Creato da varesotto044 il 03/07/2014
il varesotto e le sue bellezze
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"Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni".
(Henry Beyle - Stendhal "Roma, Napoli e Firenze" 1817)
Così Stendhal descriveva nel suo Diario il panorama che si ammira percorrendo la Via Sacra del Sacro Monte di Varese e quel lembo di territorio, il Varesotto, che divide la Lombardia dal Piemonte e dalla Confederazione Elvetica. Un fazzoletto verde costellato di laghi e incorniciato dalle Prealpi e dalle prime propaggini dell'arco alpino.
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VAL MARCHIROLO
Post n°84 pubblicato il 24 Agosto 2014 da varesotto044
Lasciata la Valcuvia entriamo in un'altra vallata del Nord della provincia di Varese: la Val Marchirolo, naturale proseguimento della Valganna, è contornata dai monti Castelvecchio (a metri 617), La Nave (metri 990), Mezzano (metri 932), Sette Termini (metri 972), a sinistra, e il monte Marzio (metri 875) a destra. Il nome attribuito alla valle deriva probabilmente da Marka, segno, confine. Da un documento del 1491 si rileva l'esistenza nel fondovalle di un vasto prato detto marchirolo, in prossimità di vari campi ad curtem, che lasciano supporre una curtis locale e confinante con quella di Lavena. Nel 1870 venne rinvenuta, all'incrocio della strada proveniente da Marchirolo con quella di Ardena, una tomba di incinerato databile alla fine della prima età del ferro. Il passaggio di altre popolazioni è comunque testimoniato dalla toponomastica locale: Lavena (acqua lacustre), Dovrana (torrente) e Tresa (fiume precipita). A Marchirolo sono venute alla luce due tombe con monete di Graziano e Valentiniano II (367-392 d.C.), una sulla strada per Cugliate all'incrocio con la via Gaggio e l'altra in località Roncaglia. L'ingresso principale della valle fin quasi alla fine del medioevo, era situato nella località Raglio di Cunardo, alla confluenza delle strade provenienti dalla Valganna, dalla Valcuvia e dalla Valtravaglia. Si proseguiva poi per Taverne, risalendo quindi per Cugliate per evitare le zone paludose della Baraggia, raggiungendo Marchirolo, l'incrocio di Arbizzo, Cadegliano, Pontecchio ed infine il ponte sul fiume Tresa, in direzione dei passi alpini. Ad eccezione di Marchirolo e Lavena che rientravano nei possedimenti del Monastero di Ciel d'Oro di Pavia, tutta la valle venne assorbita dal Contado del Seprio, che giungeva per altro sino a Bellinzona. Nel 1196 con la fine delle ostilità tra comaschi e milanesi, la valle passò sotto la giurisdizione della pieve di Valtravaglia. Nel 1438, il duca di Milano Filippo Maria Visconti concesse in feudo tutta la pieve di Valtravaglia, e quindi anche la Val Marchirolo, a Rusca Franchino, conte di Lugano e Signore di Locarno. Con l'estinzione del ramo legittimo dei Rusca, nel 1583 il feudo passa ai Conti Marliani fino al 1784, e poi ai Conti Crivelli fino al 1797, quando furono soppressi i diritti feudali da parte della Repubblica. Paesi della Val Marchirolo sono i seguenti: Cunardo, Cugliate Fabiasco, Marchirolo, Marzio, Cadegliano Viconago, Lavena Ponte Tresa. |
Inviato da: cassetta2
il 26/12/2020 alle 10:45
Inviato da: idnim
il 30/10/2014 alle 07:12
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il 14/10/2014 alle 11:26
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il 23/08/2014 alle 10:53
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il 07/08/2014 alle 18:31