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Un blog creato da jek1944 il 23/11/2008

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Pacchioni Severgnini

Post n°13 pubblicato il 28 Novembre 2008 da jek1944

caro Severgnini, se posso inserirmi nel suo discorso con Pacchioni, finalmente ci stiamo ribellando, il partito trasversale dei baroni è in marcia (vedi http://blog.libero.it/uniproposte/). Lei dirà, era ora! ma bisogna pure capire qualche cosa della storia degli ultimi 40 anni se no è tutta una grande confusione. I concorsi sono marci è una espressione da giornalisti, io dico da 40 anni, i concorsi sono un modo sbagliato per reclutare i docenti, i raggruppamenti concorsuali devono essere aboliti. È chiaro che una cosa sbagliata prima o poi diventa marcia. Quasi tutte le scelte fatte negli ultimi anni mi hanno trovato contrario, dall'istituire il ruolo dei ricercatori invece della terza fascia della docenza, alle idoneità multiple al modo di distribuire i fondi, al modo di organizzare la vita accademica, non sono il solo ma siamo sempre stati una minoranza (da giornalista provi a capire perché). Ora mi consigli lei, avrei dovuto bruciarmi davanti al Ministero della Pubblica Istruzione come i Bonzi? Non ho questo spirito di sacrificio e quindi, visto che la mia posizione era minoritaria e che mi invitavano, pagandomi, all'estero ho vilmente sfruttato queste occasioni sperando in tempi migliori. Ora sono arrivati i barbari, chi sa, non vedo teste tagliate e città bruciate: tanti buoni propositi, qualche pizzico di demagogia, qualche buona iniziativa e tanti tagli. La teoria che i tagli portino il bene è interessante anche se i suoi fondamenti teorici sono dubbi. Quindi da giornalisti provate a capire meglio il nostro mondo. È vero che non c'è migliore notizia di una cattiva notizia ma, a forza di esagerare, i giornali diventano dei fumetti.


claudio procesi
accademico linceo


vice presidente della international mathematical union

 
 
 

Valutateci!

Post n°12 pubblicato il 28 Novembre 2008 da jek1944

Da alcuni mesi stiamo assistendo, con grande amarezza, ad una campagna mediatica caratterizzata da forti critiche nei confronti dell’Università, della sua organizzazione, dei suoi comportamenti, della sua produttività formativa e scientifica.

Nessuno di noi è disponibile a difendere le inefficienze organizzative e culturali che includono la mancanza di meritocrazia , il nepotismo, la dispersione di risorse, la disincentivazione dei giovani più promettenti con la conseguente perdita del primato culturale dell’Università e del suo prestigio in campo scientifico e tecnologico.

 Non è accettabile, tuttavia, un giudizio negativo generalizzato che misconosce il lavoro, la produttività e l’impegno di molti docenti.

E’ questa componente non minoritaria dell’Università che, a dispetto delle ampie sacche di inefficienza e di malversazione, mantiene comunque il nostro sistema universitario nell’ambito dei primi quindici al mondo 

(http://www.topuniversities.com/worlduniversityrankings/results/2008/safe_system_strength).

 Il degrado dell’ Università ha molti responsabili, certamente non tutti tra coloro che operano al suo interno: non si può ignorare il ruolo devastante che hanno avuto normative erratiche e demagogiche tendenti a favorire clientelismi ed a garantire privilegi. Da anni vengono annunciati sistemi di valutazione del merito e dell’efficienza. Diversi governi hanno avviato, soltanto sulla carta, programmi di riconoscimento della qualità e del merito. Nulla è stato fatto.

 Noi abbiamo il diritto di essere giudicati, come singoli e come istituti, ognuno in rapporto ai propri meriti ed alle proprie carenze.

Abbiamo il diritto di non subire una generalizzazione che ci offende e ci danneggia. Si applichino da subito i processi valutativi, mutuandoli nell’urgenza da quelli già esistenti in Europa (European Research Council) , in Francia (AERES) , in Inghilterra (Valutazione dei Dipartimenti). Ci sarà modo in seguito di ottimizzarli ed adattarli meglio alle specifiche caratteristiche del nostro sistema.

 Chiediamo che le critiche generalizzate vengano sostituite da quelle specifiche, e che ad esse facciano seguito opportune determinazioni. Senza questo processo, che richiediamo con forza e con urgenza, nulla cambierà sulla base delle consuete lamentele e di processi mediatici più o meno scandalistici.

I Docenti delle Facoltà di Medicina dell’Università di Milano Statale

(da:Prof. Francesco Clementi Dipartimento di Farmacologia, Università di Milano
Sezione di Farmacologia Cellulare e Molecolare, Istituto Neuroscienze
del CNR, Via Vanvitelli 32  20129 Milano )

 

 
 
 

Giovanni Seminara scrive:

Post n°11 pubblicato il 26 Novembre 2008 da jek1944

Cari Amici,

  concordo con l'iniziativa di Vannini. Perchè non proporre che essa si svolga ai Lincei, organizzata con l'aiuto della Commissione per la Riforma dell'Università dell'Accademia?
  Il problema fondamentale è quello di raggiungere un consenso su alcuni punti quali quelli enunciati nella lettera di Vannini. Come dimostrato dalle reazioni alla lettera di Procesi, il consenso non potrà essere unanime. Sarebbe largamente sufficiente tuttavia un consenso maggioritario su alcune questioni fondamentali. Una discussione a tesi, con interventi brevi e supportati eventualmente da contributi scritti.
 Propongo Lamberto Maffei quale coordinatore dell'iniziativa.

 Cari saluti

 G. Seminara
--
Giovanni Seminara
Professor of Fluid Mechanics and Department Head
Department of Civil, Environmental and Architectural Engineering
University of Genova
Via Montallegro 1 16145, Genova, Italy
Tel.
+39 010 3532487
Fax  +39 010 3532546

 
 
 

Lettera di Vannini

Post n°10 pubblicato il 26 Novembre 2008 da jek1944

ricevo da Marco Vannini

Cari colleghi,

ritengo che lo scambio di mail e di incontri che si sono svoltI tra i docenti di molti atenei italiani necessitino di uno sbocco rapido e relativamente concreto. Un tale sbocco potrebbe consistere in un forum nazionale, da organizzare in una città nel centro Italia, tra coloro che, sia pur privi di deleghe e di ufficialità ("autoconvocati"), abbiano voglia di incontrarsi e nel giro di pochi giorni (2-3) stilare una piattaforma che riprenda quanto detto e scritto fino ad oggi.

Se una tale piattaforma venisse fuori fortemente maggioritaria - o addirittura unitaria .....continua

 
 
 

Indicatori

Post n°9 pubblicato il 26 Novembre 2008 da jek1944

Stavo  per scrivere  le mie idee sugli indicatori quando  Kieran O'Grady mi ha mandato un pezzo scritto da un GENIO,  Gregory Petsko  su IMPACT FACTOR.


Io in realtà non penso che gli indicatori siano inutili, probabilmente nella prima versione della lettera scritta, anche un  po di getto,  ho esagerato e preso una posizione un po troppo snob. L'ultima  è molto piu sfumata.



Non vorrei imbarcarmi in una discussione tecnica sui parametri perché francamente in definitiva sono incompetente.   Noi matematici sappiamo che i parametri vanno sapientemente tarati,  è assolutamente essenziale che siano usati solo in una peer review in cui possono anche essere ridimensionati da valutazioni scientifiche specifiche (noi abbiamo casi clamorosi come Perelman che ha risolto la piu importante congettura del secolo scorso e non la ha pubblicata se non in rete, poi ha rifiutato tutti i premi).

Altrimenti dati in mano ai burocrati i parametri sono esiziali.


Diciamo che io li uso poco, al piu per una sgrossata. Cerco sempre di avere tre quattro pareri da persone di livello internazionale e competenti nel tema specifico di cui mi fido. Mi sono trovato nel PRIN 2006 in cui il ministero pretendeva che 5 persone fra cui io valutassero tutta la matematica e l'informatica.

Per rendere la cosa impossibile  ci hanno vietato di usare la banca dati del Cineca dei referees, che io avevo contribuito a formare l'anno prima nel CIVR, anche con un notevole impegno di lavoro e che da cretino pensavo fosse la base della valutazione.  Sono rabbrividito. Chiedo ad un mio amico dell'NSF aiuto e lui mi dice che loro, solo per la matematica, avrebbero convocato una ventina di persone che avrebbero mobilitato chi sa quanti referees.
Io ho "panicato"  qualcuno mi dice: vai a google scholar, si va bene ma come cavolo faccio a paragonare capre e cavoli?  è stata la peggiore esperienza (scientifica) della mia vita. Cerco di parlare  a Mussi, vuoto assoluto, evidentemente stava facendo la "cosa rossa"  parlo con Modica ma mi dice che non c'è niente da fare,  qualche superburocrate ha deciso cosi'. Io volevo dimettermi anche perché sembrava che nella commissione fossi l'unico a pensare di stare in una gabbia di matti. Erano anni che non mi occupavo, a parte il CIVR, di politica accademica. È stata una esperienza umiliante, rendermi conto di vivere in un paese narcotizzato in cui le cose più idiote vengono piano piano metabolizzate ed accettate anche dai giovani come normali.   Capite forse la mia intemperanza, io sono anche un po "temperamental" e ci tengo alla mia reputazione.


Claudio Procesi

 
 
 
 

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