vedrai vedrai

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io e paola

salimmo 

ci appoggiammo a quella sponda con  i finestrini piccoli

lui comparve solo quando la nave si staccò

lo vedemmo avanzare di corsa

ma si fermò perchè dopo c'era il mare e lui non sapeva nuotare

era poco più alto di una di quelle bitte di ferro

agitava un braccio

un unico braccio nero,

che mi rimase negli occhi come un unghia

solo quando non lo vedemmo più entrammo all'interno

c'era quell'odore di nave,

di moquette umida e carburante

di salsedine attaccata alla ruggine

un televisore andava,

senza segnale,

uno schermo confuso,

un rumore

 lui si alzò  “devo andare in bagno   "

io e paola ci mettemmo a parlare inglese con un norvegese

era un reporter

aveva una caccola di capelli biondi legati di dietro

e parlava troppo in fretta

era scettico pessimista

uscii e trovai lui  dietro a una scialuppa appesa

era chiuso su sè stesso e si dondolava come un uovo.

guardai il mare e immaginai di prendere quell'uomo per mano e di fare un salto, 

laggiù,

oltre la schiuma

chissà se in tutto quel mare avremmo ritrovato un'altra vita

pesci, 

pensai,

non siamo altro che pesci..

branchie che si gonfiano e si chiudono

poi viene un gabbiano che dall'alto ci prende

e mentre ci smembra ci fa volare,

forse questo è  l'amore.

mi allontanai

paola guardava oltre il mare  loltre il vetro sporco di salsedine.

un raggio di sole le entrava nella bocca.