Università e RicercaIdee per una riforma |
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Vogliamo contribuire al dibattito su Ricerca ed Università, stimolare l'Accademia dei Lincei ad una più incisiva presenza in questo dibattito, ritenendo che per tutti vale quanto diceva il Maestro Manzi: non è mai troppo tardi.
La speranza è di produrre un dibattito ampio e dei documenti che desideriamo presentare pubblicamente all'Accademia dei Lincei. Contributi da ricercatori e docenti universitari sono benvenuti, secondo le regole di questo blog che al momento è in fase di sviluppo. Abbiamo iniziato con i concorsi perché alcuni di noi hanno vinto il concorso a cattedra prima delle varie riforme seguite al 68 e quindi li hanno visti veramente tutti. A quelli che si ostinano, noi crediamo per motivi ideologici, a pensare di poterli riformare offriamo la seguente:
Quattro uomini su una zattera in mezzo al mare, tre strillano Inammissibile, all'agenzia ci avevano promesso un viaggio di sogno, protesteremo li denunceremo, ed il quarto Tutto inutile già l'ho fatto le ultime due volte!
La discussione verte su cose serie ma lo stile non deve necessariamente seguire.
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A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere nell ' essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta d'esser confutato con un piacere non minore di quello che prova confutando. Infatti, io ritengo che l'esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l'uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso. |
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Post n°12 pubblicato il 28 Novembre 2008 da jek1944
Da alcuni mesi stiamo assistendo, con grande amarezza, ad una campagna mediatica caratterizzata da forti critiche nei confronti dell’Università, della sua organizzazione, dei suoi comportamenti, della sua produttività formativa e scientifica. Nessuno di noi è disponibile a difendere le inefficienze organizzative e culturali che includono la mancanza di meritocrazia , il nepotismo, la dispersione di risorse, la disincentivazione dei giovani più promettenti con la conseguente perdita del primato culturale dell’Università e del suo prestigio in campo scientifico e tecnologico. Non è accettabile, tuttavia, un giudizio negativo generalizzato che misconosce il lavoro, la produttività e l’impegno di molti docenti. E’ questa componente non minoritaria dell’Università che, a dispetto delle ampie sacche di inefficienza e di malversazione, mantiene comunque il nostro sistema universitario nell’ambito dei primi quindici al mondo (http://www.topuniversities.com/worlduniversityrankings/results/2008/safe_system_strength). Il degrado dell’ Università ha molti responsabili, certamente non tutti tra coloro che operano al suo interno: non si può ignorare il ruolo devastante che hanno avuto normative erratiche e demagogiche tendenti a favorire clientelismi ed a garantire privilegi. Da anni vengono annunciati sistemi di valutazione del merito e dell’efficienza. Diversi governi hanno avviato, soltanto sulla carta, programmi di riconoscimento della qualità e del merito. Nulla è stato fatto. Noi abbiamo il diritto di essere giudicati, come singoli e come istituti, ognuno in rapporto ai propri meriti ed alle proprie carenze. Abbiamo il diritto di non subire una generalizzazione che ci offende e ci danneggia. Si applichino da subito i processi valutativi, mutuandoli nell’urgenza da quelli già esistenti in Europa (European Research Council) , in Francia (AERES) , in Inghilterra (Valutazione dei Dipartimenti). Ci sarà modo in seguito di ottimizzarli ed adattarli meglio alle specifiche caratteristiche del nostro sistema. Chiediamo che le critiche generalizzate vengano sostituite da quelle specifiche, e che ad esse facciano seguito opportune determinazioni. Senza questo processo, che richiediamo con forza e con urgenza, nulla cambierà sulla base delle consuete lamentele e di processi mediatici più o meno scandalistici. I Docenti delle Facoltà di Medicina dell’Università di Milano Statale (da:Prof. Francesco Clementi Dipartimento di Farmacologia, Università di Milano
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