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E che centra l’Ikea?
Centra, centra.
C’eravamo lasciati un paio di mesi fa mentre ero in procinto di caricare moglie, 3 figli e 12 valigie in aereo per un simpatico viaggio di due giorni, tre arei, due taxi ed un traghetto con destinazione Uruguay, fantastico paese esattamente dalla parte opposta della Cina.
Dopo essere stato al centro dell’attenzione per due giorni grazie alla discreta snellezza del nostro piccolo nucleo familiare finalmente arriviamo all’agognata meta.
Prima sorpresa: dopo una settimana nessuno mi ha ancora sputato tra i piedi.
Seconda sorpresa: tutti mi sorridono. E che, siamo nella terra dei froci? No, aspetta, mi sorridono anche le donne, boh!
Terza sorpresa: nessuno usa il clacson guidando.
Quarta sorpresa: mentre vado in giro capisco quasi tutto.
Quinta Sorpresa: nessuno mi spinge
Sesta Sorpresa: dove cazzo sono le code?possibile che non riesca a rimanere imbottigliato nel traffico almeno due minuti?‼
Settima sorpresa: minchia quante stelle? E dove le avevano nascoste fino ad ora?
Ottava sorpresa: perche’ nessuno urla? Hanno paura di attirare l’attenzione?
Nona sorpresa: possibile che non ci sia da sparare un petardo? Dopo aver passato anni ritmati da spari di mortaretti ad ogni istante , spesso ad altezza uomo, il silenzio quasi quasi mi opprime.
Insomma, dopo due lunghi anni di permaneza stabile in Cina, dopo anni di viaggi di lavoro in quel paese pazzo, arrogante, maleducato, incivile, ipercompetitivo, affollato, inquinato, alieno, ritonare immerso in una calda civilta’ latina e’ un vero shock termoemozionale. Ci si rende finalmente conto della durezza dell’ambiente in cui abbiamo vissuto fino a poco fa.
Naaturalmente anche gli Uruguayani non sono dei santi.
Dopo aver visitato decine di case per trovare un posto dove far vivere i miei poveri figli devo proprio dire che in fatto di gusto sono, sigh, quasi meglio i Cinesi.
Che di gusto, credetemi, non ne hanno proprio ma, nel culmine della loro simpatica arroganza e non badando a spese per copiare I migliori oggetti del design italiano, per la legge dei grandi numeri, qualche volta c’azzeccano.
Qua no. Mai.
Lo stile delle case, bellissime fuori, con ampi giardini, equilibrati, senza I cacofonici abbinamenti arborei e floreali tipici dei brianzoli, dentro, e’ tristemente imbarazzante.
Bagni in colori rappresentati ogni stato emotivo del sistema intestinale, impianti elettrici con quadri di comando regolati da resistenze in ceramica stile prima guerra mondiale, sistemi di riscaldamento a legna, mobili, anche nei negozi, in stile semi antico rurale. Per intenderci, sembra che qua gli sposini, la prima cosa che fanno quando occupano la loro nuova casa appena costruita sia svaligiare completamente la casa delle loro povere nonne.
Insomma, al pensiero di non sapere dove comprare una semplicissima libreria Billy, un filo di nostalgia per l’Ikea la si prova.
Va beh che ora viviamo in una pineta marittima a due km dal mare, va bene che non si riesce a fare una fottutissima coda, va bene che tutti sono cosi’ simpaticamente gentili, va bene che oggi dopo una conference call in giardino mi sono fatto un tuffo in piscina, va bene tutto, ma se devo comprare un tappetino del bagno, perche’ ci sono disponibili solo quelli con pizzi e ricami?
No.
Questo non va bene, come si fa a vivere senza l’Ikea?
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