Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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OVVIO

Post n°84 pubblicato il 30 Luglio 2011 da veuve_cliquot

R. Magritte: Ritratto di Edward James

Il turista tedesco che trovandosi a campeggiare vicino all’isola di Utoya, rendendosi conto di quello che stava succedendo, è salito sulla sua barchetta e in questo modo ha salvato molti ragazzi, alla domanda delle ragioni per cui l’avesse fatto ha risposto che la cosa gli era sembrata “ovvia”.

Dal dizionario italiano si apprende che questa parola significa: che si impone immediatamente e naturalmente al pensiero. Sinonimi di ovvio sono: evidente, naturale, logico, lampante, chiaro….

Ma stranamente questa ovvietà spesso sfugge a molte persone: il caso avvenuto nei pressi della metropolitana di Roma in cui un uomo sferra un pugno a una donna e questa cade ma tutti coloro che passano davanti al corpo caduto della donna non si fermano, non guardano, non danno aiuto, o i bagnanti che continuano a prendere il sole mentre accanto a loro c’è un cadavere coperto da un telo bianco, o i passanti che scavalcano il cadavere di un uomo ucciso con un colpo di pistola o quelli che assistono al massacro di una filippina da parte di un uomo e non intervengono a fermarlo.

Probabilmente tutte queste persone non conoscono il significato della parola “ovvio”, nessuno di loro guarda, si ferma, interviene. Nei campi di concentramento nazisti guardare la punizione di un compagno equivaleva a una condanna a morte: bisognava ignorare e far finta di nulla continuando il proprio lavoro. Ma le nostre città, la nostra vita non è quella dei campi di concentramento nazisti. Oppure le persone sono diventate come gli internati di quei campi in cui era stata soppressa ogni idea di individuo, di persona, di umanità? Le persone sono diventate cadaveri viventi incapaci di pietà, di sensibilità, di reazioni emotive? L’unico sentimento che è rimasto loro sembra esclusivamente la paura di venire coinvolti.

 

 
 
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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