Un fico per ridereLa vera vocazione di ognuno è una sola, quella di arrivare a se stesso. Finisca poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. H.Hesse |
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Post n°58 pubblicato il 11 Giugno 2008 da verdepalude
Lo Zen e l’arte della manutenzione della Bicicletta Dice Robert Pirsig nel libro “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, che “La vera motocicletta a cui state lavorando è una moto che si chiama voi stessi. La macchina che sembra 'là fuori' e la persona che sembra 'quì dentro' non sono separate.” Sarà per questo che non ho voglia di scrivere, fotografare o commentare, e tutta lamia attenzione è tenacemente applicata a richiamare in vita la mia Proflex 752 del 1992, acquistata in quasi buono stato nel 1995 e ormai sepolta sotto strati di masserizie, sin dal 1998. Mi chiedo quale sia il parallelo tra la revisione degli obsoleti ammortizzatori manitou e la mia svogliatezza ad esprimere qualunque cosa mi passi per il cervello. Dice Pirsig: Quando il pensiero ... viene applicato all'esperienza, qualcosa resta sempre ucciso ... una volta che hai imparato a condurre un'imbarcazione lungo il Mississipi, scopri che il fiume ha perso la sua bellezza A proposito. Ieri ho trovato come sostituire gli elastomeri. E' già qualcosa. |
Post n°57 pubblicato il 23 Maggio 2008 da verdepalude
Una volta un mio collega ha fatto il volo da Francoforte a Milano, seduto a fianco di Claudia Schiffer. Immaginate che agitazione avrà attraversato il cervello (e non solo quello …) del malcapitato. Io, più modestamente, ho fatto un viaggio aereo seduto accanto a Maria Josè. Devo dire che non l’ho capito subito. Lei parla solo spagnolo ed io italiano ed un po’ di inglese. Lo spagnolo lo capisco solo un po’, ma non riesco ad andare oltre le tre o quattro frasi di rito. E, sul momento non ho capito di essere accanto proprio a lei. Avevo notato la giovane età e il cartello con i documenti appesi al collo, ma non è che poi io sia così sveglio. In compenso lei lo è. Una bambina paraguayana di 11 anni ancora da compiere, in viaggio da Madrid (dove lavora la mamma) al Paraguay (dove lei abita con la zia) via Roma e San Paolo in Brasile, e che viaggia da sola, deve essere sveglia per forza. Sua mamma l’ha imbarcata a Madrid con una valigetta piena di biscotti da mangiare durante il viaggio, latte per bere, delle matite per disegnare, 20 euro per le spese impreviste e un foglio con scritto: Mi nombre es María José. Subito dopo il decollo, Maria Josè ha iniziato a farmi domande a ripetizione: da dove vieni (…. vengo dall’Italia, Maria Josè. No, l’Italia non è in Spagna…), dove vivi (… vivo in Toscana. No neanche la Toscana è in Spagna…), hai figli (… ho due bambine. Una ha la tua età, Maria Josè. Anche se mi sembra incredibile…), hai la macchina (si, certo che ho la macchina. Ah, tua mamma invece no , non ce l’ha la macchina…), hai il telefono (certo che ho il telefono, Maria Josè), ….. La comunicazione è migliorata molto, quando ho tirato fuori il mio PC portatile e ho iniziato a farle vedere le foto delle mie figlie al mare, in montagna, al luna park, in casa, insieme al cane…. Allora Maria Josè ha iniziato a ridere…. Rideva anche per il mio strano spagnolo (… non è spagnolo, Maria Josè. E’ italiano. Yo soy italiano..) Poi siamo atterrati. Ciao Maria Josè. Hasta Luego, lei mi ha detto. E venuto uno stewart e ti ha portato via su di una macchina, mentre noi prendevamo la navetta.
Chissà se sei già arrivata da tua zia in Paraguay, Maria Josè. Chissà se il tuo viaggio è andato bene. Mi hai lasciato un bel regalo. Una strana emozione che mi fa sorridere. Buona fortuna Maria Josè. |
Tanti anni fa ho letto un libro di Fred Uhlman, un ebreo tedesco, rifugiato negli Stati Uniti all’avvento del nazismo. Il libro narra la storia di due ragazzi Hans (ebreo) e Konradin, un tedesco ”ariano” di nobili origini con simpatie naziste. Tra i due nasce in modo inaspettato una profonda amicizia, che va al di là del credo politico dell’uno e delle origini dell’altro. La loro amicizia non è destinata però a durare. Quando Hitler prende il potere, Konradin decide di non frequentare più l’amico, mentre Hans viene spedito negli Stati Uniti. Hans perde l’unico amico che ha. I genitori di Hans, rifiutano di lasciare la Germania, che sentono comunque come loro patria, e moriranno in seguito, suicidi per sfuggire alle persecuzioni naziste. Molti anni dopo Hans riceve una lettera dalla Germania. Il suo vecchio liceo gli annuncia la raccolta di fondi per la costruzione di un monumento alla memoria degli ex allievi caduti in guerra. In allegato c’è un libretto con tutti i nomi dei deceduti. Hans è titubante se leggere e sapere che fine ha fatto l’ex amico. Alla fine legge e trova scritto anche il nome dell’amico Komradin con la scritta: “Implicato per il tentato omicidio di Hitler, Giustiziato ”. Hans capisce di aver ritrovato un amico. A me di recente è capitato l’opposto. Avevo un amica con cui ho condiviso cibo, sonno e ideali ai tempi del liceo. La vita poi, lentamente ma inesorabilmente, ci ha allontanato. Ma in me è sempre stata forte l’idea che il nostro legame fosse ancora vivo, pur non avendo contatti da anni. Di recente mi è capitato di leggere delle cose su di lei. Ho capito di aver perso un’amica.
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INFO
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Nickname: verdepalude
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Sesso: M Età: 60 Prov: LI |
Inviato da: cassetta2
il 06/12/2020 alle 19:23
Inviato da: panteradicuori
il 20/01/2011 alle 00:05
Inviato da: panteradicuori
il 27/02/2010 alle 22:11
Inviato da: anna0772
il 24/12/2009 alle 11:10
Inviato da: panteradicuori
il 18/10/2009 alle 00:14