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I pizzi » |
Cari amici, ho pensato di dedicarvi un racconto a puntate, tanto per mostrarvi i lati oscuri, ma anche quelli chiari, di un paese che non è solo Tibet e capitalismo allo stato brado.
Tanti scrivono dei Cinesi, ma pochi sanno 1. L’acquisto dell’automobile: gli acquisti in Cina sono un rito e come tale va meditato ed assaporato fino in fondo. L’auto, status symbol per eccellenza, viene quindi esaminata con passione ed apprensione. 1.1. Esistono siti di aggregazioni d’acquisto che organizzano i compratori per modello d’auto. Così, alla domenica mattina, flotte di autobus accompagnano gruppi di famiglie interessate all’acquisto di un particolare modello d’auto dal concessionario. Tutto è scrupolosamente pianificato: da una parte i bambini a giocare nel kindergaden , organizzato dal rivenditore d’auto, dall’altra gli uomini, a discutere le scontistiche col concessionario, ed infine le donne, a fare amicizia tra l’oro ed ad organizzare vacanze con la futura nuova macchina, uguale per tutti, naturalmente. 1.2. Decorazione. Difficile comprendere cosa mai spinga il comune guidatore ad industriarsi per migliorare il proprio mezzo. Al mio arrivo all’aeroporto mi aspetta l’autista e, mentre mi conduce al nuovo fiammante van sorrido compiaciuto. Macchina appena uscita dal concessionario, pulita, nuova fiammante. Entro dentro e dopo dieci minuti, sudando sulla plastica che ancora ricopre i sedili mi assale il primo dubbio:”si offenderà se gli chiedo di rimuoverla?” altri dieci minuti di abluzioni e mi rassicuro che no, non si offenderà se l’aiuto a rimuovere quell’inutile involucro tra LUI, il sedile, ed il mondo esterno. Lo strappo. Ed è con questo piccolo gesto, apparentemente non recepito dal mio autista, che si inaugurerà una lunga, silenziosa battaglia tra noi due. Il giorno dopo si presenta sotto casa mia sorridente e contento, pronto per portarmi al lavoro, entro e, orrore; trovo i sedili ricoperti con delle foderine giallo vomito di cammello. “Va beh”, mi dico, “cosa posso farci se vuole proteggere i suoi preziosi sedili?”. Mi abbandono sul sedile e mi addormento. Alla fine della giornata di lavoro riprendo la macchina e, gashp, trovo gli adorabili sedili, ricoperti dal vellutino vomito di cammello, a loro volta infilati parzialmente con dei pizzi e centrini che neppure mia nonna avrebbe osato tenere in casa. Michele mi guarda e sorride sornione. Io deglutisco e mi riprometto di imparare il cinese al più presto.
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