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Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 02 Aprile 2006 da ventanas

Arrivò a San Pietroburgo che era quasi l'alba, ma la città era già animata.
Nei giorni seguenti riuscì ad entrare in contatto con gruppi di agitatori politici contrari allo zar.
Partecipò ad alcune riunioni ma in nessuna di queste ebbe notizia di Jennifer.
Una sera si seppe che la polizia segreta aveva fatto irruzione in uno scantinato nel quartiere Dzerzinskij e arrestato molte persone.
Qualche giorno dopo ci fu un'esecuzione nella prigione di Domostij e otto uomini e una donna vennero fucilati; ed erano tra quelli arrestati a Dzerzinskij.
Queste operazioni repressive impedirono di fatto che la manifestazione del nove aprile avesse luogo.
Durren non seppe mai  se tra i giustiziati ci fosse Jennifer, ma dentro di sè ne aveva la cartezza.

Il proprietario dell'albergo dove Durren alloggiava decise di avvisare la polizia dopo che erano passati quattro giorni dall'ultima volta che lo aveva visto.
La mattina che uscì, quattro giorni prima, Durren gli aveva detto che quella sera non sarebbe rientrato e di non preoccuparsi. Aveva pagato in anticipo la camera per una settimana.
Le indagini non condussero a nessun esito.
Risultò che aveva affittato un barcone allo Swobodij most, che venne poi ritrovato lungo un affluente della Neva a circa trenta miglia dalla città. Da lì, secondo la testimonianza di un cacciatore di pellicce che aveva la propria baracca in quel luogo, prese la direzione delle paludi di Morje che si estendevano a nord est fino al lago Ladoga.
In quel periodo di inizio primavera le paludi raggiungevano la massima estensione e tutta la zona, compresa la tundra circostante resa molle e mobile dagli acquitrini, era pericolosa e infida.
Un gruppo di gendarmi fece un tentativo di ricerca nelle paludi, soprattutto perchè avevano maturato la convinzione che anche Durren cospirasse contro lo zar. Ma le ricerche non ebbero alcun esito e di Durren, da quel momento, nessuno seppe più nulla.
Tra le cose che lasciò nella stanza dell'albergo la polizia trovò i suoi taccuini, più di cento, che riportavano sulla copertina la dicitura  poesieLe pagine erano fitte di scrittura.
Ma in ogni pagina di ciascun taccuino era ripetuta all'infinito un'unica frase, questa:
" dopo Eva, inseguiamo i colori irrecuperabili di un cielo che non ci appartiene".

                             --------------

Anche se spesso non sognamo è solo nei sogni che possiamo essere totalmente felici.
Questo Durren, lo schiavista antisemita poeta, l'aveva capito in una lettera di molti anni prima. E aveva seguito la deriva del destino. Testa o croce.

 

 
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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 01 Aprile 2006 da ventanas

"Durren, - chiese Jacob a colazione -, la luce della tua camera è rimasta accesa tutta la notte".
" Ho scritto, Jacob. Poesie."
"Posso leggerle ?".
"Forse questa sera, durante la cena, le leggeremo insieme."
"Va bene, Durren".
Quella stessa sera Durren era in un tiro a due cavalli che correva veloce ed aveva già passato il Bodensee, e non si sarebbe fermato prima di Monaco di Baviera.
Lì lo aspettava un treno che lo avrebbe condotto a San Pietroburgo, dopo cinque giorni di viaggio.

 
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Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 31 Marzo 2006 da ventanas

Alla Cattedrale di San Gallo davano in quei giorni il Vespro solenne del confessore di Mozart.
Durren lo ascoltò con le mani sulle ginocchia e le dita che si muovevano senza riposo.
Alla fine del concerto si recò in sacrestia a salutare i cantanti e lì trovò Jacob.
" Durren - disse - ho una lettera per te."
Durren la lesse e si sentì come la prima volta che riuscì a leggere da solo.
C'era scritto: Caro Durry, so che stai percorrendo le strade che io ho percorso.
Ma i momenti non coincidono.
Ho vissuto anni splendidi.
Ho sofferto e combattuto, con alterne fortune.
Ho amato. E non ti ho dimenticato. Ho lasciato Coblenza da due settimane, perchè ora ho un nuovo orizzonte: i narodniki, i populisti russi, svolgono qui a San Pietroburgo una grande attività di propaganda tra il popolo, affinchè i diritti dei deboli non vengano calpestati.
Ogni giorno dobbiamo sfuggire all'Ochrana, la polizia politica dello zar Alessandro III ma abbiamo tutti la convinzione di farcela.
Ci sarà una grande manifestazione popolare il nove aprile e tutti saremo in piazza a sostenere Plechanov contro la menzogna del denaro e dei suoi schiavi.
Non so se ci rivedremo, ma ti dico che chi segue il sentiero della ragione, io lo stimo. Ma chi segue il sentiero della poesia , io lo amo.
Jennifer.

 
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Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 31 Marzo 2006 da ventanas

Il sentiero che dal Passo del Muretto conduceva al Maloja era davvero bello da percorrere.
Le rocce cedevano il passo ai prati e c'erano profumi sempre diversi mentre si discendeva.
Al Maloja c'era una carrozza che, due volte alla settimana , raggiungeva Coira attraverso il Julienpass.
E da Coira si arrivava facilmente a San Gallo.
Chi arrivava a San Gallo , e non era uno sprovveduto, alloggiava all'Engeli's.
Jacob, l'oste, era un ebreo russo che aveva vissuto a lungo a Caneda, che poi si chiamerà Vittorio Veneto, presso i fratelli Da Ponte il cui padre, Lorenzo, anch'egli ebreo, si era convertito al cattolicesimo nel 1785, appena in tempo per scrivere il libretto delle Nozze di Figaro di Mozart.
 Appena Durren arrivò  all'Engeli's aprì una bottiglia di bombino.
" Jacob, - disse - mentre arrivavo ho visto uscire i ragazzi dal Seminario. Secondo te, basterà l'insegnamento religioso a salvarli?".
" Durren, - disse Jacob - è appena finita la guerra del Sonderbund. I cantoni cattolici si sono scannati con quelli protestanti e questi ragazzi cos'hanno imparato?
I cattolici sogneranno di fare le guardie svizzere in Vaticano; i protestanti si rintaneranno nei loro poderi; gli ebrei andranno a Zurigo o a Ginevra a finanziare i sogni degli altri."
" Tu lo sai, Jacob, che io sono antisemita?".

 
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Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 24 Marzo 2006 da ventanas

Passo del Muretto, marzo 1861.
alle 5 del mattino.

Un gruppo di contrabbandieri con un carico di uva bombino destinato alla Mosella si fermò di colpo alla notizia della proclamazione del Regno d'Italia.
Tra loro c'era una donna, un'amica del gruppo, e un uomo che era il capo.
L'uomo era Durren Murray, ma la donna non era Jennifer.
Durren pregò uno del gruppo di recapitare una lettera a Genova e una a Coblenza.
Sulla prima c'era scritto: "We get it", poi corretto in:"l'era ùra!" . Sulla seconda: " Why?".
 
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