radio star

Eeeeehm... sono basita e un tantino imbarazzata anch'io... ^^^ Vabbè, io più che la storiografa della music... sono la storia stessa!!! Ih ih ih... (forse so' reduce da un quartino di vino pur'io?) ^^^^ Caro Filippo, sinceramente e seriamente ti dico che invidio quelli che come te hanno avuto il tempo e l'età giusti per vivere un po' più da vicino, chi da fruitori chi da creativi, certi fermenti di note sperimentali e di libere circolanti idee... però qualcosina, nell'onda lunga lasciata da quell'epoca d'oro di suoni e di reale scambio e comunicazione -dove oltretutto ancora esisteva un'industria discografica attenta anche alla "sostanza" dei prodotti e dotata del coraggio di investimenti a lungo o lunghissimo tempo, non "mordi(prendi) e fuggi"-, mi è comunque arrivata... l'ho sfiorata. A metà degli anni '70 ero proprio una bambina, ma a casa ascoltavamo moltissimo la radio, e mio fratello, maggiore di cinque anni, cominciava a interessarsi di 45 e 33 giri e, via via, nello sfogliarsi dei calendari a seguire, fra le mura domestiche cominciarono a risuonare ad esempio le vibrazioni dei King Crimson, dei Genesis di P.Gabriel, ed i "bootleg" casalinghi dei concerti, di Ian Anderson o del Banco del Mutuo Soccorso o della PFM, al famigerato Palasport di Genova, (acusticamente terribile e senza riscaldamento alcuno, ma che allora, in occasione di appuntamenti importanti, si riempiva come un uovo e si scaldava così tanto di belle emozioni da diventare l'oasi più bella del mondo). ^^^ "Radio star", davvero... ^^^