Molti mesi dopo, erano le ultime giornate dell'autunno 1858, un postale lasciò una lettera sulla porta della locanda di Tuzzino.
Era indirizzata a Fragoroso che la ricevette al rientro dalla pesca.
Egli la aprì e lesse.
"Caro amico, tutti i giorni cammino sul sentiero tra Rapallo e Paraggi e lì mi fermo a guardare il mare.
Vedo il riflesso del sole sulle rocce bagnate e i velieri al largo, e ascolto il grido dei gabbiani e il canto dei fringuelli. Quando piove le gocce fredde fanno brillare il verde dei pini.
Raccolgo erbe odorose che qui usano mischiare alle uova e al pane bagnato e poi cuociono nei forni di pietra.
A Paraggi c'è una casupola che si raggiunge scendendo dal sentiero in direzione del mare.
Qui si ritrovano alcune persone che una volta ho avuto modo di conoscere, e tra queste un certo Giuseppe.
Quando seppe che ero americano mi disse di avere conosciuto una donna del mio paese che aveva condiviso per alcuni anni la sua attività, prima a Genova e poi in Provenza.
Mi fece leggere un articolo della Giovine Europa che conteneva queste parole, scritte da lei: il potere di un re è così fragile che il rispetto delle regole, dei cerimoniali e delle gerarchie da parte di tutti deve essere sempre tutelato con il massimo impegno, proprio per occultare tale fragilità. Ma l'epoca dei cerimoniali sta per finire.
Dov'è ora?, gli chiesi. Disse che non sapeva; forse si era unita ad un gruppo di irredentisti che faceva il contrabbando tra la Valtellina e i Grigioni. Ma chissà com'era finita.
Mi regalò quella copia della Giovine Europa.
Io promisi di dargli alcune poesie.
Mantieniti bene.
Riddu.
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 09:33
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 09:30
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 09:23
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 09:12
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 09:03