riflessioni

qualche frase per riflettere... ogni tanto fa bene

 

PARABOLA DEL RANOCCHIO

C'era una volta una gara ... di ranocchi. L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Richiamata dall'insolito spettacolo, si radunò molta gente per vedere e fare il tifo. Cominciò la gara, ma in realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi del tipo: "Ma che pena!!! Non ce la faranno mai!" E così alcuni ranocchi, che percepirono questi commenti, cominciarono a desistere, sfiduciati, tranne uno, che continuava a cercare di raggiungere la cima. Ma la gente continuava: "... Che pena!!! Non ce la faranno mai!..." Sennonché molti ranocchi si diedero per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio testardo, che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine, la cima. Quindi, com'è naturale che fosse, gli altri vollero sapere come avesse fatto e uno degli altri ranocchi più curiosi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere quella difficile prova. Non ottenne risposta. E cosi si scoprì che quel ranocchio vincitore... era sordo! 

Morale: non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO!

 
 

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I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO

Post n°7 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da DonnaDiPicche1960

Se un bambino vive con le critiche, impara a condannare.

Se un bambino vive con l'ostilità, impara ad aggredire.

Se un bambino vive con il timore, impara ad essere apprensivo.

Se un bambino vive con la pietà, impara a commiserarsi.

Se un bambino vive con lo scherno, impara ad essere timido.

Se un bambino vive con la gelosia, impara cos'è l'invidia.

Se un bambino vive con la vergogna, impara a sentirsi in colpa.

Se un bambino vive con l'incoraggiamento, impara ad essere sicuro di sé.

Se un bambino vive con la tolleranza, impara ad essere paziente.

Se un bambino vive con la lode, impara ad apprezzare.

Se un bambino vive con l'accettazione, impara ad amare.

Se un bambino vive con l'approvazione, impara a piacersi.

Se un bambino vive con il riconoscimento, impara che è bene avere un obiettivo.

Se un bambino vive con la condivisione, impara la generosità.

Se un bambino vive con l'onestà e la lealtà, impara cosa sono la verità e la giustizia.

Se un bambino vive con la sicurezza, impara ad avere fiducia in se stesso e in coloro che lo circondano.

Se un bambino vive con la benevolenza, impara che il mondo è un bel posto in cui vivere.

Se vivi con serenità, il tuo bambino vivrà con la pace dello spirito.

 
 
 

DIARIO DI UN CANE

Post n°6 pubblicato il 21 Aprile 2010 da DonnaDiPicche1960


> Settimana 1:
>
> Oggi, è una settimana che sono nato; che gioia essere arrivato in
> questo mondo!
>
> Mese 01:
>
> Mia mamma mi accudisce molto bene. E' una mamma esemplare.
>
> Mese 02:
>
> Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto
> addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova "famiglia umana" si
> occupi così bene di me, come l'ha fatto lei.
>
> Mese 04:
>
> Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m'interessa. Ci sono
> parecchi bambini in casa; sono per me, dei "fratellini". Siamo dei
> monelli, mi tirano la coda e li mordo per giocare.
>
> Mese 05:
>
> Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perchè ho fatto
> "pipi" dentro in casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla.
> Inoltre, dormo nella "riserva" ........e non protestavo.!
>
> Mese 12:
>
> Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni
> dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano.
> Ah, come devono essere orgogliosi di me!
>
> Mese 13:
>
> Oggi mi sono sentito molto male. Il mio "fratellino" mi ha preso la mia
> palla. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo
> riprendere. M le mie mascelle sono diventate troppo forti e l'ho ferito
> senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più
> vedere il sole. Dicono che mi tengono d'occhio, che sono un ingrato.
> Non capisco niente di quello che sta succedendo.
>
> Mese 15:
>
> Tutto è diverso........vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia
> famiglia non mi ama più. A volte dimenticano che ho fame e sete.
> Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.
>
> Mese 16:
>
> Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia
> mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia
> coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro
> per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell'autostrada e di
> colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell'auto e sono sceso
> tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in
> campagna. Non ho capito perchè hanno richiuso la portiera e sono
> partiti. " Ehi, aspettate! mi state dimenticando!.........mi sono messo
> a correre dietro l'auto con tutte le mie forze. La mia angoscia
> aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e.....non si
> fermavano: mi avevano dimenticato.
>
> Mese 17:
>
> Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa "mia". Mi sento e mi
> sono perso. Sul mio cammino, trovo persone di buon cuore che mi guardano
> con tristezza e mi danno un pò da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo
> e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei
> leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo "povero, piccolo
> cagnolino", si sarà perso!!!!!!!!!
>
> Mese 18:
>
> Qualche giorno fà, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti
> bambini e giovani come i miei "fratellini". Mi sono avvicinato e un
> gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per "vedere chi
> aveva la mira migliore". Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da
> quel giorno non ci vedo più, da quella parte.
>
> Mese 19:
>
> non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più
> bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un
> occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare
> un piccolo riparo all'ombra.
>
> Mese 20:
>
> Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove
> circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in
> quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo
> soddisfatto dell'autista che si è addirittura buttato di lato per
> schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l'anca.
> Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono
> issato con molta difficoltà, verso un pò d'erba ai lati della strada.
>
> Mese 21:
>
> Sono 10 giorni che sto sotto il sole, la pioggia, senza mangiare. Non
> mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un
> luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno
> mi vedono, altri dicono "non ti avvicinare". Sono quasi incosciente, ma
> una forza strana mi fa aprire gli occhi......la dolcezza della sua voce
> mi ha fatto reagire. Lei diceva" povero piccolo cane, in che stato ti
> hanno ridotto"......con lei c'era un signore con una veste bianca, mi ha
> toccato e ha detto "mi dispiace, cara signora, ma questo cane è
> incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze". La signora
> gentile si è messa a piangere ma ha approvato.
>
> Non so come, ma ho mosso la coda e l'ho guardato, ringraziandolo per
> aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della
> siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perchè fossi nato
> se nessuno mi voleva.
>
> La soluzione non è di buttare un cane sulla strada ma di educarlo. Non
> trasformare in un problema una compagnia fedele. Aiuta a fare prendere
> coscienza e a mettere fine al problema dei cani abbandonati.

 
 
 

RIFLESSIONE SULLA VITA

Post n°5 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da DonnaDiPicche1960

Un mattino, un giovane andò dal Maestro e disse:
"Maestro, desidero comprendere meglio il mio cammino sulla terra. Desidero sapere perché mi sembra di portarmi dietro il passato e di riviverlo ancora e ancora. Perché mai non riesco a lasciarmi il passato alle spalle?"
Il Maestro sorrise al ragazzo che sembrava la serietà personificata.
"Vai dentro al Labirinto nel giardino, ma porta con te questo zaino mentre lo percorri. Esso ti aiuterà a rimanere concentrato ed equilibrato. Fai attenzione però, perché pesa molto" disse il Maestro.
Il giovane prese lo zaino dal Maestro, che glielo porse con facilità. Ma quando lo ebbe stretto fra le mani, rimase sorpreso di quanto fosse pesante, in realtà!
Infilando le braccia nelle bretelle e piegandosi in avanti a causa del puro peso dello zaino, egli si incamminò verso il Labirinto. Fu sorpreso di vedere che non era un labirinto fatto di piante, ma che era formato da pannelli di seta che erano quasi trasparenti. Il ragazzo fece una pausa prima di entrare nel labirinto e poi si raddrizzò ed entrò.
Immediatamente si trovò di fronte una consistente parete di seta. Tuttavia, attraverso la seta, egli riusciva a vedere a sufficienza altre aree del labirinto da riuscire a distinguere altri che erano lì nello stesso momento. Egli riusciva a "vederli" e a udirli, ma non facevano parte del suo percorso.
Il peso sulle sue spalle gli ricordò del perché fosse lì, quindi si tolse dalla testa il pensiero degli altri. Andando avanti egli si trovò intrappolato senza speranza. Sembrava che in qualunque direzione andasse, non c'era modo di proseguire. Smarrito il ragazzo si sedette a terra e valutò la propria situazione.
Il Maestro mi ha detto di percorrere il labirinto, ma sembra non si possa percorrere. Eppure ci sono altri che sono evidentemente più avanti di me. Devono avere escogitato un modo per oltrepassare questa sezione. Come hanno fatto? Sono più furbi di me? Hanno barato? Si sono infilati sotto la seta, perché sarebbe davvero facile e chi mai se ne accorgerebbe?
Il giovane soppesò le alternative, poi si alzò, decidendo di non scivolare sotto la seta. Come si alzò e si girò, gli apparve di fronte un'apertura, come per magia ed egli proseguì. Ben presto si trovò davanti un'altra serie di solidi pannelli di seta in cui non riusciva a vedere aperture né in che direzione dirigersi, se non quella da cui era arrivato. Di nuovo si sedette e pensò alla situazione.
Sentiva di aver superato il primo test, riflettendo sulle sue possibilità e scegliendo quella che era per il suo bene più alto. Ripetendo di nuovo l'affermazione che desiderava percorrere il labirinto solo con intento positivo egli si alzò, aspettandosi l'apertura. Ma non ce n'erano. Aveva ancora davanti una vuota serie di pannelli. Il giovane rimase stupito. Aveva sentito che sarebbe stato di certo ricompensato come prima per il suo desiderio di procedere solo nel suo bene più alto.
Il peso dello zaino gli tagliava le spalle, e lo riportò bruscamente alla realtà. Cos'era che pesava così tanto? Che cosa ci aveva messo dentro il Maestro per appesantirlo? Rocce? Mattoni? Al tatto non sembrava duro e spietato come quelli; era morbido, eppure pesante. Che cosa mai poteva essere soffice e cedevole e tuttavia abbastanza pesante da gravarlo così tanto?
Sfilandosi lo zaino dalle spalle, egli lo aprì e sbirciò all'interno. Il Maestro non gli aveva detto di non guardare, si disse. Era VUOTO! Eppure pesava! Come mai? Egli si meravigliò. Risollevandolo sentì di nuovo quanto fosse pesante; eppure era vuoto! Di nuovo egli guardò dentro e questa volta lo tastò con le mani. Vuoto! Ma il peso! Mettendolo sulle spalle, egli si alzò e si chiese che cosa avesse appena imparato da questa esperienza. Udì chiaramente una voce che diceva
"Guarda dentro di te, giovane uomo, poiché il peso è lì" gli fu detto.
Camminando egli osservò la sua vita e il suo cammino. Pensò all'infanzia e agli amici e nemici che lo avevano ferito. Pensò a come era rimasto attaccato ai loro sentimenti nei suoi confronti, ai loro atteggiamenti verso di lui. Ricordò quanto era arrabbiato, in particolare con un ragazzo che lo aveva tormentato senza pietà. Ancora oggi il giovane odiava quel ragazzo. Lo zaino diventava sempre più leggero man mano che lo studente ricreava e riviveva l'esperienza nella sua mente e nel suo cuore.
Ahhh! Adesso capisco. Porto il peso del mio fardello. Sono io il peso! Quindi sta in me anche il potermi sgravare.
Lo studente gioì di questa illuminazione e allora vide e imboccò la strada attraverso vari pannelli di seta. Pensava a come poter scaricare il peso di coloro che ancora disprezzava e verso cui provava risentimento per come lo avevano trattato. Sapeva che essi non erano con lui dentro al labirinto, quindi non poteva aspettarsi che essi dicessero "Mi dispiace", diminuendo così il peso e permettendogli di proseguire facilmente.
Vi perdono ovunque voi siate, si trovò a dire, con sua stessa sorpresa. Il peso dello zaino diminuì immediatamente ed egli fu in grado di camminare senza piegare il busto in avanti.
Ah ha! Esclamò il ragazzo. Tramite la mia intenzione di perdonare, mi sgravo di questo peso che rallenta il mio viaggio. Ma come può essere? Sono stati loro a ferire me. Eppure il fatto che io perdoni loro mi toglie il peso?
La mente del ragazzo era un turbinio di implicazioni. E, davanti a lui, apparve un'altra serie di aperture nei pannelli di seta. Il suo zaino era considerevolmente più leggero, ma pesava ancora abbastanza perché la sua mente vi rimanesse concentrata.
Oh, Grande Spirito, ti chiedo di aiutarmi a vedere che cosa mi stai mostrando qui. Come trovo la mia strada in questo labirinto?
Come mi libero di tutto il peso che porto con me?
Fu in quel momento che un raggio di sole lo colpì in pieno viso, riscaldandolo. Egli si rese conto all'improvviso che il suo zaino si era alleggerito ancora con il calore del sole! Che cosa significa, Dio? Perché alleggerisci il mio zaino con la luce del sole? Che cosa mi stai mostrando?
Fu allora che si scoprì a ricordare una "donna" che aveva baciato a tredici anni. Era stato il suo primo bacio da adulto e la ricordava chiaramente. Il suo cuore aumentò i battiti con il ricordo del sapore di lei sulle sue labbra e del proprio amore per lei.
Questa volta il suo zaino si alleggerì parecchio. Grazie Dio per la tua notevole saggezza in questo. Ora vedo come posso liberarmi completamente del peso. È con il mio amare E con il mio perdonare coloro che sono stati sulla mia strada e che mi hanno fatto torti in precedenza. Non è il loro avermi fatto torto che mi ha rallentato. È stato il mio attaccamento a quei torti che mi ha fermato. Vedendomi come uno cui è stato fatto un torto, non riuscivo a procedere nel labirinto. E vedendomi come uno senza amore, non riuscivo a diminuire il peso dello zaino.
Perdonando e portando amore dentro di me, rendo più facile il mio viaggio.
Il giovane uomo sentì il suo cuore aumentare di dimensione mentre percepiva queste illuminazioni. Sentì il proprio cuore battere forte dalla gioia, perché esso sapeva che la sua lezione per il ragazzo era stata ascoltata. Ora lo zaino non pesava niente e il giovane se lo sfilò e lo tenne in mano con leggerezza.
Ora si trovava in piedi davanti ad una compatta parete di seta e non vedeva né un'apertura né la strada da cui era appena arrivato. Era circondato da seta compatta! Tuttavia, invece di cedere al panico, sedette e inspirò questo mantra:
"Io Sono la Luce e la Via. Porto in me ogni sorta di guarigione e conoscenza. È attraverso questa guarigione e conoscenza che mi faccio strada in questo labirinto terreno. Sono in grado di procedere in questo labirinto e sono capace di liberarmi dalla mia trappola. Io solo ho l'abilità di risolvere questo indovinello. E ora chiedo che ciò sia fatto. Io inspiro la piena accettazione del mio sentiero e delle sue possibilità. Riconosco che io ero l'impedimento, nessun'altra persona o cosa. Io sono LUCE e sono AMORE. Pertanto questo mi libera e mi permette di librarmi al di sopra del regno fisico. In questo ri-scopro me stesso, che è il mio Vero Sé. Grazie Grande Spirito per avermi aiutato a vedere tutto questo."
A questo punto, il giovane sentì i piedi che si sollevavano leggermente da terra! Egli fluttuò al di sopra dei pannelli di seta e poté vedere chiaramente gli altri bloccati all'interno del labirinto. Le loro oscurità erano trasportate in giro dentro i loro stessi zaini e li tenevano bloccati. Gli girava la testa per le implicazioni di ciò che gli stava capitando in quel momento. Però egli non si concentrò su quello, ma sul fatto che stava volando! Si librava in aria! Era al di sopra della terra con la propria leggerezza! Era fuori dal Labirinto! Spiando il terreno intorno al labirinto, egli pensò di essere là, all'esterno del labirinto. E di colpo lo fu. Pensandolo e vedendolo, si verificò.
Il Maestro fu al suo fianco appena ridiscese.
Maestro, grazie per avermi messo il peso sulle spalle così severamente. Se non fosse stato così pesante lo avrei trasportato serenamente molto a lungo, perché esso non mi avrebbe rallentato tanto. Ma, poiché mi pesava così tanto, ho dovuto liberarmi del peso prima di poter fare qualunque altra cosa.
In che modo ti sei liberato del tuo peso, figliolo? Domandò il Maestro.
Mi sono trovato a perdonare coloro che mi avevano fatto torto, Maestro. Era il mio dolore in risposta alle loro azioni che mi faceva rimanere attaccato al dolore dentro di me. Quando l'ho lasciato andare, Maestro, l'ho guardato librarsi lontano da me e mi sono sentito sempre più leggero.
Il viso dello studente risplendeva d'amore, mentre parlava.
Ah, disse il Maestro, e cosa mi dici del labirinto, che è impossibile da attraversare, visto che non c'è 'uscita?
Oh, Maestro, è successa una cosa bellissima. Ho cominciato a volare dopo aver perso il peso. Mi sono visto come luce e amore quando ho trovato in me il perdonare e il dimenticare coloro che mi avevano ferito, che mi avevano fatto torto. Era la mia oscurità che generava il mio peso ed era la mia luminosità che mi ha reso libero di volare! ESSENDO luce e amore, fluttuavo e mi sono trovato fuori dal labirinto. Ero libero dai suoi confini, al di sopra dei suoi trabocchetti. Maestro, ora vedo che sono io la causa del peso che mi trattiene, che mi ha tenuto intrappolato in passato, che io solo sono responsabile per il modo in cui affronto questo labirinto. Rilasciando quei pensieri che mi intrappolavano, quei pensieri che mi appesantivano, e permettendo a me stesso di sentire l'amore e la luce, mi sono sollevato sopra tutto quanto! Ho fatto male a uscire dal labirinto in questo modo, Maestro?
Il giovane era la serietà in persona, mentre attendeva la risposta del Maestro.
Che cosa senti TU, ragazzo? Rispose il Maestro con un sorriso. TU ti senti libero dal Labirinto?
Con questo il Maestro si allontanò, prima di aver udito la risposta del ragazzo. Egli sapeva che qualunque fosse la risposta del giovane, gli avrebbe fornito ulteriore illuminazione riguardo al suo viaggio. Ed è così che doveva essere.

 

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da DonnaDiPicche1960

Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici.

Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, così ho bevuto una sprite.

 Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il  modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.

 Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto.

 Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo.

Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato!

Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco".

Mamma, la tua voce sembra cosí lontana! Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando,con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "questa ragazza non ce la fará".

Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere e io adesso devo morire...

Perché le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.

Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte.

 Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare...Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva...

La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui,morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene. Per questo... ti voglio bene e... addio.

Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva... Scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... potresti perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza.

 
 
 

un saluto

Post n°1 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da DonnaDiPicche1960

beh ..che dire... un saluto a tutti coloro che mi visiteranno...spero non vi annoierete troppo....

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 09/10/2008
 

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Quando il corpo umano fu creato, tutte le sue parti inoltrarono domanda al Creatore onde poter essere poste a capo dello stesso.Disse il cervello:“Io trasmetto disposizioni e messaggi a tutte le parti del corpo, lo controllo e lo dirigo. È giusto che io venga eletto capo.”Disse lo stomaco:“Io conduco all’intestino e trasformo in energia tutti gli alimenti di cui il corpo ha bisogno, lo nutro e lo preservo da morte causata da inedia e quindi mi sembra giusto che io venga eletto capo.”Dissero le gambe:“Noi trasmettiamo e trasformiamo in moto tutti gli impulsi del cervello e l’energia che ci fornisce lo stomaco, senza di noi il corpo non potrebbe andare da nessuna parte, è giusto che noi veniamo elette come capo.”Una dopo l’altra tutte le parti del corpo umano posero la loro candidatura adducendo motivi più o meno validi; ed infine anche il buco del sedere propose la propria. Scoppiò una risata generale, tanto ridicola fu trovata l’idea che il buco del sedere fosse eletto capo. Offeso, il buco del sedere diventò rosso, si gonfiò, si accluse e da quel momento si rifiutò di fare il suo dovere, ossia: lo stronzo!Il tempo passò ed a causa dello sciopero indetto dal buco del sedere, tutte le parti del corpo incominciarono a star male; il cervello divenne febbricitante, lo stomaco aveva i crampi, le gambe e le mani pendevano inerti lungo il corpo e tutto era in disordine.Infine, per non andare incontro a morte sicura, tutti gli organi si rivolsero al Creatore, pregandolo di eleggere il buco delsedere a capo del corpo umano.Avvenuto ciò e rabbonitosi, il buco del sedere riprese a lavorare regolarmente, cioè a fare lo stronzo!

 

MORALE

Per diventare capo, non c’è bisogno di un genio, ma basta che ci sia qualcuno capace di fare lo stronzo.

 

 
Chi porta aiuto ai cattivi, più tardi se ne duole. Un tale raccolse una serpe intirizzita dal freddo e se la scaldò in seno, misericordioso a suo danno, perché la serpe, quando si riprese, uccise subito quell'uomo. Un'altra serpe le chiese il motivo della sua mala azione e lei rispose: "Perché nessuno impari a fare del bene ai perfidi".
 
 

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