riflessioni

qualche frase per riflettere... ogni tanto fa bene

 

PARABOLA DEL RANOCCHIO

C'era una volta una gara ... di ranocchi. L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Richiamata dall'insolito spettacolo, si radunò molta gente per vedere e fare il tifo. Cominciò la gara, ma in realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi del tipo: "Ma che pena!!! Non ce la faranno mai!" E così alcuni ranocchi, che percepirono questi commenti, cominciarono a desistere, sfiduciati, tranne uno, che continuava a cercare di raggiungere la cima. Ma la gente continuava: "... Che pena!!! Non ce la faranno mai!..." Sennonché molti ranocchi si diedero per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio testardo, che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine, la cima. Quindi, com'è naturale che fosse, gli altri vollero sapere come avesse fatto e uno degli altri ranocchi più curiosi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere quella difficile prova. Non ottenne risposta. E cosi si scoprì che quel ranocchio vincitore... era sordo! 

Morale: non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO!

 
 

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RIFLESSIONE SULLA VITA

Post n°5 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da DonnaDiPicche1960

Un mattino, un giovane andò dal Maestro e disse:
"Maestro, desidero comprendere meglio il mio cammino sulla terra. Desidero sapere perché mi sembra di portarmi dietro il passato e di riviverlo ancora e ancora. Perché mai non riesco a lasciarmi il passato alle spalle?"
Il Maestro sorrise al ragazzo che sembrava la serietà personificata.
"Vai dentro al Labirinto nel giardino, ma porta con te questo zaino mentre lo percorri. Esso ti aiuterà a rimanere concentrato ed equilibrato. Fai attenzione però, perché pesa molto" disse il Maestro.
Il giovane prese lo zaino dal Maestro, che glielo porse con facilità. Ma quando lo ebbe stretto fra le mani, rimase sorpreso di quanto fosse pesante, in realtà!
Infilando le braccia nelle bretelle e piegandosi in avanti a causa del puro peso dello zaino, egli si incamminò verso il Labirinto. Fu sorpreso di vedere che non era un labirinto fatto di piante, ma che era formato da pannelli di seta che erano quasi trasparenti. Il ragazzo fece una pausa prima di entrare nel labirinto e poi si raddrizzò ed entrò.
Immediatamente si trovò di fronte una consistente parete di seta. Tuttavia, attraverso la seta, egli riusciva a vedere a sufficienza altre aree del labirinto da riuscire a distinguere altri che erano lì nello stesso momento. Egli riusciva a "vederli" e a udirli, ma non facevano parte del suo percorso.
Il peso sulle sue spalle gli ricordò del perché fosse lì, quindi si tolse dalla testa il pensiero degli altri. Andando avanti egli si trovò intrappolato senza speranza. Sembrava che in qualunque direzione andasse, non c'era modo di proseguire. Smarrito il ragazzo si sedette a terra e valutò la propria situazione.
Il Maestro mi ha detto di percorrere il labirinto, ma sembra non si possa percorrere. Eppure ci sono altri che sono evidentemente più avanti di me. Devono avere escogitato un modo per oltrepassare questa sezione. Come hanno fatto? Sono più furbi di me? Hanno barato? Si sono infilati sotto la seta, perché sarebbe davvero facile e chi mai se ne accorgerebbe?
Il giovane soppesò le alternative, poi si alzò, decidendo di non scivolare sotto la seta. Come si alzò e si girò, gli apparve di fronte un'apertura, come per magia ed egli proseguì. Ben presto si trovò davanti un'altra serie di solidi pannelli di seta in cui non riusciva a vedere aperture né in che direzione dirigersi, se non quella da cui era arrivato. Di nuovo si sedette e pensò alla situazione.
Sentiva di aver superato il primo test, riflettendo sulle sue possibilità e scegliendo quella che era per il suo bene più alto. Ripetendo di nuovo l'affermazione che desiderava percorrere il labirinto solo con intento positivo egli si alzò, aspettandosi l'apertura. Ma non ce n'erano. Aveva ancora davanti una vuota serie di pannelli. Il giovane rimase stupito. Aveva sentito che sarebbe stato di certo ricompensato come prima per il suo desiderio di procedere solo nel suo bene più alto.
Il peso dello zaino gli tagliava le spalle, e lo riportò bruscamente alla realtà. Cos'era che pesava così tanto? Che cosa ci aveva messo dentro il Maestro per appesantirlo? Rocce? Mattoni? Al tatto non sembrava duro e spietato come quelli; era morbido, eppure pesante. Che cosa mai poteva essere soffice e cedevole e tuttavia abbastanza pesante da gravarlo così tanto?
Sfilandosi lo zaino dalle spalle, egli lo aprì e sbirciò all'interno. Il Maestro non gli aveva detto di non guardare, si disse. Era VUOTO! Eppure pesava! Come mai? Egli si meravigliò. Risollevandolo sentì di nuovo quanto fosse pesante; eppure era vuoto! Di nuovo egli guardò dentro e questa volta lo tastò con le mani. Vuoto! Ma il peso! Mettendolo sulle spalle, egli si alzò e si chiese che cosa avesse appena imparato da questa esperienza. Udì chiaramente una voce che diceva
"Guarda dentro di te, giovane uomo, poiché il peso è lì" gli fu detto.
Camminando egli osservò la sua vita e il suo cammino. Pensò all'infanzia e agli amici e nemici che lo avevano ferito. Pensò a come era rimasto attaccato ai loro sentimenti nei suoi confronti, ai loro atteggiamenti verso di lui. Ricordò quanto era arrabbiato, in particolare con un ragazzo che lo aveva tormentato senza pietà. Ancora oggi il giovane odiava quel ragazzo. Lo zaino diventava sempre più leggero man mano che lo studente ricreava e riviveva l'esperienza nella sua mente e nel suo cuore.
Ahhh! Adesso capisco. Porto il peso del mio fardello. Sono io il peso! Quindi sta in me anche il potermi sgravare.
Lo studente gioì di questa illuminazione e allora vide e imboccò la strada attraverso vari pannelli di seta. Pensava a come poter scaricare il peso di coloro che ancora disprezzava e verso cui provava risentimento per come lo avevano trattato. Sapeva che essi non erano con lui dentro al labirinto, quindi non poteva aspettarsi che essi dicessero "Mi dispiace", diminuendo così il peso e permettendogli di proseguire facilmente.
Vi perdono ovunque voi siate, si trovò a dire, con sua stessa sorpresa. Il peso dello zaino diminuì immediatamente ed egli fu in grado di camminare senza piegare il busto in avanti.
Ah ha! Esclamò il ragazzo. Tramite la mia intenzione di perdonare, mi sgravo di questo peso che rallenta il mio viaggio. Ma come può essere? Sono stati loro a ferire me. Eppure il fatto che io perdoni loro mi toglie il peso?
La mente del ragazzo era un turbinio di implicazioni. E, davanti a lui, apparve un'altra serie di aperture nei pannelli di seta. Il suo zaino era considerevolmente più leggero, ma pesava ancora abbastanza perché la sua mente vi rimanesse concentrata.
Oh, Grande Spirito, ti chiedo di aiutarmi a vedere che cosa mi stai mostrando qui. Come trovo la mia strada in questo labirinto?
Come mi libero di tutto il peso che porto con me?
Fu in quel momento che un raggio di sole lo colpì in pieno viso, riscaldandolo. Egli si rese conto all'improvviso che il suo zaino si era alleggerito ancora con il calore del sole! Che cosa significa, Dio? Perché alleggerisci il mio zaino con la luce del sole? Che cosa mi stai mostrando?
Fu allora che si scoprì a ricordare una "donna" che aveva baciato a tredici anni. Era stato il suo primo bacio da adulto e la ricordava chiaramente. Il suo cuore aumentò i battiti con il ricordo del sapore di lei sulle sue labbra e del proprio amore per lei.
Questa volta il suo zaino si alleggerì parecchio. Grazie Dio per la tua notevole saggezza in questo. Ora vedo come posso liberarmi completamente del peso. È con il mio amare E con il mio perdonare coloro che sono stati sulla mia strada e che mi hanno fatto torti in precedenza. Non è il loro avermi fatto torto che mi ha rallentato. È stato il mio attaccamento a quei torti che mi ha fermato. Vedendomi come uno cui è stato fatto un torto, non riuscivo a procedere nel labirinto. E vedendomi come uno senza amore, non riuscivo a diminuire il peso dello zaino.
Perdonando e portando amore dentro di me, rendo più facile il mio viaggio.
Il giovane uomo sentì il suo cuore aumentare di dimensione mentre percepiva queste illuminazioni. Sentì il proprio cuore battere forte dalla gioia, perché esso sapeva che la sua lezione per il ragazzo era stata ascoltata. Ora lo zaino non pesava niente e il giovane se lo sfilò e lo tenne in mano con leggerezza.
Ora si trovava in piedi davanti ad una compatta parete di seta e non vedeva né un'apertura né la strada da cui era appena arrivato. Era circondato da seta compatta! Tuttavia, invece di cedere al panico, sedette e inspirò questo mantra:
"Io Sono la Luce e la Via. Porto in me ogni sorta di guarigione e conoscenza. È attraverso questa guarigione e conoscenza che mi faccio strada in questo labirinto terreno. Sono in grado di procedere in questo labirinto e sono capace di liberarmi dalla mia trappola. Io solo ho l'abilità di risolvere questo indovinello. E ora chiedo che ciò sia fatto. Io inspiro la piena accettazione del mio sentiero e delle sue possibilità. Riconosco che io ero l'impedimento, nessun'altra persona o cosa. Io sono LUCE e sono AMORE. Pertanto questo mi libera e mi permette di librarmi al di sopra del regno fisico. In questo ri-scopro me stesso, che è il mio Vero Sé. Grazie Grande Spirito per avermi aiutato a vedere tutto questo."
A questo punto, il giovane sentì i piedi che si sollevavano leggermente da terra! Egli fluttuò al di sopra dei pannelli di seta e poté vedere chiaramente gli altri bloccati all'interno del labirinto. Le loro oscurità erano trasportate in giro dentro i loro stessi zaini e li tenevano bloccati. Gli girava la testa per le implicazioni di ciò che gli stava capitando in quel momento. Però egli non si concentrò su quello, ma sul fatto che stava volando! Si librava in aria! Era al di sopra della terra con la propria leggerezza! Era fuori dal Labirinto! Spiando il terreno intorno al labirinto, egli pensò di essere là, all'esterno del labirinto. E di colpo lo fu. Pensandolo e vedendolo, si verificò.
Il Maestro fu al suo fianco appena ridiscese.
Maestro, grazie per avermi messo il peso sulle spalle così severamente. Se non fosse stato così pesante lo avrei trasportato serenamente molto a lungo, perché esso non mi avrebbe rallentato tanto. Ma, poiché mi pesava così tanto, ho dovuto liberarmi del peso prima di poter fare qualunque altra cosa.
In che modo ti sei liberato del tuo peso, figliolo? Domandò il Maestro.
Mi sono trovato a perdonare coloro che mi avevano fatto torto, Maestro. Era il mio dolore in risposta alle loro azioni che mi faceva rimanere attaccato al dolore dentro di me. Quando l'ho lasciato andare, Maestro, l'ho guardato librarsi lontano da me e mi sono sentito sempre più leggero.
Il viso dello studente risplendeva d'amore, mentre parlava.
Ah, disse il Maestro, e cosa mi dici del labirinto, che è impossibile da attraversare, visto che non c'è 'uscita?
Oh, Maestro, è successa una cosa bellissima. Ho cominciato a volare dopo aver perso il peso. Mi sono visto come luce e amore quando ho trovato in me il perdonare e il dimenticare coloro che mi avevano ferito, che mi avevano fatto torto. Era la mia oscurità che generava il mio peso ed era la mia luminosità che mi ha reso libero di volare! ESSENDO luce e amore, fluttuavo e mi sono trovato fuori dal labirinto. Ero libero dai suoi confini, al di sopra dei suoi trabocchetti. Maestro, ora vedo che sono io la causa del peso che mi trattiene, che mi ha tenuto intrappolato in passato, che io solo sono responsabile per il modo in cui affronto questo labirinto. Rilasciando quei pensieri che mi intrappolavano, quei pensieri che mi appesantivano, e permettendo a me stesso di sentire l'amore e la luce, mi sono sollevato sopra tutto quanto! Ho fatto male a uscire dal labirinto in questo modo, Maestro?
Il giovane era la serietà in persona, mentre attendeva la risposta del Maestro.
Che cosa senti TU, ragazzo? Rispose il Maestro con un sorriso. TU ti senti libero dal Labirinto?
Con questo il Maestro si allontanò, prima di aver udito la risposta del ragazzo. Egli sapeva che qualunque fosse la risposta del giovane, gli avrebbe fornito ulteriore illuminazione riguardo al suo viaggio. Ed è così che doveva essere.

 

 
 
 
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Un blog di: DonnaDiPicche1960
Data di creazione: 09/10/2008
 

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Quando il corpo umano fu creato, tutte le sue parti inoltrarono domanda al Creatore onde poter essere poste a capo dello stesso.Disse il cervello:“Io trasmetto disposizioni e messaggi a tutte le parti del corpo, lo controllo e lo dirigo. È giusto che io venga eletto capo.”Disse lo stomaco:“Io conduco all’intestino e trasformo in energia tutti gli alimenti di cui il corpo ha bisogno, lo nutro e lo preservo da morte causata da inedia e quindi mi sembra giusto che io venga eletto capo.”Dissero le gambe:“Noi trasmettiamo e trasformiamo in moto tutti gli impulsi del cervello e l’energia che ci fornisce lo stomaco, senza di noi il corpo non potrebbe andare da nessuna parte, è giusto che noi veniamo elette come capo.”Una dopo l’altra tutte le parti del corpo umano posero la loro candidatura adducendo motivi più o meno validi; ed infine anche il buco del sedere propose la propria. Scoppiò una risata generale, tanto ridicola fu trovata l’idea che il buco del sedere fosse eletto capo. Offeso, il buco del sedere diventò rosso, si gonfiò, si accluse e da quel momento si rifiutò di fare il suo dovere, ossia: lo stronzo!Il tempo passò ed a causa dello sciopero indetto dal buco del sedere, tutte le parti del corpo incominciarono a star male; il cervello divenne febbricitante, lo stomaco aveva i crampi, le gambe e le mani pendevano inerti lungo il corpo e tutto era in disordine.Infine, per non andare incontro a morte sicura, tutti gli organi si rivolsero al Creatore, pregandolo di eleggere il buco delsedere a capo del corpo umano.Avvenuto ciò e rabbonitosi, il buco del sedere riprese a lavorare regolarmente, cioè a fare lo stronzo!

 

MORALE

Per diventare capo, non c’è bisogno di un genio, ma basta che ci sia qualcuno capace di fare lo stronzo.

 

 
Chi porta aiuto ai cattivi, più tardi se ne duole. Un tale raccolse una serpe intirizzita dal freddo e se la scaldò in seno, misericordioso a suo danno, perché la serpe, quando si riprese, uccise subito quell'uomo. Un'altra serpe le chiese il motivo della sua mala azione e lei rispose: "Perché nessuno impari a fare del bene ai perfidi".
 
 

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