Un blog creato da alexp1 il 19/10/2007

Un soffio di vento

libere parole per un libero uomo

 
 
 
 
 
 

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« Giornata bella ma cavolo...Ebbene si... »

Il Testamento di Tito...Fabrizio de Andrè

Post n°10 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da alexp1
 

Non avrai altro Dio, all'infuori di me,

spesso mi ha fatto pensare:


genti diverse, venute dall'est


dicevan che in fondo era uguale.


Credevano a un altro diverso da te,


e non mi hanno fatto del male.


Credevano a un altro diverso da te


e non mi hanno fatto del male.




Non nominare il nome di Dio,


non nominarlo invano.


Con un coltello piantato nel fianco


gridai la mia pena e il suo nome:


ma forse era stanco, forse troppo occupato


e non ascoltò il mio dolore.


Ma forse era stanco, forse troppo lontano


davvero, lo nominai invano.




Onora il padre. Onora la madre


e onora anche il loro bastone,


bacia la mano che ruppe il tuo naso


perché le chiedevi un boccone:


quando a mio padre si fermò il cuore


non ho provato dolore.


Quando a mio padre si fermò il cuore


non ho provato dolore.




Ricorda di santificare le feste.


Facile per noi ladroni


entrare nei templi che rigurgitan salmi


di schiavi e dei loro padroni


senza finire legati agli altari


sgozzati come animali.


Senza finire legati agli altari


sgozzati come animali.




Il quinto dice "non devi rubare"


e forse io l'ho rispettato


vuotando in silenzio, le tasche già gonfie


di quelli che avevan rubato.


Ma io, senza legge, rubai in nome mio,


quegli altri, nel nome di Dio.


Ma io, senza legge, rubai in nome mio,


quegli altri, nel nome di Dio.




Non commettere atti che non siano puri


cioè non disperdere il seme.


Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:


poi la voglia svanisce ed il figlio rimane


e tanti ne uccide la fame.


Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,


ma non ho creato dolore.




Il settimo dice "non ammazzare"


se del cielo vuoi essere degno.


guardatela oggi, questa legge di Dio,


tre volte inchiodata nel legno.


guardate la fine di quel nazareno,


e un ladro non muore di meno.


Guardate la fine di quel nazareno,


e un ladro non muore di meno.




Non dire falsa testimonianza


e aiutali a uccidere un uomo.


Lo sanno a memoria il diritto divino


e scordano sempre il perdono.


Ho spergiurato su Dio e sul mio onore


e no, non ne provo dolore.


Ho spergiurato su Dio e sul mio onore


e no, non ne provo dolore.




Non desiderare la roba degli altri,


non desiderarne la sposa.


Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi


che hanno una donna e qualcosa:


nei letti degli altri, già caldi d'amore


non ho provato dolore.


L'invidia di ieri non è già finita:


stasera vi invidio la vita.




Ma adesso che viene la sera ed il buio


mi toglie il dolore dagli occhi


e scivola il sole al di là delle dune


a violentare altre notti:


io nel vedere quest'uomo che muore,


madre, io provo dolore.


Nella pietà che non cede al rancore,


madre, ho imparato l'amore.

 
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