..preferivo da sempre osservare ogni cosa da una certa quota. Mi faceva sentire pulito. Mi dava la possibilità di non immischiarmi con le futili ilarità delle circostanze, mi riempiva di esistenza il solo prolungamento delle labbra, senza che possiate immaginare però la mezza luna..che sia ben chiaro! Una piccola fiamma che brillava nel vuoto. Certo era piccola si, ma brillante e anche molto lucente. Però, come ad ogni buon cosa c’è sempre un però..tutto questo inevitabilmente m’intrappolava in una gabbia negandomi ogni possibilità di confronto, già..così.. la fiamma credo pian piano avesse avuto, al suo passaggio il tempo per bruciare dispacci qua e là e quando poi il nulla bussò alla porta dovette donargli un obolo o chissà quanti..”Norroi. Ecco ora lo ricordo bene il nome di quel vecchio. Credimi Vichy, quelle parole non mi hanno fatto un bell’effetto..
..fu lì che la pressione raggiunse l’apice, la fissò negli occhi con una profondità assoluta mai vista prima, stette immobile per un tempo indecifrabile che seppur così sfuggente, sembrò non terminare mai. Si respirava a fatica, mancava l’aria, le labbra chiuse recavano lavoro straordinario alle narici, era tutto in subbuglio,come se tutto fosse in una bolla di sapone..sembrava come quell’attimo che precede il diluvio o una tempesta..erano in gioco i limiti della sopportazione e del saper accettare meno determinate situazioni poco chiare..
Quei secondi erano come infiniti, fosse per Andy non respirerebbe più, poi..la sua tenacia iniziò a scricchiolare dandone i primi sintomi al non voler più, per nessuna ragione, dare verbo alle sue eloquenze; stava concretamente decidendo di lasciarle lì sommerse nel talamo con la consapevolezza di una sconfitta nei confronti di un cambiamento radicale, la manifestazione del nuovo..un rinnovo totale che già da mesi tentava invano di sfondare quel muro, ma invano.