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SI al porticciolo turistico NO alla cemento-speculazione

Post n°4 pubblicato il 12 Marzo 2007 da verdilecco
 
Tag: porto

Il dibattito apertosi intorno alla procedura V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) avviata in Regione Lombardia relativa al progetto di nuovo porto turistico (335 posti barca di cui 220 a motore) con annesse una struttura alberghiera e turistico-ricettiva(mc. 19.850- a 8 piani) e residenze di lusso (mc 31.150-a 6 piani) in località Caviate di Lecco, che ha visto osservazioni puntuali e dettagliate di WWF,Legambiente,Italia Nostra, raccolta di Firme da parte di Cittadini, interrogazioni in Comune di Lecco e in Regione Lombardia da parte di Rifondazione Comunista e Verdi, pareri (critici) da parte della Provincia di Lecco e del Consorzio Lario e laghi minori (mancano ancora quelli del Comune di Lecco, della Soprintendenza- per il paesaggio e della Ferrovia- per il rispetto del vincolo ferroviario) ha messo in evidenza decisivi aspetti negativi di fondo, in seguito descritti.

A) L’individuazione della localizzazione del nuovo porto di interesse sovraccomunale per la grandezza (diverrebbe il primo sul Lario) e per le ricadute, non è frutto di una programmazione generale dell’intero bacino del Lario, ma una scelta unilaterale del Comune di Lecco, a scapito degli altri comuni in quanto il lago è patrimonio di tutti, in particolare per quanto riguarda le bellezze paesaggistiche, la salubrità dell’acqua e aria e l’equilibrio idrogeologico e ambientale.

Il proposto porto alle Caviate non è previsto dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Lecco in vigore dal 31/03/04 le cui Norme di Attuazione prescrivono: "Le nuove strutture saranno programmate attraverso un piano di settore provinciale delle rive lacuali,delle sponde, degli approdi e dei porti turistici con scelte fortemente orientate alla sostenibilità, sia a fronte del valore del Lario e dei laghi minori quale grande patrimonio della risorsa idrica avente crescente valenza strategica, sia per la rilevanza paesistico-ambientale del lago e delle sue sponde."

Il Piano di Settore è in fase di avvio in sinergia fra le due Province di Como e di Lecco e il Consorzio del Lario e dei laghi minori, promosso e costituito nel febbraio 2004 per iniziativa delle Province di Lecco, Como e di alcuni Sindaci dei Comuni rivieraschi, con l’adesione dell’80% dei comuni lacuali (Lecco no) al fine di ricevere e gestire in modo unitario su tutto il Lario e i laghi minori le deleghe sia comunali che provinciali in materia di demanio lacuale della navigazione nell’interesse pubblico, con razionalizzazione dei servizi per i Cittadini e per la salvaguardia, tutela, valorizzazione e uso sostenibile delle acque, sponde e rive.

Il neo-Consorzio sta già operando attivamente innanzitutto per la gestione delle pratiche di concessione demaniale, in passato trascurate, per il rilascio delle nuove concessioni, per gli interventi di messa in sicurezza,ampliamento ed adeguamento delle opere portuali, degli ormeggi,dei nuovi attracchi pubblici e per gli altri significativi scopi statutari.

I mezzi finanziari derivano dalle entrate da concessioni demaniali (il 60% rimane ai comuni consorziati tramite il Consorzio e il 40 % va alla Regione che lo investe ancora sul demanio con interventi programmati con il Consorzio).

B) Pur con il metodo della programmazione, la zona scelta per l’intervento proposto non assomma caratteristiche ambientali e territoriali tali da candidarsi ad accogliere una struttura portuale così rilevante , perché siamo in presenza di un semigolfo, spazzato da forti venti,nel punto in cui lago si restringe ed è a diretto contatto una strada di collegamento strategico (con intasamenti alla domenica , in caso di incidenti nell’attraversamento sotterraneo, con passaggio dei tir con materiali pericolosi ecc.), a ridosso del S. Martino geologicamente a rischio per la presenza di crolli attivi. Infatti, come viene segnalato dal parere della Provincia di Lecco in data 16/02/07, nello studio "Analisi e studi per la redazione del programma degli interventi regionali sul demanio delle acque interne con particolare riferimento agli ambiti lacuali (Ottobre 2000)",commissionato dalla Regione Lombardia a Technital spa e Metropolitana Milanese Spa, "la previsione del porto di Lecco in località Caviate ha avuto una valutazione negativa in merito alle caratteristiche ambientali e territoriali,evidenziando la presenza di vincoli potenzialmente escludenti". A conferma di questa analisi, l’eccessivo rapporto fra superficie territoriale al netto dell’area demaniale ( il proponente possiede mq.11.668 in questo A.T.S. 1) e il volume da edificare (mc 51.000) più l’indotto derivante dal porto, evidenzia una incapacità del proponente di mettere a disposizione aree per posteggi,tanto che lo stesso si obbliga a versare € 1.320.000.- "a saldo anche dello scomputo oneri di urbanizzazione secondaria e per la parte di standard non reperite all’interno della sua proprietà". Però "le parti danno atto e riconoscono che nessun canone (demaniale) per le strutture (piattaforma) cui alla tabella C in calce alla L.R.22/98 dovrà essere versato dal medesimo Concessionario per tutta la durata della concessione":si tratterebbe di un abbuono in 30 anni di circa € 5.400.000.-

Si monetizza e quindi non vengono soddisfatte le esigenze urbanistiche della zona e nello stesso tempo non si versano i canoni demaniali, sottraendone il 50% alla cassa comune della Regione.

In sintesi, più caos e meno entrate.

C)La eventuale e non auspicabile realizzazione del proposto progetto non porterebbe alcun beneficio per un miglior servizio di navigazione pubblica nel ramo di Lecco, in quanto non vi è previsto alcun attracco e rimessaggio per i battelli, imprescindibile condizione per un razionale servizio pubblico lacuale nel ramo di Lecco vista la distanza dai cantieri di Tavernola (Como) e di Dervio. I posti barca –in particolare per motoscafi- sono funzionali alla valorizzazione dell’edificazione residenziale di lusso (vedi seconda casa), creando però tutte quelle criticità che non possono essere totalmente eliminate ( cementificazione della costa con riporto di materiale, intasamento da traffico, impatto acustico ed inquinamento con incidenza negativa sul prelievo dell’acqua potabile del Consorzio Brianteo nello specchio antistante, sull’attività di pesca, esercizio del canottaggio,canoa ,windsurf). Nuovi posti barca in rapporto alle reali esigenze e alla capacità di contenimento del bacino del ramo di Lecco potranno essere reperiti con una programmazione che preveda il potenziamento dei porti esistenti ed aventi requisiti soddisfacenti, a partire dal porto di Parè (Valmadrera)oppure attraverso la individuazione di una zona ideale per la portualità, a prescindere dal Comune di appartenenza e fatti salvi i consensi degli Enti interessati. Solo la struttura alberghiera potrà essere fattore positivo per lo sviluppo sostenibile del turismo se contenuta in volumi ben inseriti e supportata da un ambiente tranquillo, da servizi pubblici di trasporto funzionanti, a partire da quelli lacuali.

In questa prospettiva sono necessari alcuni passaggi fondamentali:

a)inserimento nella L.R.22/98 riforma del Trasporto Pubblico Locale l’obbligatorietà dei Consorzi lacuali per la gestione del demanio lacuale;

b)massima funzionalità del Consorzio Lario e laghi minori tale da portare a termine in tempi brevi con le due Province di Como e Lecco il Piano di Settore della portualità e delle sponde;

c)assunzione da parte del sopraccitato Consorzio della regolamentazione del trasporto pubblico lacuale e della sua gestione attraverso un provvedimento regionale concordato per quanto riguarda i finanziamenti, in aggiunta alla disponibilità del 40% sulle concessioni demaniali oggi versati alla Regione, e i trasferimenti dei beni mobili e demaniali, come già è avvenuto sul lago d’Iseo: per questo passaggio già sussistono le condizioni di legge (vedi sopraccitata Legge Regionale 22/98- art. 24 bis Navigazione pubblica di linea sui laghi);

d)funzionamento di un punto di attracco e rifornimento dei battelli o natanti per servizio pubblico

nel basso bacino lacuale del ramo di Lecco;

e)applicazione della programmazione del P.T.C.P. della Provincia di Lecco (vedi Schede Progetto

n. 7 Riqualificazione sponde del Lario,dei laghi minori e del fiume Adda-Navigabilità e n. 8 Strutture di approdo per Intermodalità gomma-acqua) dove nei risultati attesi è scritto:

"non si tratta solo di gestire il demanio,bensì di programmare gli interventi sulle coste al fine di salvaguardarne e valorizzarne le specifiche caratteristiche e di organizzare una funzionale navigazione per il trasporto pubblico e il diporto secondo criteri ecocompatibili.

Anche se la Finanziaria 2007 ha ripristinato, dopo i tagli dell’ultima Finanziaria di Berlusconi, per il 2007/2008 le stesse disponibilità del 2005, il servizio nel ramo di Lecco sarà sempre ridotto,carente e assente nel periodo autunno/inverno.

E’ quindi necessario prevedere e sostenere finanziariamente almeno:

a)un nuovo collegamento veloce mattino/sera per studenti e lavoratori fra Varenna,Bellagio Oliveto Lario, Lierna ,Mandello,Abbadia e Lecco;

b)un nuovo servizio con natanti leggeri e frequenza almeno ogni ora per il collegamento con Lecco dei comuni di Garlate, Vercurago, Pescate, Malgrate, Parè di Valmadrera (servizio tipo laguna veneta);

c)un nuovo servizio con buone frequenze per il collegamento delle due sponde del bacino del ramo di Lecco da Varenna e Bellagio fino a Lecco toccando tutti i pontili esistenti);

Navigabilità e turismo resteranno parole vuote ed ingannevoli se non si porrà mano agli interventi sopraindicati. Il progetto del porto alle Caviate è solo uno specchietto per le allodole per mascherare e giustificare la colata di cemento che si vorrebbe fare: senza elencare tutte le criticità e le carenze che gli stessi pareri della Provincia di Lecco e del Consorzio Lario e laghi minori hanno evidenziato nelle lettere inviate in Regione per la procedura V.I.A.,uno degli elementi più negativi a base dell’intervento, per i riflessi devastanti in termini idrogeologici e paesaggistici che potrebbero ripetersi su tutte le coste, è la pretesa di voler insediare una così rilevante struttura portuale attraverso l’impattante occupazione delle acque del lago con la costruzione di una piattaforma, delimitata da muro in calcestruzzo e riempita con materiale scavato a monte, della larghezza di

m. 15 e della lunghezza di circa 350 m., sulla quale dovrebbero essere collocati parcheggi e mc.1.900 di edificazione per rimessaggio,bar,centro nautico ecc. sporgenti oltre il livello stradale al pari di 9 torrette di accesso ai pontili galleggianti.

Queste indicazioni progettuali, insieme all’inserimento nella superficie territoriale di mq.60.903

(vedi tav. 6 Planivolumetrico) anche di quella demaniale pari a quasi 50.000 mq., sono in palese contrasto con le disposizioni regionali che precisano:"le aree demaniali non possono essere destinate a standard, né rientrare nel calcolo degli stessi" ed ancora "gli interventi dovranno prevedere opere non invasive di alveo, limitando drasticamente riporti di materiali e creazione di muri di contenimento a lago".

Ci si augura quindi che in sede regionale,nell’interesse pubblico e della stessa città di Lecco, prevalga il buon senso e il rispetto delle stesse disposizioni regionali, perché in caso contrario è facile prevedere una serie di ricorsi.

Per quanto riguarda la navigazione pubblica è importante che tutto il Territorio faccia sentire la propria voce e che gli Enti preposti con i rappresentanti e attori istituzionali e associativi lecchesi (nei rispettivi ruoli) concorrano in uno sforzo unitario alla realizzazione di quanto sopra delineato, ricordando che già qualche iniziativa si sta muovendo come il natante in servizio sul lago di Pusiano e i lavori per rendere navigabile ad un natante didattico-turistico il tratto dell’Adda fra Olginate e Paderno d’Adda.

Pierfranco Mastalli
già assessore provinciale al Territorio e ai Trasporti

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