sana abitudine che da tempo ero costretto a perdere, prima di fermarmi in un villaggio qualsiasi per passare la notte. E’ una delle sensazioni che ho sempre amato di più, e che così spesso mi ha dato l'illusione di essere libero e padrone della mia vita: quel grappolo di minuti dalla consistenza indefinibile, quando non è ancora buio e non è più giorno, e tu entri in un posto che non hai mai sentito nominare, con la consapevolezza che domani sarai già lontano, e che per altri mesi, per altri anni, per altri grappoli di minuti della stessa intensità continuerai ad allontanarti, assecondando il dipanarsi di una matassa il cui filo ti si srotola tra le mani senza farsi accorgere, e finisce dall'altra parte del mondo.

 

 
 
 

Il Gelato rubato ...

Post n°66 pubblicato il 15 Settembre 2008 da verdepalude

Oggi vi racconto una storia.

La vicenda si svolge in una piccola città del centro Italia, a fine anni settanta.

Era sabato pomeriggio e un ragazzo di circa 17 anni è in fila insieme a degli amici e a delle amiche, per comprare la novità del momento: il gelato espresso Carpegiani.

Il ragazzo in questione era là da un po’ e non stava riuscendo in quello che era il suo vero obbiettivo: catturare l’attenzione di una delle ragazze in fila con lui.

Dopo circa venti minuti di fila, riesce finalmente ad avere in mano il cono, ripieno di una massa cremosa bicolore.

Decide allora di fare una cosa che non aveva mai fatto. Nel caos totale del bar pieno, decide di non passare alla cassa a pagare.

Pensa che la ragazza non potrà non restare conquistata, da una così luminosa manifestazione di coraggio.

Il ragazzo però commette un errore.

Sottovaluta l’occhio professionale del barista, che si accorge della cosa e fa la cosa che non avrebbe mai dovuto fare: chiama la ragazza ancora in fila e gli dice che, se anche c’era voluto molto per avere il cono, quello non era un buon motivo per non pagarlo. La ragazza esce chiama il ragazzo e gli dice che il barista si è accorto del furto. Il ragazzo, rosso come un peperone, prega un amico di andare a pagare il gelato per lui.

Quel ragazzo ero io.

Ci potete credere o no, ma quella è stata l’ultima volta che ho rubato qualcosa. Quel giorno, quel barista mi ha insegnato qualcosa di molto importante.

Ancora oggi quando passo vicino al bar, ancora gestito dallo stesso barista, penso a lui con uno strano senso di vergogna e gratitudine.

Ieri, leggendo la notizia della morte di Abdul Salam Guibre, mi è tornata in mente questa mia lontana esperienza giovanile.

Ho pensato a che cosa sarebbe successo se avessi trovato sulla mia strada, due baristi come quelli che ha incontrato lui.

E a come sarebbe stato meglio per lui, se avesse incontrato il mio.

 

 

 

 
 
 

Trova l'intruso!

Post n°65 pubblicato il 14 Agosto 2008 da verdepalude

Nella foto qui sotto c'è un personaggio completamente fuori luogo. Trova il verdefaccione e vinci un pelouche raffigurante una rana ciclista!

 
 
 

Testosterone

Post n°64 pubblicato il 05 Agosto 2008 da verdepalude

La Scienza ci dice che i giovani maschi devono al testosterone la loro aggressività.

Ed anche la loro propensione al rischio.

Sempre la Scienza ci informa che tale inclinazione cala con l’età, grazie ad un opportuno declino della produzione endocrina dell’ormone citato.
In ogni caso non stavo pensando a questo mentre a tutta velocità (?!?) stavo provando gli ammortizzatori della mia nuova bici sui resti di un’antica strada romana, che scende dalle vicinanze di Casale verso il laghetto di Linaglia.

Vi confesso che ho iniziato a pormi il problema, solo quando stavo già volando a mezz’aria, piedi in alto e testa in basso, catapultato nell’aere dal blocco repentino della ruota anteriore.
Giusto poco prima di prendere contatto con il terreno, mi ha sfiorato improvvisamente l’idea, che forse il mio attuale livello di testosterone non giustificava la posizione poco convenzionale con la quale mi stavo apprestando a tornare, per così dire, con i “piedi per terra”.
Ho sviluppato ulteriormente il concetto, sdraiato sugli antichi ma scomodi blocchi di pietra, reliquie dell’antica maestria romana di costruire strade, mentre stavo facendo, con una certa apprensione, un controllo generale di funzionalità ossea e non.

Alla fine il dubbio ha prevalso: ma sarà proprio vero che il testosterone, con l’età, cala?

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 28/07/2007
 
 

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