Chiacchierando

Un giornale personalizzato. Sarebbe proprio una bella invenzione avere ogni giorno a disposizione un giornale elettronico in grado di mostrarci solo le notizie che ci interessano…in un’età in cui quello che manca è proprio il tempo sarebbe utile avere la possibilità di consultare in pochi minuti solo le news su argomenti di nostro interesse.

In America ci hanno provato: Daily me, Fishwrap, Crayon, sono tutti esperimenti di giornali cosiddetti "intelligenti". Il giornale sa dove mi trovo, quali sono i miei impegni della giornata, quali sono i miei interessi e grazie a degli agenti intelligenti mi presenta una lista di notizie interessanti.

È vero, una informazione di questo tipo potrebbe essere limitata.. per esempio l’utente non avrebbe la possibilità di imbattersi in notizie che fino ad ora non lo hanno interessato ma che in qualche modo potrebbero ora richiamare la sua attenzione…

Però il vantaggio di non perdere tempo per cercare quello che ci interessa (con il rischio magari di non trovarlo) è un vantaggio impagabile in una società frenetica come la nostra.

In più alla personalizzazione delle news si aggiungerebbe un’altra importante caratteristica dei giornali on line, quella della personalizzazione del tempo di fruizione, un altro vantaggio enorme che ci permette di leggere le notizie come, dove e soprattutto quando vogliamo, senza dover aspettare gli appuntamenti fissi di radio e tv.

Credo che la via giusta per incentivare la lettura dei quotidiani (ancor oggi troppo bassa in un paese sviluppato come il nostro!) sia proprio quella di andare incontro al cliente offrendogli un giornale personalizzato. E i costi per l’editore non sarebbero poi eccessivi.. la carta costa ma i bit no!

Mancano poche ore alla finalissima di questa sera…l’Italia ha l’occasione di vincere la sua quarta Coppa del mondo!

Mi raccomando azzurri, non fatevi fregare un’altra volta dai cugini francesi!! In bocca al lupo e forza azzurri!!

E l’Italia ha scelto il No. Non solo. Anche se non era necessario raggiungere nessun quorum poiché si trattava di un referendum confermativo gli italiani hanno dimostrato di voler partecipare ancora alla vita politica del Paese. Nonostante il solleone di questi giorni invitasse gli italiani a trascorrere un piacevole weekend al mare gli elettori non hanno deluso, superando il 60% di votanti. E in più c’è da considerare che molti concittadini tra politiche, amministrative, ballottaggi e referendum nel giro di un paio di mesi sono stati chiamati alle urne ben 4 volte, decisamente un po’ troppo.

E invece, a differenza dell’ultimo referendum, quello sulla fecondazione assistita, tremendamente disertato dagli italiani, quello di domenica e lunedì ha riscosso un buon successo.

Segno che la devolution è un problema piuttosto sentito dagli italiani.

E il referendum ha visto anche la terza sconfitta alle urne della destra nel corso di questo 2006. Forse gli italiani hanno bisogno di cambiare ma al di là di ogni divisione politica gli italiani hanno bisogno di vedere l’Italia unita. Unita sotto la stessa bandiera ma anche sotto lo stesso sistema scolastico e lo stesso sistema sanitario.

Una vittoria per tutte quelle regioni che sono economicamente poco indipendenti, ma soprattutto l’affermazione del desiderio degli italiani di restare uniti. E magari di non vanificare gli sforzi e i sacrifici, pagati anche con la vita, di tutti quei concittadini che hanno lottato per dar vita, finalmente, ad un Paese libero, unito e indipendente.

I nostri Azzurri ce l’hanno fatta…lunedì, mentre noi poveri studenti saremo alle prese con l’esame di Informatica applicata al giornalismo, la Nazionale italiana scenderà in campo per gli ottavi di finale del Campionato del Mondo di Germania.

Dopo gli scandali che hanno investito il mondo del pallone ci vuole proprio un po’ di sano agonismo per riunire tutti gli italiani davanti al televisore a tifare gli azzurri, senza divisioni, senza violenza e soprattutto senza pensare a quello che abbiamo appreso sul nostro campionato e che sinceramente non volevamo proprio sapere.

Il fatto è che oggi tutto fa rima con soldi e a calciatori, arbitri e soprattutto dirigenti non importa niente se non far quadrare i propri conti. È uno schifo se pensiamo che con tutto quello che guadagna un calciatore di serie A (e non solo!) è a posto per tutta la vita…mi domando, c’era davvero bisogno di arrivare a questo punto?

Secondo me no. Lo sport poteva essere una delle poche occasioni, in una società malata come la nostra, per stare insieme, per divertirsi, per sfuggire dalla quotidianità. E invece no. Quelli che hanno avuto la fortuna di nascere con i piedi buoni non la pensano così o forse sono semplicemente costretti a rispettare le regole, ingiuste, del gioco.

E allora per una volta smettiamo di pensare a tutto quello che circonda il mondo del pallone e concentriamoci solo su di lei, la nostra Nazionale.

Forza azzurri!

Sono rimasta particolarmente delusa quando ho appreso dai giornali la notizia dell’arresto di Vittorio Emanuele.

Sì perché lo scandalo che si è creato attorno all’ex dinastia regnante ha coinvolto da un certo punto di vista anche la mia città dato che Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele, si è stabilito oramai da tempo ad Umbertide, a pochi passi dalla mia abitazione.

Un concittadino come tutti noi che però, come spesso accade alle persone che appartengono alla categoria “vip”, è caduto nella polvere. Le accuse rivolte al padre sono piuttosto gravi e hanno destato, giustamente, scalpore e ripugnanza.

Ogni volta che succede qualcosa del genere ci si domanda perché chi ha la possibilità di avere tutto poi finisce per invischiarsi in storie di droga, sesso e sangue. E inevitabilmente a perdere tutto.

Ho sempre provato simpatia per questa famiglia che ad un tratto si è ritrovata senza potere e fuori dal territorio in cui è vissuta e sul quale per molto tempo ha regnato. E sono stata sempre d’accordo con la decisione di far rientrare i Savoia in Italia. Ma la notizia di questi giorni mi ha lasciato esterrefatta. Sì perché ti rendi conto di come il marcio regni ovunque.