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Special K II/II

Post n°200 pubblicato il 25 Aprile 2006 da distico
Foto di distico

10 minuti, sento che arriva, ho la sensazione di uscire dal corpo e di guardarmi da fuori, che schifo, almeno la barba, non riesco a toccarmi le mani, non le sento, non sento dolore, cazzo, sono morto, finalmente, orrendamente, morto, terribilmente morto e guardo in faccia la morte, altro che falce, non è che un buco,nero, amici andati, Ga, ti ricordi, sei bella come la prima volta che ti ho visto,come la prima volta che mi baciasti, MariaFrancesca, anche tu, che fine hai fatto, lo so, lo so, sono stato uno stupido, come sei dolce ancora a distanza di vite parallele che abbiamo vissuto oddio, che belle mani, dove sei andata tutto questo tempo, e la prima volta che abbiamo fatto l’amore te la ricordi, che strana, che viaggio anche quello tra le tue cosce inesperte le mie mani vogliose, Vale, anche tu qui e non credevo di incontrarti, i tuoi occhi bellissimi del colore delle castagne profumati di bosco e le tue di maniletuelericonosco
nonsonopiùgonfiedallamalattia
sonobelleneituoisenisento
ancorailmiocuorediquando
ancoranonavevapauradibattereancora.

Giulia, tesoro mio, come sei piccola, ancora non ti hanno lavata, sei ancora quel batuffolo che strinsi la prima volta in sala parto, i capelli neri, il profumo, il tuo profumo, della vita, ragno indifeso ed io come adesso a commuovermi a giurare di pendermi cura di te, no, non temere, addormentati, qui adesso su questebraccia
fortipertedormimiotesoro
ediomiproteggerònelletue
bracciafortidallavitada
quellachechiamiamo
vitamiotesoromialuce.

Mi illumini adesso, di una luce che guida, mi indichi la strada, per me, sciamano di periferia, che conosce riti pagani per approcciarmi a Dio, che ha dimenticato il modo di parlare alle divinità della terra e adesso prende farmaci sintetici per aver l’impressione di affondare le mie mani in qualcosa di reale.

Resto fermo, seduto, e mi guardo, sento il battito di un metronomo in mezzo al petto, cuore pulsante e preciso, 40 battiti al minuto, 30,20, 10, sono morto di nuovo eppure mi chiama, quel pesante fardello, infinito involucro di materia, mi volto, amici, dove andate? MariaFrancesca no, non piangere, io ho smesso di piangere per te, sii felice, tu che puoi, dovunque tu sia, addio, Ga, statti bene anche tu, anche se ti reputo stupida lo sai quanto affetto mi leghi a te, abbi cura di te, di marcolino, del mio cuscino e di mia figlia; Vale, anche tu, beh, allora adesso, sì lo so, ci dobbiamo salutare, dai non piangere, prometto che non lo farò neanch’io, sei bellissima, te l’ho mai detto? Ci hai mai creduto? Addio, amore, addio. Giulia, tesoro, mia piccola, indifesa, grande perfetta creatura, abbi pietà di me, di questo dio che non ha più ali per volare, vola tu che puoi, tu che hai ancora tutto da imparare e tutto ancora da sbagliare.

 
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