Creato da da999 il 27/07/2005
racconti di un lungo camminare
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piano piano,il raggio di sole scalda l'aria che lo circonda, il vento freddo e forte comincia a trasformarsi in una brezza, l'aria calda comincia a salire, forma colonne di correnti ascensionali, buone per far volare gli aquiloni, la serranda continua, il suo andare e venire, con un moto che è quasi una danza, e si lascia scaldare dal sole come un gatto su un altalena.
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cammini
lentamente, quasi senza far rumore,sui sentieri della valle delle parole trasversali.
ti aggiri, attonito, confuso, stranito nella foresta delle metafore, i suoi rami sono folti, alcuni spinosi.
cerchi, ma forse non vuoi veramente trovarlo, il lago delle risposte alle domande mai fatte.
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ti svegli, ancora stanco, hai dormito male, un sonno agitato più del solito, i tuoi mali immaginari ti danzano intorno, un diffuso umore nero, pensieri di progetto, anche.
leggi. qualcosa che forse non dovresti neanche sapere che c'è.
leggi e il cuore per un istante solo si ferma, poi riprende a battere di corsa. mille domande, un ricordo sfuocato di un racconto lontano.
e ti chedi quanto ci fosse di reale.
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deve essere rimasta indietro. attardata in qualche faccenda tutta sua. magari si è fermata un po, a guardare. da lontano. a spiare dal cielo. oggi, quialcosa deve averla smossa. forse si è resa conto di essere rimasta troppo lontana. in ritardo di quasi 5 mesi. ha deciso di muoversi, proprio quando ho alzato lo sguardo. E allora è sfrecciata, luminosa e veloce. la stella cadente. è passata per accendere i sogni.
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Ci sono frasi, apparentemente insignificanti, che rimangono li. nei meandri della memoria.
"regalare una sciarpa è come regalare un abbraccio"
è li da anni questa frase.
e la sciarpa te la regalano.
e poi la sciarpa te la metti intorno al collo.
e senti che davvero è un abbraccio.
e una sera rimane li nel cinema. e ti senti come se avessero smesso di abbracciarti.
e rivuoi il suo calore e la sua morbidezza, il suo essere marrone e grigia e verde come tutti i tuoi vestiti.
il suo essere un abbraccio.
e torni ma il cinema e chiuso
e torni il giorno dopo. poche speranze.
e la cassiera ti sorride, e il tuo abbraccio torna ad essere tuo.
ancora.
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c'è un posto magico vicino alla fine del mondo.
un posto senza tempo, incantato tra il profumo degli eucalipti e il rumore del mare.
a volte ci splende il sole, spesso è avvolto dalla nebbia.
a volte i delfini fanno capolino.
il vino si beve in coppe piccole e basse di ceramica bianca.
il vento soffia sempre forte.
le facce sono quelle del mare.
c'è una spiaggia larga, lunga sempre battuta dal vento.
la magia , il segreto è tra quei granelli di sabbia.
tuttop è cominciato li.
due volte.
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e poi ti svegli la mattina.
e senti un buco al posto del cuore.
ti sembra assurdo
sembra solo un momento, proima di svegliarsi.
e lo senti, anche alla sera.
è sempre li, il buco.
e se piove lo senti più forte.
se c'è il sole un po si riempie.
è ovvio. c'era il sole prima dentro.
e aspetti che ci sia vento, qui nelle terre piane del centro, per far volare in alto le tue ali magenta, per farle vedere da lontano lontano.
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la pioggia
ha lasciato il passo al freddo.
improvvisamente.
le finestre ancora aperte di notte si sono chiuse, è comparsa la coperta blù sul divano.
il freddo, improvviso, lascia i segni.
il naso arrossato.
la tosse.
essere un po malati, non è poi così male.
ci si coccola.
brodo, tisane.
piumone.
la settimana è finita, ne è finita un altra, le terre dell'ovest sono ancora vicine, radicate dentro.
i ritmi sono furibondi, non c'è il tempo di fermarsi. di pensare.
La casa cerca un nuovo assetto rumori di martello, e mobili spostati.
Nelle orecchie il suono dei violoncelli.
una culla per il corpo stanco.
non tutte, solo alcune note, accendono qualcosa di potente.
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tregua.
la pioggia abbandona il campo di battaglia.
ha inumidito, bagnato, la città per una settimana.
incessante.
ha reso il cielo più scuro.
ho dovuto comprare un ombrello.
ma li perdo io, gli ombrelli.
ne ho comprato uno piccolo. un guscio, un ombrello piccolo a pois.
protegge. sopprattutto avvicina.
leggere, rileggere, correggere, limare, il lavoro serale di questa settimana
progettare, colorare, quello giornaliero.
oggi è un giorno di forbici e colla, di focaccia.
la parole rimbalzano, veloci, da nord a sud, da est a ovest, viaggiano su strade diverse, portano sempre sorrisi.
no vedo uno, che dalla città dell'etrno natale rasserena l'autunno.
respiro, e sento l'odore delle caldarroste.
guardo, e vedo la bouganville che cerca gli ultimi raggi, e le pareti che si riempiono di quadri e la barba che non voglio tagliare.
e penso. a un sorriso che vorrei incontrare.
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appeso.
lui e il suo contrabbasso, appesi su tutti i vagoni del metrò.
paolo e il suo contabbasso. il primo che ho conosciuto.
paolo, musica, sara.
sara. chiudo gli occhi e immagino.
la stanza, un tavolo lungo, faccie anziane dietro.
un paravento. una sedia.
tensione nell'aria. competizione. paura. concentrazione.
fuori le dita corrono su tastiere immaginarie.
poi entra. entrano i ricci.
seduta, lo suardo teso.
e comincia. arturo emette suoni precisi puliti.
l'archetto corre veloce corrono le mani sulla tastiera.
qualche goccia di sudore.
musica. silenzio.
"and she dances like she never dance before"
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tutto torna a correre.
è questione di allenamento.
far corre i piedi. far correre la testa. produrre idee. raccontare suggestioni.vendere sogni.
milano oscilla dall'inverno alla primavera, il gilè fa la differenza, il gilè marrone, quelloscuro. una camicia di rose blù. piccole.
le calze, grigie, negli zoccoli.
è ancora strana la casa.
piano mi accorgo delle piccole cose che sono cambiate.
parlo uno strano linguaggio. di parole non dette. evidenti.
momenti di istantanee amnesie.
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gira.
appoggiata sullo stereo. la giostra di latta. tanti piccoli aerei colorati.
Parla. l'amplificatore. ha vinto. ha spento la tv. racconta.
la storia del pianista sull'oceano. la so a memoria. quasi. mi piace ascoltarla. ancora. la sua storia di musica.
Riempio i miei giorni di musica. quasi come mai.
le terre dell'ovest sono lontane ormai due settimane e molti kilometri. molti più della distanza temporale. calcolando in passi.
comincia a girare. la testa. cerca di produrre idee e visioni. piano ricomincia.
Arriva domani. mia sorella. le regalo una conchiglia. non le dirò perchè. lo capirà.
Arrivano i timbri, arriva la mappa, stanno tra legno e vetro. adesso.
riempiranno un muro.
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scorro tra le foto. ritrovo i colori. una smorfia. una frase. mi metto le calze. grigie con il tallone e la punta rossa. le stesse. ritrovo la sensazione di protezione. la stessa. navigo, incontro le mie storie e i miei ricordi. lucidi. identici. solo la data un po sbagliata. la pioggia sulla spiaggia, le trofie bisunte. ivano e la sua ghironda. il freddo. e poi l'isola strana un po sicilia un po inghilterra, un po povera un po montecarlo, un fiore giallo, un aquilone magenta. una cozzaglia di suoni.
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una settimana esatta.
un viaggio lungo, e una settimana esatta.
milano, grigia e piovosa, a modo suo accogliente. la casa è grande, la città è grande.
Il viaggio finito, vive nei ricordi, nelle parole lette e scritte.
il cuore vorrebbe partire ancora. Domani.
Nei progetti, nelle foglie e nei petali custoditi con cura.
Nelle parole che leggo, non mie, ma che parlano di me, che sanno toccarmi il cuore.
I ricordi dal corniciaio, per non prendere troppa polvere.
Ma è ora di tornare davvero.
Domani.
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tornare. raccontare ancora. tacere. lasciar guardare quello che si è visto da nuovi occhi curiosi. lasciare passare nuovi sogni.
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da ascoltare rigorosamente in modalità random
filorella mannoia - i dubbi dell'amore
filorella mannoia - panama (cover ivano fossati)
filorella mannoia - la storia (cover francesco de gragori)
fiorella mannoia - Piccola piccola
max gazzè - una musica può fare
morgan - un malatto di cuore (cover fabrizio de andrè)
tori amos - smells like teen spirit ( cover nirvana)
daniele silvestri - il mio nemico
daniele silvestri - choiba
fiorella mannoia - camicie rosse
ivano fossati - buon tempo
ivano fossati - la canzone popolare
ivano fossati - la musica che gira intorno
ivano fossati - la mia banda suona il rock
ivano fossati - milano
ivano fossati - ventilazione
ivano fossati - viaggiatori d'occidente
francesco de gregori - la leva calcistica del 68
Chingon - malaguena salerosa
REM - its the end of the world as we know it and i feel fine
francesco guccini - Cyrano
francesco guccini - amerigo
francesco guccini - farewell
francesco guccini - quello che non
francesco guccini - scirocco
francesco guccini - don chisciotte
daniele silvestri - l'autostrada
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a quello che ha inventato le freccie gialle, a blandine per la foglia, a silvia e simonetta perchè sono le zie, a laura per un istante soltanto, a xavi perchè canta, a chi mi ha spinto a partire, a bianca per tante cose, a francesca e alessia che mi sono state vicine da lontano, a chi ha inventato la microfibra, a fiorella mannoia, ivano fossati, daniele silvestri e francesco guccini per la musica e le parole, a fernando per l'amicizia e a irene perla dolcezza a Raquel che ha saputo guardarmi, a chi mi insegna a guardare lontano, a sara e alle sue perline colorate.
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cammini. Ancora stanco. La testa pesante. Gli ultimi raggi di sole. Davanti la cattedrale. Tutti fotografano tutti. E poi le vedi le facce di quelli che vengono da lontano. Arrivano. Si siedono in un angolo. Guardano avanti. Non dicono nulla. Gli zaini continuano ad arrivare. Grandi e piccoli. Cambiano le facce. Non consci le loro storie. È ora di tornare. E rimane qui un pezzo di cuore. E non lo senti quando la mattina esce senza far rumore.
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Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 07:48
Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 06:49
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 06:41
Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 05:23
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 04:45