Creato da amnesty208 il 10/03/2007
Viaggio nel Kurdistan turco, Newroz 2007

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

nino301150raffaelacevolitahajAuguste.Rodinmarta.kamfritz63morgius72mastreleestateestate2013sole_rosso1mi.piace.baciareantoanto58arianna.colaiacovolorenzo.tardellaeugenioimpedovo
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

I miei link preferiti

 

« Operazioni militari in corsoGli elicotteri da guerra... »

Altri mesi di carcere per l'obiettore kurdo savda

Post n°27 pubblicato il 19 Aprile 2007 da gaibo

Dal Manifesto di
15/04/07


Il tribunale militare di Corlu ha allungato di altri
sei mesi la pena per l'obiettore di coscienza kurdo Halil Savda, già condannato
a marzo a 15 mesi e mezzo di carcere.


Savda era già stato processato e incarcerato a fine
2006. Lasciato il carcere lo scorso 25 gennaio, era stato riportato in caserma,
riarrestato e di nuovo accusato di non aver obbedito agli ordini.

La Corte
europea per i diritti umani è già intervenuta nel caso di un altro obiettore,
Osman Murat Ulke, decretando che il procedimento contro di lui costituiva
«trattamento degradante» secondo l'articolo 3 della Convenzione europea per la
protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali - di cui la Turchia è firmataria. E il
Consiglio d'Europa, rincarando la denuncia, ha «preso atto» in una dichiarazione
del 4 aprile che la
Turchia non ha fatto nulla per risarcire Osman Ulke né ha
introdotto alcuna disposizione alternativa al servizio militare. Per discutere
di eventuali altri provvedimenti il Consiglio utilizzerà la prossima riunione
del 6-7 giugno.
Come già Mehmet Tarhan (obiettore kurdo e gay), anche Savda
è stato brutalmente picchiato durante la detenzione, torturato fisicamente e
mentalmente.


Tarhan, dopo due lunghi scioperi della fame e inaudite
violenze, è riuscito a far sentire la sua voce fuori dalla Turchia e grazie
anche alle pressioni internazionali è stato liberato, nel marzo 2006. Ma la sua
vicenda giudiziaria è tutt'altro che conclusa.


Parlare di obiezione di coscienza rimane un problema
in Turchia. Ne sa qualcosa anche la giornalista e scrittrice Perihan Magden,
costretta a difendersi in tribunale dall'accusa di aver «denigrato le forze
armate». Magden aveva scritto su una rivista che l'obiezione di coscienza è un
diritto che deve essere garantito.


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog