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Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 22 Marzo 2006 da ventanas

Capitò che Durren Murray incontrò a Tirano (Lombardo-Veneto) il figlio di Wolfgang Mozart, Carl Thomas, l'unico sopravvissuto di sei .
Era funzionario imperiale in quella zona.
Aveva per la prima volta ricevuto i diritti d'autore del padre per le Nozze di Figaro rappresentate in quell'anno a Parigi e con quei soldi si era comperato una casa in Brianza.
Fu tramite lui che Durren potè commerciare legalmente( ma solo in parte) l'uva bombino con la Mosella.
"Parlami di tuo padre"- chiese Durren.
" Un giorno, alla presenza dell'imperatore, la scrittrice Karolina Bechler suonò al pianoforte il Non più andrai farfallone amoroso delle Nozze di Figaro.
C'era anche mio padre che, ad un certo punto, si sedette al fianco di Karolina e improvvisò con la mano sinistra variazioni di straordinaria bellezza.
Quando però la faccenda gli venne a noia si alzò e cominciò a saltare sui tavoli e a miagolare come un gatto e a fare una capriola dietro l'altra come un bambino scatenato.
Il grande segreto di mio padre è proprio quello che esprimeva miagolando o facendo capriole: sono un grande musicista ma anche un bambino e tutti voi, nel mondo,siete proprio come me; siete adulti ma anche infanti,buoni, ma anche cattivi, intelligenti e nello stesso tempo un pò stupidi, donne, ma con lati maschili, uomini, ma con lati femminili.
Si dice che chi è vecchio da giovane è eterno da adulto.

Mio padre da bambino era stato obbligato a comportarsi come un uomo; da uomo decise di conservare gli aspetti fanciulleschi che gli permisero di guadagnare l'eternità.

Nel dicembre di quell'anno Carl Thomas morì, e Durren seguì il suo funerale.

 
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Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 18 Marzo 2006 da ventanas

Una notte dei primi di novembre di quell'anno quattro gendarmi entrarono in una casa di Rapallo e salirono rapidamente le scale fino al sottotetto.
Sfondarono la porta e corsero nelle stanze in cerca del pericoloso ribelle.
Non trovarono nessuno.
Sul tavolo c'era un biglietto,intestato DM, scritto di fresco con inchiostro di seppia.
Il capo delle guardie lo lesse:

" Spostare sempre più in là le sbarre della prigione. Questo è ciò che chiamiamo progresso."

 
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Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 16 Marzo 2006 da ventanas

-" Una volta,chiunque possedesse qualche segreto in qualche arte rischiava di passare per mago: ogni nuova setta religiosa veniva accusata di sgozzare dei bambini nei propri misteri, e ogni filosofo che rifiutasse il gergo delle scuole era accusato di ateismo dai fanatici e dai potenti, e condannato dagli sciocchi, che dai primi dipendevano.
Anassagora osava pretendere che il sole non era condotto da Apollo in quadriga? Lo si chiamava ateo e lo si obbligava all'esilio."-
-" Ma oggi, Giuseppe, è cambiato qualcosa?"-
-"Si, Durren.I potenti continuano ad accusare di ateismo chi li interrompe. Ma molti sciocchi cominciano a perdere la fede in loro e pensare al cerimoniale come a una prigione. E che il valore delle parole non coincide con quello di chi le pronuncia.
Considera i preti: hanno approfittato dei secoli di ignoranza e superstizione e di demenza per spogliarci delle nostre eredità, per metterci sotto i piedi, per ingrassarsi coi beni degli sventurati. Ma sta per arrivare il giorno del trionfo della ragione"-
-" E se anche la ragione, Giuseppe, finisse con l'imprigionarci?"-
-" E' certo che accadrà così, Durren. Ma è inevitabile.
Quello che per una tigre è una gabbia, per un moscerino è il mondo sconfinato. Ma col tempo anche il moscerino crescerà."-
-" Quindi non ci sarà più una gabbia?"-
-" No, servirà una gabbia più grande".-

 GENOVA, locanda Sa Pesta alla Cattedrale di San Lorenzo, ottobre 1858

 
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Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 12 Marzo 2006 da ventanas

Molti mesi dopo, erano le ultime giornate dell'autunno 1858, un postale lasciò una lettera sulla porta della locanda di Tuzzino.
Era indirizzata a Fragoroso che la ricevette al rientro dalla pesca.
Egli la aprì e lesse.
"Caro amico, tutti i giorni cammino sul sentiero tra Rapallo e Paraggi e lì mi fermo a guardare il mare.
Vedo il riflesso del sole sulle rocce bagnate e i velieri al largo, e ascolto il grido dei gabbiani e il canto dei fringuelli. Quando piove le gocce fredde fanno brillare il verde dei pini.
Raccolgo erbe odorose che qui usano mischiare alle uova e al pane bagnato e poi cuociono nei forni di pietra.
A Paraggi c'è una casupola che si raggiunge scendendo dal sentiero in direzione del mare.
Qui si ritrovano alcune persone che una volta ho avuto modo di conoscere, e tra queste un certo Giuseppe.
Quando seppe che ero americano mi disse di avere conosciuto una donna del mio  paese che aveva condiviso per alcuni anni la sua attività, prima a Genova e poi in Provenza.
Mi fece leggere un articolo della Giovine Europa che conteneva queste parole, scritte da lei: il potere di un re è così fragile che il rispetto delle regole, dei cerimoniali e delle gerarchie da parte di tutti deve essere sempre tutelato con il massimo impegno, proprio per occultare tale fragilità. Ma l'epoca dei cerimoniali  sta per finire.
Dov'è ora?, gli chiesi. Disse che non sapeva; forse si era unita ad un gruppo di irredentisti che  faceva il contrabbando tra la Valtellina e i Grigioni. Ma chissà com'era finita.
Mi regalò quella copia della Giovine Europa.
Io promisi di dargli alcune poesie.
Mantieniti bene.
Riddu.

 
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Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 04 Marzo 2006 da ventanas

Era poco chiaro anche il rapporto di Durren con il cibo. Fragoroso sostiene di non averlo mai visto nè sentito cucinare,e vivevano quasi accanto.
Ma ogni giorno ,all'arrivo dei pescherecci nel canale di Levanzo, Durren era lì a scegliere un tonnetto, e quando arrivavano verso sera le barche da più lontano,da oltre la tonnara di Bonagia,era di nuovo lì ad aspettarle.
Alle tre del pomeriggio di ogni giorno si sedeva ad un tavolo esterno della locanda di Tuzzino, il cugino di Fragoroso, e mangiava sgombretti e pane bianco con olio verde, con qualche litro di grillo che Tuzzino comprava da amici contadini che avevano le vigne verso Monte S.Caterina. E questo accadeva ogni giorno.
Tutti sostengono che mentre stava lì seduto scriveva, e scriveva.
Un giorno che non era uscito a pescare perchè pioveva forte, Fragoroso si sedette alle tre del pomeriggio al tavolo di Tuzzino.
" Riddu, -disse- non mi hai mai fatto leggere una tua poesia!"
" Perchè me lo chiedi?"
" Perchè so che scrivi e mi piacerebbe leggere quello che scrivi. Sai che qui sull'isola siamo in pochi a saper leggere e tanti compari mi chiedono cosa ci metti su quei pezzi di carta."
"Sono poesie, parole messe insieme con un senso o con nessuno. Pezzi di pensiero o pensieri  a pezzi, è lo stesso."
" E fammele leggere!"
"Mah,non so. Non sono pronte. Te le faccio leggere domani; si!, te le faccio leggere domani"
Quel pomeriggio fu l'ultima volta che Fragoroso vide Durren in vita sua.
Il giorno seguente, alle tre, il tavolo da Tuzzino era vuoto.
Fragoroso corse a casa di Durren,salì le scale, la porta era aperta e entrò. L'unica cosa che trovò, sul tavolo ,era lo spartito del vespro solenne del confessore.

 
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