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Turchia:il potente ruolo dei militari

Post n°31 pubblicato il 29 Aprile 2007 da gaibo

BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea ha avvertito oggi i militari turchi
di non immischiarsi nella politica del loro paese, dopo che lo Stato maggiore
aveva fatto sapere che stava monitorando con una certa preoccupazione le
elezioni del nuovo presidente della repubblica.



"E' importante che i militari lascino la gestione della democrazia al
governo democraticamente eletto . Questo è un test per verificare se le forze
armate turche sono capaci di rispettare la laicità democratica e i rapporti
democratici fra apparati civili e militari", ha detto ai giornalisti il
commissario per l'allargamento dell'Ue, Olli Rehn.



Rehn ha detto che stava studiando attentamente la dichiarazione resa dai
vertici militari e ha sottolineato che il rispetto per le regole democratiche
era uno dei principi fondamentali per accettare la candidatura della Turchia
nella Ue.



"Il tempismo (della dichiarazione dei militari) è piuttosto strano e
sorprendente", ha detto Rehn. "E' importante che i militari
rispettino le regole del gioco democratico e il ruolo che in questo quadro gli
è stato assegnato", ha aggiunto il commissario Ue.



Il potente capo di stato maggiore, che è intervenuto cinque volte per
rovesciare il governo turco negli ultimi 50 anni, ha diffuso un comunicato
poche ore dopo che in parlamento si era consumata una spaccatura tra fra forze
laiche e quelle religiose nel primo turno della votazione per la nomina del
presidente della repubblica.



"Le forze armate turche stanno monitorando la situazione con una certa
preoccupazione", ha detto il capo di stato maggiore, intendendo ricordare
ai politici che i militari erano ancora i custodi della tradizione laica della
repubblica turca.



Rehn ha detto che la democrazia secolarizzata è un valore importante per
l'Unione europea e sta alla base del progetto di europeizzazione della Turchia,
caro ai militari e ai seguaci del fondatore della repubblica, Mustafa Kemal
Ataturk.



La Turchia, che è uno stato laico con una schiacciante maggioranza della
popolazione di fede musulmana, ha cominciato i negoziati per entrare a fare
parte della Ue nel 2005, ma da allora ha fatto pochi progressi sulla strada
dell'integrazione. Uno dei maggiori problemi è la disputa sull'isola di Cipro,
dove Ankara tiene ancora schierati migliaia di soldati.

 
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